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5 Novembre 2024 05:19

Ennesima sconfitta della Procura di Taranto sulla vicenda ILVA. Il magistrato Nicastro assolto definitivamente

In occasione delle sue dichiarazioni spontanee dinnanzi al tribunale di Taranto, Nicastro si girò e rivolgendo l'indice puntato nei confronti del banco dell'accusa rappresentata dai magistrati della Procura di Taranto disse loro "con voi ci vedremo in un'altra sede".

schermata-2016-09-08-alle-00-55-08Era il 23 luglio del 2015 quando il magistrato Lorenzo Nicastro ex assessore all’Ambiente della Regione Puglia (Giunta Vendola), non trattenne le lacrime alla lettura della sentenza di assoluzione. “Ho difficoltà a tenere disgiunta la vicenda personale che non interessa a nessuno e riguarda me e la mia famiglia – disse Nicastro –  E’ una sentenza di primo grado, ma mi restituisce una dignità e una serenità che mi è stata tolta per un anno e mezzo”. Parole sentite, sofferte quelle di Nicastro, quando venne assolto dal gup di Taranto Vilma Gilli dall’accusa di favoreggiamento nei confronti del presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, nell’ambito dell’inchiesta sul disastro ambientale dell’Ilva.

In quell’occasione nel giudizio abbreviato, i pubblici ministeri avevano chiesto ma  non ottenuto la sua condanna a 10 anni . “Ho aspettato – ha spiegato Nicastroquesto dispositivo del giudizio abbreviato, quattro mesi e più e insieme a me lo hanno aspettato persone che erano sicuramente innocenti, anche prima di questa sentenza, e sono i miei familiari e mia madre”.

In occasione delle sue dichiarazioni spontanee dinnanzi al tribunale di Taranto, Nicastro si girò e rivolgendo l’indice puntato nei confronti del banco dell’accusa rappresentata dai magistrati della Procura di Taranto disse loro “con voi ci vedremo in un’altra sede“.

La giustizia ha fatto il suo corso e proprio ieri il dr. Nicastro è stato definitivamente ritenuto innocente, come lo stesso magistrato, ora in servizio presso la Procura della repubblica di Matera,  ha reso noto sulla sua pagina Facebook:

Oggi è diventata definitiva la mia sentenza di assoluzione nel processo ILVA. Si è chiusa una piccola storia che piccolissimi uomini avevano costruito con la medesima approssimazione progettuale con la quale un circolo dopolavoristico organizza tornei di calcetto. Meglio, di tennis”

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Le accuse “pubbliche” rivolte da Nicastro ai magistrati di Taranto sono a dir poco pesanti. Così continua nel suo post:  “Da oggi i nanetti ammantati di nero e fregiati di oro e argento, cercheranno un’altra Biancaneve alla quale far credere di essere giganti. Grazie ai miei avvocati Michele Laforgia e Giovanni Orfino, lucidi, sereni e strepitosi. Ma grazie ai tantissimi avvocati dai quali mi sono sentito adottato in questi tre anni. Non li ricordo tutti ma grazie a tutti, grazie ad Emanuela Sborgia, Beppe Modesti, Francesco Marzullo, Luigi Covella, Alessandro Amato, Vittorio Triggiani, insomma grazie a tantissimi”

Innumerevoli i messaggi postati su Facebook sulla pagina del dr. Nicastro. Eccone qualcuno:

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A Taranto esistono però dei giudici “seri”.  Chiaramente i giornalisti che si vantano di scrivere ( o fotocopiare ?) di cronaca giudiziaria dei quotidiani locali di Taranto, sono molto bravi a raccontare dei rinvii a giudizio, o delle sentenze di condanna che tanto fanno piacere alla Procura della Repubblica. Un pò più allergici, e quindi lontani dalla verità, quando invece la giustizia trionfa e gli imputati vengono assolti a darne notizia come in questo caso.

CdG toghe

Ma ci pensiamo noi a restituire l’onore e la dignità “pubblica” al dr. Nicastro, a cui più di qualcuno a Taranto dovrebbe chiedere scusa. Ma per farlo bisogna avere gli “attributi”. Come abbiamo già scritto in passato, per fortuna anche a Taranto esistono dei giudici “seri”, come la gip dr.ssa Gilli che assolse il dr. Nicastro, che non si fanno condizionare dai pubblici ministeri, e le cui decisioni molto spesso vengono confermate dalla Cassazione. Questa si chiama “giustizia“. Questo è rispetto per la toga che indossano i giudici.

La domanda che molti si fanno in queste ore è:  ma l’altra sede è come qualcuno mormora, il Csm. ? Fonti bene informate sui movimenti negli uffici giudiziari sostiene che “qualcuno” che aspira a diventare il procuratore capo di Matera, potrebbe trovare sul suo cammino un altro “impedimento”. Uno dei tanti. Per averne conferma bastano circa 100 giorni. Che saranno molto lunghi per “qualcuno”. Alla fine, come si suol dire, è proprio vero: tutte le strade portano a Roma…

 

ECCO LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA (ORA DEFINITIVA) DEL TRIBUNALE DI TARANTO, GUP. DR.SSA VILMA GILLI

Sentenza-tribunale-taranto ( PDF scaricabile)

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