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3 Luglio 2024 05:25
3 Luglio 2024 05:25

Ennesimo “show” mediatico della Procura di Bari sul fallimento della Gazzetta del Mezzogiorno

Resta da capire, ma spetterà accertarlo alla procura di Lecce che sta indagando in merito, a cosa servì la presenza, ed a che titolo (non si è mai verificata una cosa del genere a memoria d'uomo) del procuratore Rossi e dei due pm Marazia e Di Vittorio nella famosa udienza di convalida dinnanzi al Tribunale Fallimentare di Bari quando il quotidiano barese fu assegnato alla società Ecologica, che lo ha poi conferito all'attuale

Il Gip del Tribunale di Bari Francesco Rinaldi, ha rinviato a giudizio su richiesta dei pm Lanfranco Marazia Luisanna Di Vittorio siglata anche dal procuratore capo Roberto Rossi, per bancarotta fraudolenta nei confronti dell’ex editore del quotidiano pugliese-lucano La Gazzetta del Mezzogiorno, il 91enne siciliano Mario Ciancio Sanfilippo, di suo figlio Domenico Natale Enzo Ciancio Sanfilippo (48 anni); e dell’ex direttore generale della Edisud spa, Franco Capparelli (79 anni) , uomo di fiducia dei Ciancio sino al fallimento . Secondo i magistrati della Procura di Bari sarebbero stati loro i responsabili del fallimento della società Edisud spa, ex editrice della Gazzetta del Mezzogiorno, dichiarata fallita nel giugno 2020 . la vicenda ha origine dalle denunce presentate in Procura da alcuni giornalisti esponenti sindacali “pilotati” dietro le quinte da un noto furbetto.

I capi di imputazione attribuiti ai tre indagati, ora diventati imputati, per i quali dovranno difendersi nel processo, sono quello di “concorso in bancarotta fraudolenta aggravata” in relazione alla gestione della società. Con tutto il rispetto per gli inquirenti resta poco credibile l’ipotesi che tre persone agevolino il fallimento di una società a proprio discapito per un’importo che osiamo definire imbarazzante !

Lascia un pò sorridere leggere che secondo l’accusa i tre indagati avrebbero compiuto “atti di dissipazione e/o depauperamento consistiti in rimborsi spese e spese di rappresentanza prive di giustificazione economica, negli anni dal 2016 al 2018, per complessivi 192.489 mila euro” confrontando questa cifra confrontata sulla massa fallimentare di oltre 40milioni di euro !

Sempre secondo l’accusa, i Ciancio e Capparelli rivestendo i ruoli rispettivi in seno alla società sarebbero responsabili del reato contestato “istigando e/o determinando l’altrui volontà”, con i quali avrebbero causato “per effetto di operazioni dolose il fallimento della società Edisud spa”. Accuse che abbiamo già letto mosse dai giornalisti sindacalisti “carrieristi” della Gazzetta del Mezzogiorno , che l’ex editore, che in passato era stato presidente della FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali), aveva pubblicamente respinto sin dalla conclusione indagini. “Mi rendo conto che la difesa – ha commentato Mario Ciancio Sanfilippopuò essere spiegata solo nel processo e sono pronto, assieme a mio figlio, a dimostrare che per il mantenimento dei valori attivi, tangibili e intangibili, nonché per la salvaguardia della forza lavoro impiegata nella conduzione dello storico quotidiano di Bari, sono intervenuto con il mio patrimonio personale versando, dal 1996 al 2020, più di 30 milioni di euro“.

l’ editore Mario Ciancio Sanfilippo

“Dimostrerò anche che i rimborsi di cui ci accusano sono assolutamente leciti – ha aggiunto l’editore – e riferibili ad un lungo lasso di tempo in cui abbiamo lavorato per la Gazzetta. Infine, le cosiddette operazioni dolose non sono altro che l’omesso pagamento delle imposte, dovuto alla necessità di far fronte, con poche risorse, a tutti i debiti della gestione, compresi quelli per il pagamento degli stipendi dei lavoratori, cosa che abbiamo sempre tenuto in grande considerazione“. “Quando nel 2020 mi sono reso conto che la crisi del settore era diventata per me insostenibile – sottolinea Mario Ciancio Sanfilippo le mie partecipazioni in Edisud e Mediterranea sono state messe gratuitamente e ufficialmente a disposizione di chiunque volesse rilevarle, purché con intenti e impegni seri che rispettassero la testata ed i suoi lavoratori”.

“Dimostrerò che ho sempre sostenuto la Gazzetta del Mezzogiorno con convinzione, garantendo autonomia e indipendenza a tutti i giornalisti che vi hanno lavorato, mai facendo mancare – conclude Mario Ciancio Sanfilippoogni concreto sostegno, almeno fino a quando le mie finanze lo hanno consentito, per far sì che potessero esprimersi in piena libertà“.

Roberto Rossi, procuratore capo di Bari

Resta da capire, ma spetterà accertarlo alla procura di Lecce che sta indagando in merito, a cosa servì la presenza, ed a che titolo (non si è mai verificata una cosa del genere a memoria d’uomo) del procuratore Rossi e dei due pm Marazia e Di Vittorio nella famosa udienza di convalida dinnanzi al Tribunale Fallimentare di Bari quando il quotidiano barese fu assegnato alla società Ecologica, che lo ha poi conferito all’attuale società Edime srl, e per quale motivo venne da loro depositata una relazione preliminare della Guardia di Finanza di Bari che peraltro evidenziava la presenza fra i soldi versati da Ecologica ai curatori fallimentari (l’ avv. Castellano e il commercialista Zito) di 4 assegni per un totale di un milione di euro tratti sui conti bancari della CISA spa di Massafra, società che fa capo al plurindagato e pluriprocessato Antonio Albanese, che non partecipava all’asta fallimentare, e che non aveva a quel momento alcuna partecipazione societaria con il Gruppo Miccolis di Castellana Grotte (Ba) che controlla la società Ecologica.

Un versamento illegittimo che però spiegava i tanti conflitti d’interesse di quella procedura ed assegnazione fallimentare che la stampa pugliese (compreso il sindacato) finge di non vedere e tace, e cioè dei collegamenti professionali ed economici dei due curatori fallimentari con Antonio Albanese, presidente della CISA. Così come imbarazzante il ruolo del giudice che ha convalidato la procedura ed assegnazione fallimentare della Gazzetta del Mezzogiorno, che è l’ ex marito di Barbara Barattolo (da cui hanno avuto un figlio) il cui fratello Fabrizio Barattolo ha sposato dell’ attuale amministratore delegato della Edime srl. Aurelia Miccolis.

Così come imbarazzante è un’altra circostanza, e cioè che la giornalista Isabella Maselli, che scriveva della vicenda del fallimento della Gazzetta del Mezzogiorno, sull’edizione barese del quotidiano La Repubblica, rivelando dati ed informazioni riservate della curatela fallimentare durante la procedura fallimentare della società Mediterranea spa, società che deteneva la proprietà dell’ immobile di via Scipione l’ Africano e la testata La Gazzetta del Mezzogiorno, che guarda caso recentemente sono stati conferiti ad un’altra società condivisa fra il gruppo Miccolis ed il Gruppo Cisa di Antonio Albanese. Infatti adesso la Maselli guarda caso è passata a scrivere da Repubblica alla Gazzetta.

Solo coincidenze ? Lasciamo ogni legittima risposta e valutazione ai lettori ed agli inquirenti salentini che non hanno mai avuto problemi ad indagare sugli uffici giudiziari di bari.

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