di Antonello de Gennaro
ROMA – Dopo una lunga attesa, ed una serie di rinvii dalle 14 di questo pomeriggio, finalmente in serata alle 19 si è svolta l’udienza finale dinnanzi al Csm del procedimento a carico del Governatore della Regione Puglia per la sua funzione di magistrato fuori ruolo in aspettativa, La sezione disciplinare presieduta da Giovanni Legnini , il vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura un’ora fa, dopo 35′ di camera di consiglio, ha dato lettura della decisione adottata con cui e’ stata rigettata l’ eccezione di decadenza posta dalla difesa di Michele Emiliano rappresentato dall’attuale procuratore capo di Torino, il magistrato tarantino Armando Spataro, ma ha accolto l’eccezione di legittimità costituzionale ed ha quindi ha sospeso il provvedimento rimettendo gli atti alla Corte Costituzionale per la decisione sul conflitto d’ interesse.
Il sostituto pg della Cassazione Carmelo Sgroi, nella sua puntigliosa replica ed arringa finale, ha riconfermato quanto aveva già chiesto nella scorsa udienza nei confronti di Emiliano : la sanzione dell’ammonimento. Cioè la piu’ lieve delle sanzioni previste dalla legge.
“Persino l’ ANM – ha detto il pg Sgroi – ha preso posizione sulla dovuta distanza fra la figura ed il ruolo della magistratura e la dovuta distanza dalla politica. Si conferma quindi la richiesta dell’ ammonimento al dottor Emiliano“..
Le incolpazioni formulate dalla Procura generale della Suprema Corte nei confronti del Governatore della Regione Puglia riguardano i ruoli di segretario regionale (dal 2007 al 2009 e dal febbraio 2014 ad oggi) e di presidente del Pd pugliese (dal 2009 al gennaio 2014) ricoperti da Emiliano, nonche’ la sua candidatura alle primarie dello scorso aprile per l’incarico di segretario nazionale del Partito Democratico. Ruoli che, secondo la Procura generale, “presuppongono per statuto l’iscrizione al partito politico” per cui ad Emiliano viene contestata la violazione della norma “posta a garanzia dell’esercizio indipendente ed imparziale della funzione giudiziaria“
I giudici della Consulta dovranno dunque verificare se la norma, contenuta nella legge sull’ordinamento giudiziario, che prevede come illecito disciplinare l’iscrizione di un magistrato, anche se fuori ruolo, ad un partito politico, sia conforme o meno ai principi costituzionali.
Armando Spataro, difensore di Emiliano , ha invece ribadito e sostenuto nella sua arringa difensiva la correttezza della condotta del governatore e, in subordine, chiesto di trasmettere gli atti alla Consulta. “Non c’è alcun dubbio che tutti gli incarichi istituzionali siano stati autorizzati dal Csm”. Aggiunge Spataro “ma noi pensiamo che si possa fare il sindaco, l’assessore, il presidente della Regione, cioè un ruolo istituzionale, senza fare attività di partito ?“. Ricordando la sentenza 39/14 della Consulta che “definisce i gruppi regionali come articolazioni del consiglio regionale“
Spataro ha sostenuto che “Emiliano ha sempre rispettato quanto autorizzato dal Csm” dimenticando ( o omettendo strategicamente) che Emiliano si è candidato alla segreteria nazionale del Partito Democratico, incarico che ha ben poco a che fare con il Consiglio Regionale, e che certamente non può essere ritenuto un incarico “istituzionale” , come giustamente ha evidenziato nel corso delle udienze il procuratore Carmelo Sgroi, sostituto procuratore generale della Corte di Cassazione .
Il difensore di Emiliano ha sostenuto che “situazioni del genere non sono disciplinate” ed aggiunto che “noi possiamo pensare che solo Emiliano sia l’unico magistrato ad essere sanzionato ? Perchè Emiliano si ed altri no ?” ha chiesto inutilmente la decadenza del procedimento (che è stata rigettata) , e la dichiarazione di incostituzionalità degli addebiti ad Emiliano. “Noi siamo certi dell’anticostituzionalità di questo provvedimento” ha concluso Spataro.
Emiliano al termine dell’udienza disciplinare a suo carico ha dichiarato: “Sono soddisfatto che sia stato accolto il nostro dubbio interpretativo e della necessità di un chiarimento della Corte Costituzionale. Il Csm ha ritenuto che la questione di legittimità da noi sollevata debba essere valutata dalla Consulta“, commentando la decisione della sezione disciplinare del Csm di “sospendere” il procedimento a suo carico e trasmettere gli atti alla Consulta.
Emiliano quindi rimane ancora sottoposto a procedimento disciplinare dell’organo di autocontrollo della magistratura, e sarà quindi la Corte Costituzionale a decidere se è legittimo restare magistrato pur facendo attività politica in un partito.
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