ROMA. Come vi avevamo preannunciato, ecco in esclusiva nazionale il contratto stipulato fra l’ ILVA spa , ILVAFORM spa, TARANTO ENERGIA srl, ILVA SERVIZI MARITTIMI srl, TILLET sas e SOCOVA sas tutte società in Amministrazione Straordinaria e la società AM INVESTCO Italy srl, controllata dal gruppo franco-indiano ARCELOR MITTAL.
Contratto ILVA_compressed 1parte
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A nulla erano serviti i costosi ricorsi al TAR per ottenere questo contratto, presentati dalla Regione Puglia (ed il contribuente paga….gli sprechi di questi incompetenti !) per volontà dell’ingegner Barbara Valenzano, capo dipartimento della Regione e dal Comune di Taranto, che avevano dovuto incassare il “no” alla richiesta di accesso agli atti da parte del Ministero per lo Sviluppo Economico, motivato da ragioni di “segretezza” e di “privacy” in realtà insussistenti, in quanto il contratto dal luglio 2017 era acquisibile direttamente dalla banca dati pubblica del sistema Telemaco delle Camere di Commercio.
L’ ing. Valenzano sollecitava la consegna di quei documenti, contenenti “rilevanti informazioni connesse ad una migliore valutazione degli effetti ambientali discendenti dall’attuazione del piano industriale presentato da Am InvestCo“, unitamente ad altri atti, a partire dall’offerta stessa di Am InvestCo, che sarebbero stati indispensabili ( a loro dire) alla Regione Puglia per esercitare le sue prerogative. Il Ministero dello Sviluppo Economico aveva rigettato la richiesta della Puglia, ritenendo che gli atti richiesti sono assolutamente estranei a fattori ambientali e che, come comunicato al Comune di Taranto, questo dossier sarebbe diventato pubblico, soltanto previo ordine del Tar LAZIO. La Valenzano indispettiva aveva persino scritto (inutilmente !) alla Commissaria Europea per la Concorrenza Margrethe Vestager, sollecitando un incontro urgente sul “caso Ilva”, coprendosi ulteriormente di ridicolo.
Infatti sarebbe bastato rivolgersi ad un avvocato più capace e competente e risparmiare tanti soldi inutilmente sprecati per sapere che il contratto di fatto era pubblico ai sensi dell’ art. 2556 del codice di procedura civile che al 2° comma prevede che “Per le imprese soggette a registrazione i contratti che hanno per oggetto il trasferimento della proprietà o il godimento dell’azienda devono essere provati per iscritto salva l’osservanza delle forme stabilite dalla legge per il trasferimento dei singoli beni che compongono l’azienda o per la particolare natura del contratto. I contratti di cui al primo comma, in forma pubblica o per scrittura privata autenticata, devono essere depositati per l’iscrizione nel registro delle imprese, nel termine di trenta giorni, a cura del notaio rogante o autenticante“
Ma l’operazione “trasparenza del CORRIERE DEL GIORNO non finisce qui. Infatti nei prossimi giorni provvederemo a pubblicare gli allegati fra cui il “PIANO INDUSTRIALE” ed il “PIANO AMBIENTALE” previsti e contenuti fra le 15mila pagine dei 30 allegati al contratto, che pubblicheremo successivamente a puntate.
Nel frattempo è arrivato il semaforo verde da parte dell’Antitrust Ue all’acquisizione di ILVA da parte di ArcelorMittal, a pattto che si rispettino alcune condizioni. L’ampio pacchetto di misure correttive proposte dagli acquirenti, che è stato accolto dai Commissari Europi a Bruxelles, prevede l’uscita del Gruppo Marcegaglia dal consorzio di acquisto e numerose cessioni, tra cui gli impianti di ArcelorMittal di Piombino, oltre a Liegi (Belgio), Dudelange (Lussemburgo), Skopje (Macedonia), Ostrava (Repubblica ceca) e Galati (Romania). La vendita ad ArcelorMittal di ILVA deve poi contribuire secondo Bruxelles al definitivo risanamento ambientale di Taranto.
La Commissione al termine della propria indagine, ha espresso il dubbio che l’operazione di acquisto degli stabilimenti ILVA da parte di Arcelor Mittal, che è “leader” mondiale nel settore, come era stata inizialmente proposta, avrebbe comportato l’aumento dei prezzi dei prodotti piani in acciaio al carbonio laminati a caldo, laminati a freddo e zincati. La nuova entità avrebbe infatti controllato il 40% della loro capacità produttiva, arrivando a detenere una quota di mercato molto più grande di qualsiasi suo concorrente in Europa.
Nasce da questo timore la richiesta di di numerose cessioni avanzata ad ArcelorMittal, la quale ha proposto anche di cedere un certo numero di attività di distribuzione localizzate in Francia e in Italia. La Commissaria Vestager ha assicurato che gli impianti dismessi andranno “a uno o più acquirenti che li gestiranno su base duratura in regime di concorrenza” in quanto ArcelorMittal si è impegnata a organizzare una procedura di vendita aperta, non discriminatoria e trasparente a cui potranno partecipare tutti gli operatori interessati, e questa comunicherà quindi alla Commissione gli acquirenti scelti. Bruxelles valuterà quindi se gli acquirenti interessati dispongono della capacità (competenze, risorse finanziarie) e degli incentivi necessari per continuare a gestire e a sviluppare le attività di produzione in modo duraturo come concorrenti attivi. In altri termini, la vendita di impianti ad acquirenti che progettino di chiuderli in futuro non sarebbe per Bruxelles una soluzione accettabile.
ArcelorMittal, con l’eliminazione del gruppo Marcecaglia – concorrente significativo nei prodotti piani in acciaio al carbonio zincato -, si è anche impegnato a non acquistare quote del gruppo nel quadro dell’operazione. Impegno che consente di evitare che la concorrenza possa risultare ulteriormente indebolita a causa del rafforzamento dei legami strutturali tra le imprese.
“La decisione odierna garantisce che l’acquisizione di Ilva da parte di ArcelorMittal, che andrà a creare il produttore d’acciaio di gran lunga più grande d’Europa, non si traduca in un aumento dei prezzi dell’acciaio a danno delle industrie europee, dei milioni di persone che vi lavorano e dei consumatori“, ha dichiarato la commissaria Ue alla concorrenza, Margrethe Vestager, nella nota che ha ufficializzato la decisione di Bruxelles, “dovrebbe anche contribuire ad imprimere un’accelerazione agli urgenti interventi di risanamento ambientale della zona di Taranto” e per questo “è opportuno che tali essenziali interventi di bonifica proseguano senza indugi“.
Una decisione che fa seguito ad un esame approfondito dell’operazione, che prevede l’acquisizione da parte di ArcelorMittal – il maggior produttore di prodotti piani in acciaio al carbonio d’Europa e del mondo – delle principali attività di Ilva, in particolare del polo siderurgico di Taranto, in Italia, che è il più grande impianto integrato di fabbricazione di prodotti piani in acciaio al carbonio d’Europa. Entrambe le imprese sono importanti produttori in Europa di prodotti piani in acciaio al carbonio laminati a caldo, laminati a freddo e zincati. ArcelorMittal possiede una vasta rete di produzione che si estende in tutto lo Spazio economico europeo (SEE) e Ilva detiene importanti attività di produzione in Italia.
Alla decisione dell’ Ue non si è fatto attendere il commento via Twitter del ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda: “Ora manca solo l’accordo sindacale e poi finalmente, dopo anni di crisi e problemi, Ilva potrà diventare un’acciaieria competitiva e all’avanguardia nella protezione dell’ambiente e delle persone. Non perdiamo questa occasione per Taranto e per l’Italia“. Non una sola parola invece sulla mancata “trasparenza” contrattuale del Ministero.