di Antonello de Gennaro
La mostra interattiva “La Banconota delle idee: creatività, tecnologia e sicurezza”, esposizione che ruota intorno a una installazione multimediale la quale, grazie all’uso di tecnologie d’avanguardia, consente ai visitatore di conoscere le moderne tecniche di stampa delle banconote in euro, le caratteristiche di novità della serie “Europa” e i sofisticati presidi anticontraffazione. All’interno dell’ esposizione di grande attrattiva la mostra dei bozzetti di banconote immaginarie, creati dagli studenti di tutt’ Italia che con 406 elaborati (di cui 4 persino dall’ estero) hanno preso parte al premio organizzato dalla Banca d’Italia “Inventiamo una banconota” per l’anno 2014-2015, a cui hanno partecipato 133 scuole scuole primarie, 166 dalle scuole secondarie di 1° grado e 107 dalle scuole secondarie di 2° grado. La mostra ha riportato in Puglia, a Bari sua città natale, l’attuale Direttore Generale della Banca d’ Italia, Salvatore Rossi, che abbiamo avuto il piacere di incontrare ed intervistare, per poter finalmente dare una spiegazione “ufficiale” ai malumori tarantini conseguenti alla chiusura della sede di Taranto.
“Voglio chiarire una cosa. Nel prendere le decisioni su dove chiudere e dove lasciare aperte le nostre sedi, ovviamente non abbiamo adottato alcuna considerazione di natura geopolitica. Abbiamo fatto uno studio analitico basato sulla nostra operatività, in qualche misura siamo anche un’azienda oltre ad essere un’istituzione di natura pubblica, però facciamo dei mestieri, svolgiamo dei compiti che vanno dalla tesoreria per conto dello Stato, al sistema dei pagamenti, ai rapporti con la Centrale Rischi”.
Quindi quali sono state le ragioni che vi hanno portato a chiudere Taranto ?
“Dovendo ridurre i costi della nostra rete, che contava su 100 filiali, compresa quella di Taranto, che non si giustificava più sulla base del lavoro che facciamo ogni giorno. Dunque dovevamo ridimensionarci anche noi accogliendo le indicazioni adottate dal Governo, abbiamo dato una missione ai nostri esperti, economisti, analisti, ecc. di valutare le nostre sedi, e detto loro, diteci voi, trovate dei criteri oggettivi legati alla nostra operatività, cioè quante operazioni, quanto flusso di contante passavano nelle nostre filiali, e quindi sulla base di questi dati e parametri di valutazione, andiamo a determinare grazie a questi indicatori quali sono le filiali che potevano e dovevamo chiudere“.
Direttore, la città di Taranto, i suoi cittadini, politici, amministratori locali, operatori economici e finanziari non sono stati molto felici della vostra decisione…
“Guai se avessimo chiuso Taranto, perchè ci sta antipatica la città di Taranto. Per noi chiudere la filiale di Taranto o quella di un’ altra città è la stessa cosa. Questo tipo di reazione della città di Taranto, è la dimostrazione emblematica d come le battaglie di campanile siano la croce e la delizia del nostro Paese e della nostra economia. Negli Stati Uniti d’ America (il Direttore Generale Rossi ha effettuato non pochi soggiorni di studio su temi economici presso il Fondo monetario internazionale ed il MIT Massachusetts Institute of Technology di Cambridge – n.d.a.) nessuno farebbe una piega se un bel giorno la Fed , il sistema della rete federale decidesse di chiudere città come Chicago“
In una città come Taranto, dove la Marina Militare si è ridotta ai minimi termini, l’ ILVA è in amministrazione straordinaria, vedere chiudere anche la Banca d’ Italia non è stata una decisione rincuorante per l’economia locale.
“Voglio chiarire un concetto: la Banca d’ Italia non ha licenziato neanche un dipendente delle sedi chiuse, compresa quella di Taranto. In questa necessaria operazione di ridimensionamento, abbiamo trasferito coloro che desideravano essere trasferiti, ed abbiamo messo in piedi un sistema di scivoli per chi era vicino alla pensione. Nessuno è stato licenziato a Taranto. Nessun dipendente ! Dopodichè a me personalmente da pugliese, le confesso che se avessero avuto i numeri in regola io sarei stato ben felice di tenermele tutte e cinque aperte le filiali in Puglia”
Quali sono state le reazioni delle altre città dove avete chiuso le vostre filiali ?
“Guardi, le faccio l’esempio più eclatante, quello di Parma, città del Nord ove vi è una forte presenza di importanti gruppi industriali italiani ed internazionali. Anche a Parma ci sono stati dei malumori mica da ridere, quando abbiamo chiuso la nostra filiale di Banca d’ Italia. Quindi nessun pregiudizio nei confronti dell’economia tarantina, dei tarantini e degli operatori economici-finanziari. Soltabto il rispetto delle indicazioni che provenivano dai numeri. Per noi i numeri sono tutto.