di Antonello de Gennaro
Cari amici e lettori, dove eravamo rimasti ? Negli ultimi due mesi come ben noto a voi tutti sono stato colpito da un provvedimento di interdizione dalla professione richiesto dai pm Cannarile e Lopalco della Procura senza farmi avvalere del dovuto diritto alla difesa, e convalidato dal Gip di Taranto dr. Giuseppe Tommasino, a seguito di una serie di querele prive di fondamento, piene di livore, false e strumentali accuse mosse nei miei confronti ad opera di un giornalista-sindacalista, tale Mimmo Mazza da San Marzano di San Giuseppe, già oggetto di condanna per “brogli elettorali”, dalla quale si è salvato in appello solo e soltanto grazie all’intervenuta “prescrizione“. Calunnie di cui presto costui risponderà in sede penale, civile e professionale del suo operato. Purtroppo per lui “verba volant, scripta manent“.
Al contrario di chi ha cercato di montare ad arte contro di me una vera e propria campagna di fango mediatico, facendosi affiancare sostenere da un’associazione sindacale di cui fa parte e che non alcun ruolo istituzionale, mi sono difeso nelle forme e riti previsti dalla Legge, smontando e confutando dinnanzi al Tribunale di Taranto, documentalmente e giuridicamente le false accuse mosse strumentalmente e vergognosamente nei miei confronti.
Il vero obiettivo di “qualcuno” insieme al Mazza e “compagnucci” vari, in realtà era quello di far sequestrare e chiudere il nostro quotidiano online e di impedire l’uscita in edicola dell’edizione cartacea del CORRIERE DEL GIORNO che sarà un settimanale regionale d’inchiesta ed approfondimento. Ma non ci sono riusciti.
Tutti gli atti online. Presto allestiremo un’area del giornale dove pubblicheremo online tutti gli atti di questa vicenda giudiziaria, che non ha precedenti nella “storia” del giornalismo italiano e della giustizia. Per fortuna anche a Taranto, e di questo insieme agli avvocati che mi hanno assistito ero assolutamente certo, vi sono anche dei magistrati seri, e dei giudici indipendenti che applicano la Legge senza favoritismi, riguardi o interessi personali o “particolari”, e la decisione-ordinanza emessa della 2a Sezione Penale del Tribunale di Taranto presieduto dal giudice dr. Michele Petrangelo, (lo stesso del processo ILVA Ambiente Svenduto) e composta dal giudice relatore dr.ssa Elvia Di Roma, giudice a latere dr. Giovanni Caroli, lo confermano. Così come l’arrivo e la presenza a capo della Procura della repubblica di Taranto di un magistrato di valore come il dr. Carlo Maria Capristo è garanzia di indipendenza ed onestà morale e professionale. Sono finiti i tempi degli “amici degli amici“.
Un grazie particolare a tutti i miei amici. Quelli veri. Ai portavoce nazionali della Polizia, Carabinieri e Finanza che mi avevano espresso immediatamente la loro solidarietà certi, conoscendomi bene, che la verità sarebbe venuta a galla. Un grazie ai tutti i colleghi di tutt’ Italia che mi hanno fatto sentire ancora più vicina e presente la loro vera amicizia e solidarietà. Un particolare grazie va al mio amico-fratello maggiore Giuseppe Campanelli, che ha la “sventura”… di essere il mio avvocato, e che mi ha difeso con affetto, umanità, amicizia e professionalità, e con il codice in mano mi ha consentito di vincere questa “battaglia” legale, dove qualcuno ha giocato “sporco”. Un grazie di cuore anche agli avvocati Gianluca Pierotti e Donato Salinari, che per pura e vera amicizia ultradecennale con chi vi scrive, ci hanno affiancato e fornito totale ed ampia collaborazione su Taranto.
Un grazie a tutte quelle persone semplici normali, e sono state molte, più di quello che prevedevo, ed a quelli che ricoprivano cariche istituzionali, che mi hanno sempre manifestato in questi due mesi la loro stima ed amicizia. Questa vicenda mi ha aiutato a capire chi sono gli amici veri, e chi gli opportunisti che mi giravano intorno a Taranto per poter trarre qualche vantaggio personale. Inutilmente.
Questo giornale online che da due anni (il 1° agosto festeggeremo il nostro secondo anno di pubblicazioni) potete leggere gratuitamente ogni giorno, non ha mai richiesto o ricevuto contributi pubblici, non ha mai ricevuto una causa o vertenza di lavoro dai propri collaboratori e giornalisti, e sopratutto siamo felici di poterlo dire, non ha mai avuto e mai avrà alcun rapporto con il sindacato dei giornalisti su cui preferiamo esprimerci nelle aule di giustizia penale e civile.
Il Corriere del Giorno non ha padroni e padrini. Non ha finanziatori occulti. Non è al servizio di nessuno. Il vero editore di riferimento siete voi cari lettori, e quindi non abbiamo nulla da temere. Siamo liberi ed indipendenti e continueremo ad esserlo. Mio padre prima e l’indimenticabile Indro Montanelli poi, con i loro consigli ed insegnamenti mi hanno insegnato a credere nel valore dell’onestà. “L’unico consiglio che mi sento di dare – e che regolarmente Montanelli dava a noi giornalisti alle prime armi – ai giovani è questo: combattete per quello in cui credete. Perderete, come le ho perse io, tutte le battaglie. Ma solo una potrete vincerne. Quella che s’ingaggia ogni mattina, davanti allo specchio”.
E questa battaglia l’unica che conta per me. E sinora l’ho sempre vinta. Così come ho sempre vinto le battaglie processuali che ho dovuto sostenere per restare un uomo ed un giornalista libero ed onesto. Ben ritrovati cari amici e lettori. Il vero “divertimento” comincia adesso…