Ieri sera gli uomini della Squadra Mobile tarantina della Polizia di Stato , nell’ambito di specifici servizi, hanno tratto in arresto i pregiudicati tarantini Cosimo Di Bari , di anni 53, Francesco Mancino di anni 33 e Amedeo Ribaud di anni 52, in quanto responsabili in concorso tra loro dei reati di tentata estorsione e rapina. Nei giorni scorsi il titolare di un esercizio commerciale del centro cittadino aveva sporto denuncia presso gli uffici della Questura circa il tentativo di estorsione del Di Bari e del Mancino, i quali la mattina del 24 giugno scorso si erano presentati all’interno del suo negozio pretendendo la somma di 1800.00 euro, che avrebbe dovuto consegnare loro entro la stessa serata.
Al diniego del commerciante il Di Bari che il Mancino, reagivano senza alcuna esitazione, malmenando il malcapitato, promettendogli di ripassare in serata per ritirare comunque il denaro. Sulla base dei particolari indicati dall’esercente in sede di denuncia, i poliziotti davano inizio a mirati servizi di osservazione, nel corso dei quali, il il pomeriggio del giorno successivo notavano nei pressi dell’esercizio commerciale una Mercedes Classe B, alla cui guida vi era il Ribaud in compagnia del Mancino, quest’ultimo intento a guardare insistentemente in direzione del negozio.
Nella tarda mattinata di ieri gli operanti giunti presso l’esercizio commerciale della vittima, si avvedevano che il Mancino si stava allontanando dallo stesso a bordo della Fiat Punto di colore nero di proprietà del commerciante che riferiva essergli stata sottratta con violenza dallo stesso Mancino.
Scattavano quindi le ricerche delle due autovetture rintracciate subito dopo in Piazza Ramellini. Il terzetto veniva prontamente bloccato all’interno di un vicino esercizio commerciale. Al termine delle attività di rito i tre sono stati condotti negli uffici della Questura e al termine delle formalità di legge associati alla locale Casa Circondariale.
Si conclude bene l’ennesima vicenda di “pizzo” in città grazie al buon senso ed alla fiducia del commerciante nei confronti delle Forze dell’ordine, esattamente il contrario di quanto fecero a suo tempo ( “inchiesta Alias” n.d.a. ) due commercianti tarantini, Giovanni Geri e Giovanni Perrone, entrambi esponenti della locale Confcommercio, i quali non solo non riferirono nulla alla Polizia, ma addirittura negarono l’accaduto, favorendo i delinquenti, motivo per cui è stato richiesto dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Lecce il loro rinvio a giudizio . Un cattivo esempio per fortuna non condiviso dai commercianti più corretti e sopratutto “onesti”.