CATANIA – Alle 03.19 della notte una scossa di magnitudo 4.8 ha svegliato di soprassalto gettando nel panico diversi paesi, con famiglie subito scese per strada, ma anche Catania e grossi centri della sua piana, anche alla pendici del vulcano attivo più alto d’Europa . Pareti che vibrano, lampadari che ondeggiano velocemente nell’aria, la terra instabile sotto i piedi, mentre cadono dai pensili a terra. Sono alcune delle scene vissute in una notte di paura sull’Etna, tre giorni dopo la nuova violenta eruzione con crolli nelle abitazioni e nelle chiese .
Sono 600 a fine giornata gli sfollati che la Regione ospiterà in strutture turistiche grazie a una convenzione con Federalberghi, mentre chi ha paura a ritornare a casa anche se agibile potrà dormire nei palasport attrezzati. Un “evento unico”, spiegano dall’Ingv, parlando del sisma che per la sua superficialità – l’ipocentro è stato calcolato a meno di un chilometro di profondità – ha sviluppato una grande energia, avvertita anche a Taormina, nel Siracusano e nel Ragusano. Il centro della scossa tra Zafferana Etnea, Acireale, Aci Sant’Antonio, Aci Catena, Aci Bonaccorsi e Santa Venerina: i sei comuni dove si sono ‘concentrati’ i danni. Con 28 persone che hanno fatto ricorso alle cure dei medici negli ospedali. Ma solo due in codice giallo: una 70enne di Pennisi con fratture costali, contusioni e schiacciamento toracico e lombare, e un 71enne di Fleri con un trauma cranico non commotivo. Sono diverse le case crollate e decine quelle danneggiate.
Fleri, frazione di Zafferana Etnea, mostra le sue ‘ferite’ con calcinacci per strada, caduti anche dalla sua antica Chiesa. Danneggiate anche le altre due chiese delle stesso Comune, mentre nella Maria Santissima del Carmelo di Pennisi, frazione di Acireale, sono crollati il campanile e la statua di Sant’Emidio, venerato perché ritenuto il protettore dai terremoti. Un altro ‘miracolo’ della nottata, dopo quello vissuto da una famiglia di Fleri, padre, madre e due figli minorenni, che, a letto, sono stati salvati dai mobili di casa che li hanno protetti a mo’ di scudo dai calcinacci delle mura dell’abitazione. Ora parlano del “miracolo di essere rimasti vivi”.
Salvati anche tre cuccioli di cane a Zafferana etnea, recuperati dalle macerie dai vigili del fuoco avvertiti dalla loro padrona. Chiuso per ore il tratto tra Acireale e Giarre dell’autostrada Catania-Messina per lesioni sull’asfalto, e anche la tratta ferroviaria lungo la litorale ionica. Preso d’assalto il centralino del 112, il numero unico di intervento a Catania, con oltre 200 chiamate per interventi di soccorso. Fleri, frazione di Zafferana Etnea, mostra le sue ‘ferite’ con calcinacci per strada, caduti anche dalla sua antica Chiesa. Danneggiate anche le altre due chiese delle stesso Comune, mentre nella Maria Santissima del Carmelo di Pennisi, frazione di Acireale, sono crollati il campanile e la statua di Sant’Emidio, venerato perché ritenuto il protettore dai terremoti.
Un altro ‘miracolo’ della nottata, dopo quello vissuto da una famiglia di Fleri, padre, madre e due figli minorenni, che, a letto, sono stati salvati dai mobili di casa che li hanno protetti a mo’ di scudo dai calcinacci delle mura dell’abitazione. Ora parlano del “miracolo di essere rimasti vivi”. Salvati anche tre cuccioli di cane a Zafferana etnea, recuperati dalle macerie dai vigili del fuoco avvertiti dalla loro padrona. Chiuso per ore il tratto tra Acireale e Giarre dell’autostrada Catania-Messina per lesioni sull’asfalto, e anche la tratta ferroviaria lungo la litorale ionica. Preso d’assalto il centralino del 112, il numero unico di intervento a Catania, con oltre 200 chiamate per interventi di soccorso.
Appena scattata l’emergenza la Prefettura di Catania, col prefetto Claudio Sammartino, ha attivato il Centro coordinamento dei soccorsi e lo stesso ha fatto la Protezione civile nazionale, con il capo dipartimento, Angelo Borrelli, che ha presieduto un vertice a Palazzo del governo. “I tecnici – afferma Borrelli – ci dicono che si sta andando verso un raffreddamento della lava e ci dobbiamo aspettare una quiescenza dell’attività eruttiva il cui picco c’è stato a Natale, ora si va verso una diminuzione del fenomeno“. E annuncia che “un team del Dipartimento è in partenza per le aree colpite per operare a supporto dei comuni per l’assistenza alla popolazione”.
La situazione ricorda quella dell’ottobre del 1984 che provocò un morto a Zafferana Etnea: “è sempre la faglia di Fiandaca – osservano dall’Ingv – che quando si muove è pericolosa“. Ma, ci tiene a sottolineare Privitera, “non c’è alcuna correlazione tra l’eruzione dell’Etna e la contemporanea attività dello Stromboli“. Dai crateri sommitali continua l’emissione di lava e cenere, ma l’aeroporto di Catania resta operativo. Solidarietà alle popolazioni del Catanese colpite dal terremoto e dall’eruzione dell’Etna è espressa in modo trasversale dal mondo politico. Il governatore Nello Musumeci anticipa che domani la sua giunta, da Catania, dichiarerà “lo stato di calamità, con la contestuale richiesta a Roma della dichiarazione di emergenza“.