L’ Ufficio studi Cgia di Mestre (Venezia), ha pubblicato un rapporto secondo il quale, in base ai dati Istat, nonostante i circa 148 miliardi di euro incassati negli ultimi 50 anni grazie ai condoni, l’evasione fiscale resta una piaga in Italia, che vale quasi 90miliardi all’anno. Gli ultimi numeri disponibili, indicano come l’evasione fiscale e contributiva in Italia raggiunge circa i 90 miliardi, di cui 78,9 imputabili all’evasione tributaria e 10,8 a quella contributiva. Il territorio fiscalmente più “corretto” è la Provincia di Bolzano che presenta un’evasione di soli 9,3 euro ogni 100 incassati, a fronte di una media italiana di 13,2 euro.
La situazione più critica si registra al Sud: ogni 100 euro incassati, gli evasori pugliesi non ne dichiarano 19,2, mentre si tocca quota 16,5 in Basilicata. Fanno peggio solo la Calabria (21,3) e la Campania (20). Dallo studio emerge un’ulteriore piaga che colpisce il Mezzogiorno, legata all’abusivismo edilizio. Sebbene negli ultimi in anni il dato sia in leggero calo, nel 2022 ha registrato il suo picco massimo in Basilicata e in Calabria, entrambe con una percentuale del 54,1%. Seguono la Campania con il 50,4%, la Sicilia con il 48,2% e la Puglia con il 34,8%. Le regioni, infine, meno interessate al fenomeno sono state il Piemonte e la Valle d’Aosta, entrambe con il 4,2%, e, in particolar modo, il Trentino Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia, ambedue con un livello del 3,3 %. Il dato medio nazionale si attesta al 15.1 %.
Per ogni 100 euro di tasse pagate, gli evasori pugliesi ne fanno sparire 19,2. Un dato alto, altissimo, che porta la Puglia nella poco invidiata terza posizione tra le regioni con la maggior evasione fiscale. Peggio dei pugliesi, solo campani e calabresi. La Puglia sta messa male anche per quanto riguarda l’abusivismo edilizio. Secondo gli ultimi dati del Cresme, il fenomeno, nelle regioni meridionali, supera di gran lunga la media nazionale, che è del 15%. In Basilicata e in Calabria, il dato sale fino al 54,1%. Seguono la Campania con il 50,4%, la Sicilia con il 48,2% e la Puglia, quinta con il 34,8%. Anche in questo caso, fanno da contraltare Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta e Piemonte, tutte sotto il 5%.
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