ROMA – La Corte Costituzionale si è riunita oggi in camera di consiglio per discutere la questione sollevata dal dr. Benedetto Ruberto, Gip presso il Tribunale di Taranto su due norme del 2015 (più volte modificate), che hanno consentito la prosecuzione dell’attività dello stabilimento ILVA ed esonerato da responsabilità penale i soggetti che hanno dato e danno attuazione al piano di risanamento, in quanto non rispettose di vari principi costituzionali, tra cui, anzitutto, quelli relativi alla tutela della salute e dell’ambiente.
In attesa del deposito dell’ordinanza, l’Ufficio stampa della Corte ha reso noto che al termine della discussione è stata decisa la restituzione degli atti al Gip, il quale, considerato che nel frattempo il legislatore è intervenuto due volte (Dl n. 34 del 2019 e, successivamente, Dl n.101 del 2019, in corso di conversione in legge), dovrà valutare se permangono la rilevanza delle questioni e i dubbi di legittimità costituzionale.
La Corte Costituzionale ha accolto di fatto la richiesta avanzata in mattinata sia dal Governo che dalla società ArcelorMittal, che avevano insistito per la restituzione degli atti al giudice per le indagini preliminari di Taranto, affinchè rivaluti l’intera questione alla luce della nuova normativa. La Regione Puglia, unica parte offesa che si era costituita davanti alla Consulta, aveva insistito affinchè la Corte si esprimesse nel merito, dichiarando incostituzionali le previsioni normative di proroga del piano ambientale, e delle cause di non punibilità per i gestori dello stabilimento siderurgico di Taranto.