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21 Novembre 2024 23:16

Ex-ILVA. Le domande non fatte e le risposte senza fondamento del Ministro Boccia a Repubblica

Il ministro Boccia a REPUBBLICA : "Sull'Ilva pensiamo a sconti per Arcelor Mittal se investirà nell'ambiente, ma l'azienda non ci convince" in un'intervista sicuramente interessante da leggere, ma altrettanto divertente da smontare e confutare parola per parola, applicando il "fact-checking", cioè il controllo sulle parole rispetto ai fatti. Lo abbiamo fatto e questo che vi proponiamo è il risultato.

di Antonello de Gennaro

Ieri sul quotidiano La Republica, il collega Giuliano Foschini ha intervistato il ministro Francesco Boccia sull’ ILVA, realizzando un’intervista sicuramente interessante da leggere, ma altrettanto divertente da smontare e confutare parola per parola, applicando il “fact-checking“, cioè il controllo sulle parole rispetto ai fatti. Lo abbiamo fatto e questo che vi proponiamo è il risultato.

Boccia esordisce ricordando di essere “pugliese” e sino a questo punto è vero. Il ministro prima di entrare in Parlamento è stato Assessore all’economia al Comune di Bari (giunta Emiliano…) ed ha solo una laurea in scienze politiche. Ricorda di aver lavorato a Taranto come commissario ai tempi del default, ed anche questo è vero. Il collega Foschini scrive che Bocciadal principio segue in prima linea il dossier acciaio” ma questo non è vero, quindi FALSO.

Alla domanda Che accadrà?, Boccia risponde: Nel prossimo consiglio dei ministri il premier presenterà all’ordine del giorno “il cantiere Taranto”. Un intervento sull’area con progetti che avranno una ricaduta economica, sociale e ambientale. Si riuniranno stakeholders, associazioni, istituzioni locali e si metteranno in campo progetti concreti per costruire il futuro di Taranto“. Purtroppo il ministro dimostra di essere lontano anni luce dalla realtà quotidiana dei fatti, in quanto ancor prima di pensare al “futuro”, nella vita è necessario pensare al “presente”, di cui vive la gente.

Claudio De Vincenti

Foschini chiede: “Ci saranno finanziamenti?” E Boccia rispondeÈ possibile. Ma è importante l’idea: Conte vuole davvero fare di Taranto un laboratorio“. Questa risposta conferma la circostanza che Boccia in realtà non sa di cosa parla. Infatti il CIS- Tavolo per Taranto gode già di finanziamenti a fronte di progetti, per circa un miliardo di euro, voluti e stanziati dai Governi Renzi-Gentiloni e gestiti dall’ex-ministro Claudio De Vincenti, che al contrario di Boccia,  è professore di economia politica presso la Facoltà di Economia dell’Università di Roma La Sapienza

Alla domanda : “State pensando a un superamento dell’Ilva?” il neo-ministro barlettano risponde: No. L’Ilva e l’acciaio sono un asset centrale del paese. Ma ci sono le regole che vanno rispettate. È bene che Arcelor Mittal lo capisca: in Italia gli impegni contrattuali si rispettano. E poi ci sono cose poche chiare“. Anche qui Boccia dice una non verità e quindi il FALSO, infatti Arcelor Mittal ha stipulato un contratto e sinora aveva rispettato tutto quanto era previsto sopratutto in materia di prescrizioni ambientali, il tutto certificato dalle ispezioni dei sindacati e persino del ministro Di Maio durante la sua  disastrosa reggenza del Ministero dello Sviluppo Economico.

La risposta di Boccia continua: Questi signori lo scorso anno hanno fatto un’offerta e preso degli impegni. La congiuntura era prevedibile, così come i dazi. Se c’erano esuberi me li sarei aspettati in altre parti di Europa o in India; non a Taranto, nel nuovo investimento“. Anche in questo caso Boccia manifesta le sue limitate competenze., in quanto i dazi non erano assolutamente prevedibili, e peraltro chi decide cosa fare è chi investe i soldi, e non certamente una banda di incapaci ed incompetenti chiamati a gestire il Paese, senza avere il consenso degli elettori, con un’operazione di “truffa politica” agli elettori, e tutto ciò pur di conquistare un potere perso nelle urna elettorali.

Il collega Foschini ricorda a Boccia che “è sempre stato contrario all’arrivo di Arcelor”. Ed il ministro barlettano così risponde: Lo rivendico. Taranto era una bandierina per Arcelor che ha già dozzine di stabilimenti in tutta Europa. Sarebbe stata la prima fabbrica invece per i concorrenti di Jindal, che guidavano una cordata con tanta Italia dentro” ed anche qui Boccia dimostra di non sapere e capire di cosa parla !

Il ministro barlettano incredibilmente arriva a contestare l’arrivo in Puglia della più grande azienda al mondo che nel 2018 ha avuto utili per miliardi di dollari, e che avrebbe investito a Taranto, in Italia, circa 4 miliardi e mezzo di euro, se Luigi Di Maio e la dirigente regionale pugliese Barbara Valenzano (tanto cara… al governatore Emiliano) sotto le imbarazzanti spoglie di custode giudiziario e qualche giudice notoriamente “politicizzato” di Taranto, non avessero cambiato le carte in tavola e gli accordi contrattuali siglati, dei quali il ministro Boccia dimostra di essere a digiuno o ignorante (con tutto il rispetto, nel senso che non capisce quanto è contenuto nei contratti ed addendum) !

Il collega Foschini giustamente ricorda che la cordata Arcelor aveva offerto molti più soldi.Il prezzo non doveva essere il criterio principale di aggiudicazione. Doveva esserlo la prospettiva industriale, l’ambientalizzazione. E comunque dopo un anno questi signori vogliono mandare a casa gli operai e risparmiare sul canone di affitto; i due punti grazie ai quali hanno vinto la gara. Scherziamo?”.

Ed anche qui Boccia conferma di non sapere o capire di cosa stia parlando. Infatti il contratto vinto legittimamente da Arcelor Mittal prevedeva circa 2 MILIARDI DI EURO di investimenti da effettuare nell’ambientalizzazione dello stabilimento siderurgico di Taranto , Interventi che Arcelor Mittal ha iniziato a fare, come dimostra la copertura dei parchi minerari costata circa 400 milioni di euro e quasi completata e che è sotto gli occhi di tutti. Ma forse Boccia manca da troppo tempo da Taranto e non se ne è accorto !

E qui si arriva al ridicolo, quando il giornalista chiede a Bocca “Che si fa se vanno via?” . Leggete con attenzione cosa risponde il ministro….” Si portano in tribunale, come ha detto il presidente. Si nomineranno dei commissari. A proposito: i tecnici scelti dal precedente governo perdevano meno di Arcelor. E’ possibile che il più grande gruppo mondiale dell’acciaio faccia peggio dei commissari italiani? E’ strano. Ecco perché bisogna capire se sono vere quelle perdite. Capire da chi sono state comprate materie prime con prezzi fuori da mercato. Se per esempio fossero state comprate da altre aziende del gruppo Arcelor…”. Boccia non si deve essere accorto di più di qualcosa, e cioè è che è stata Arcelor Mittal Italia a portare dinnanzi al Tribunale di Milano  il Governo Italiano e non viceversa. Quindi dice qualcosa di FALSO ! Poi dimentica che i commissari già ci sono…e dulcis in fundo, dimostra di non capire nulla ma proprio nulla di economia ed impresa.

Infatti è normale che Arcelor Mittal perda più della precedente amministrazione straordinaria: gli indiani stanno spendendo per ristrutturare e risanare gli impianti dello stabilimento siderurgico di Taranto, mentre i commissari, prima quelli nominati dai suo compagni di partito del Pd e poi quelli nominati dal M5S non hanno speso alcunchè di quel MILIARDO e 350 MILIONI DI EURO che avevano in cassa !

L’intervista di REPUBBLICA si conclude così: “Però avete tolto lo scudo penale”. E qui Boccia dimostra di aver capito nulla, rispondendo: “La questione non è lo scudo. Se Mittal capisce che Ilva va sposata e non utilizzata le cose cambiano. Se Mittal non lo avesse ancora capito, dopo la visita del premier dovrebbe essere loro chiaro: non si possono fare ricatti sulla pelle dei lavoratori. Siamo pronti a reinserire lo scudo, scrivendolo per bene. Ma devono rinunciare ai 5 mila esuberi. Ci può essere anche uno sconto sull’affitto, ma solo se Arcelor si impegna a nuovi investimenti. Solo così la partita si può riaprire”. Qualcuno deve spiegare a Boccia come funziona un’industria, come si prepara un business plan, a cosa servono le relazioni trimestrali ai mercati finanziari (Arcelor Mittal è quotata in Borsa ad Amsterdam). Qualcuno spieghi al Ministro Boccia che è Arcelor Mittal a decidere se restare o meno e non lui,  o qualche ex-disoccupato del M5S.

Quello che La Repubblica non chiede a Boccia è questo:

  1. Come mai non sono stati utilizzati il miliardo e 350milioni di euro sequestrati dalla Guardia di Finanza ai Riva ex proprietari dell’ ILVA, per “evasione fiscale”che i Commissari dell’ ILVA in amministrazione straordinaria hanno in cassa , dopo la decisione del Tribunale di Milano che indicava che potevano essere utilizzati solo per il risanamento ambientale ?
  2. Come mai nessuno dice nulla che un dirigente regionale privo di competenze specifiche, voglia imporre restrizioni ambientali e temporali ad Arcelor Mittal, che non erano previste nè nel bando di gara internazionale e tantomeno nei contratti (compreso l’addendum) stipulati ?
  3. Come mai oggi si vuole re-iscrivere lo “scudo penale”, che era già stato scritto ed attuato guarda caso da ben tre Governi a guida PD (Letta-Renzi-Gentiloni) , allorquando anche il Pd ha votato in Parlamento per la sua revoca ? Lo sa almeno Boccia che lo scudo penale era stato introdotto per i commissari dell’  amministrazione straordinaria ?
  4. Come mai non dice una sola parola sul fatto che tutti i ricorsi giudiziari contro l’ ILVA, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, sulla vicenda ILVA. presentati dal suo “amico-sponsor” Michele Emiliano, sono stati rigettati in tutte le sedi giudiziarie e costituzionali ?
  5. Come mai i sindacati sono tutti d’accordo con Arcelor Mittal e contro il Governo Conte 2, cioè quello “giallorosso” (M5S-Pd) sulla revoca  dello scudo penale ?
  6. Come mai nel referendum interno fra i lavoratori circa l’80% firmano a favore dell’ accordo contrattuale stipulato con Arcelor Mittal ?

Prima di pubblicare questo articolo abbiamo provato a contattare il ministro Boccia e la sua addetta stampa, ma erano troppo impegnati….Chiaramente siamo sempre a disposizione per eventuali chiarimenti.

 

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Grazie, Antonello de Gennaro

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