(ADGNEWS24) Fabio Arturo Riva, figlio dell’ex patron dell’Ilva di Taranto, Emilio deceduto alcuni mesi fa, è rientrato in Italia dopo due anni e mezzo di latitanza, ed atterrato in serata con un volo di linea proveniente da Londra Heatrow all’ aeroporto di Roma Fiumicino, scortato da personale del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia – III Divisione Interpol – della Direzione Centrale Polizia Criminale a seguito di estradizione, dove ha trovato ad attenderlo allo scalo gli agenti della Polizia di frontiera ed i finanzieri del Comando provinciale di Taranto, comandato dal Col. Salvatore Paiano, che gli hanno notificato i due ordini di arresto pendenti a proprio carico (di Taranto e Milano). E’ stato quindi preso in consegna dai finanzieri che lo hanno trasferito in auto dalla Capitale al carcere di Taranto, dove era già stata predisposta una cella .
Fabio Arturo Riva, a lungo vicepresidente del Gruppo Ilva (controllato dalla sua famiglia) era atteso in Italia dal 26 novembre 2012, quando il gip tarantino, Patrizia Todisco, firmò e disposeo nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare. L’industriale lombardo è accusato di “associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale“, “avvelenamento di sostanze alimentari” e “corruzioni in atti giudiziari“, era già rintracciato dall’Interpol a Londra il 22 gennaio del 2013 dagli agenti dell’Interpol nei pressi dell’aeroporto londinese di Heatrow, a pochi chilometri da Londra. Riva venne messo subito in libertà su cauzione, dopo aver versato 100mila sterline (l’equivalente di 120mila euro) ma gli venne sequestrato il passaporto.
Fabio Arturo Riva,nell’ambito dell’inchiesta denominata “Ambiente svenduto”, è tra i 52 imputati per i quali la procura di Taranto ha chiesto il rinvio a giudizio, e si trovava da mesi a Londra dove aveva ingaggiato una battaglia legale per evitare l’estradizione ed il rientro in Italia, ma l’8 maggio scorso la Corte di Londra ha dato il suo assenso. Nei confronti di Fabio Riva pende anche un’altra ordinanza di custodia cautelare, che è stata emessa dal gip di Milano Fabrizio D’Arcangelo per una presunta truffa dall’industriale lombardo ai danni dello Stato da circa cento milioni di euro, procedimento per il quale è stato già condannato in primo grado a 6 anni e mezzo di carcere.
L’imprenditore era destinatario di due ordinanze di custodia cautelare, per le quali in un primo momento si era reso latitante. A seguito di tali provvedimenti ed in considerazione della latitanza del soggetto, era stato emesso mandato di cattura europeo, che ha ora portato l’autorità giudiziaria del Regno Unito a concedere l’estradizione dello stesso. A Fabio Arturo Riva è stato notificata una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dall’Autorità Giudiziaria di Milano il 17 gennaio 2014, sulla scorta di indagini condotte dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Milano, per il reato di associazione a delinquere finalizzata ad una truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
Congiuntamente è stata data esecuzione ad un precedente provvedimento restrittivo emesso dalla magistratura tarantina nel mese di novembre 2012, nell’ambito delle indagini connesse all’operazione “Environment Sold Out” eseguita dalle Fiamme Gialle joniche nei confronti dei vertici ed amministratori dello stabilimento ”ILVA S.p.a.” di Taranto, nonché di persone dipendenti da pubbliche amministrazioni. In tale procedimento, attualmente in fase di udienza preliminare, furono contestati i reati di associazione per delinquere finalizzata alla perpetrazione di disastro ambientale aggravato, omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro, avvelenamento di acque e sostanze alimentari, concussione e corruzione in atti giudiziari.
Riva dovrà affrontare con i suoi legali l’interrogatorio di garanzia entro 5 giorni, dinnanzi al giudice per le indagini preliminari Patrizia Todisco. Successivamente ogni ulteriore decisione, a fronte delle prevedibili istanze difensive, diventeranno invece di competenza del giudice per l’udienza preliminare dr.ssa Vilma Gilli, titolare del procedimento, in relazione alle decisioni riguardante il suo ruolo di imputato nel procedimento “Ambiente svenduto“.