Fabio Riva , l’ex numero due dell’ ILVA sotto il controllo del gruppo di famiglia, si è ammalato di tumore mentre si trovava in carcere a Taranto. In cella ha avvertito dei primi problemi con una veloce perdita di peso che hanno messo in allerta i suoi legali, i quali in più occasioni ne avevano chiesto la scarcerazione senza però mai ottenere il risultato desiderato. Dopo aver perso 15 chili la situazione è precipitata al punto tale che i magistrati del Tribunale di sorveglianza di Taranto si sono convinti a disporre una perizia super partes che ha verificato ed attestato le precarie condizioni di salute di Riva a cui è stato trovato un calcinoma, e quindi disposto l’immediato trasferimento nei giorni scorsi nel penitenziario di Opera a Milano. Dopo alcuni giorni passati in carcere, è stato trasportato prima presso l’ Ospedale San Paolo, e successivamente trasportato all’ Ospedale Maggiore di Milano dove è stato è stato sottoposto ad una delicata operazione. L’intervento è andato a buon fine, ma adesso dovrà cominciare un lungo ciclo di chemio e radioterapia.
I legali avevano chiesto , proprio per motivi di salute, in più occasioni che Fabio Riva venisse scarcerato. “La situazione è sotto controllo, ma certo è molto provato”, ha dichiarato il suo avvocato tarantino Nicola Marseglia auspicando che quando il prossimo 29 marzo si tornerà a discutere la richiesta di scarcerazione dinnanzi al Tribunale del Riesame di Taranto si augura che “vengano prese in considerazione le nostre istanze, anche perchè la cassazione ha in parte smontato l’ordinanza cautelare del Gup“. Infatti secondo la Cassazione era immotivata la rigidità del Tribunale di Taranto, ritenendo che fossero applicabili delle esigenze cautelari in misira minore
Fabio Riva, sessantanni, era il numero due del gruppo di famiglia, subito dopo che suo padre Emilio, scomparso recentemente proprio per un tumore, ne aveva preso il ruolo e la guida del gruppo RIVA, è attualmente imputato di associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale, all’avvelenamento delle sostanze alimentari, all’omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro, corruzione, falso e abuso d’ufficio. Il 26 novembre del 2012 venne ordinato il suo arresto, ma gli uomini della Guardia di Finanza non lo trovarono nella sua abitazione di Taranto. Riva era scappato.
Nel periodo di latitanza, come hanno rivelato le indagini svolte della Guardia di Finanza, Fabio Riva è stato anche in Costa azzurra, durante le vacanze natalizie, nel suo yacht ormeggiato nel porto turistico di Beaulieu-sur-mer, alle porte di Montecarlo , tanto che gli investigatori italiani non lo arrestarono solo per una sfortunata coincidenza, che gli consentì di prendere il volo per Londra. Da quel giorno gli investigatori italiani cominciarono una lunga trafila burocratica-giuridica con le autorità inglesi, agevolata anche dalle 100mila sterline di cauzione versate da Riva. E Fabio Riva dopo una lunga latitanza si costituì , pressochè certo di essere rilasciato. Ma così non fu.