ROMA – Fabrizio Corona è tornato in carcere. Lo ha stabilito Simone Luerti magistrato del Tribunale di Sorveglianza di Milano che ha sospeso l’affidamento terapeutico che gli era stato concesso per curarsi dalla dipendenza psicologica dalla droga. Tra le motivazioni, la vicenda legata al comportamento di Corona nei confronti di Riccardo Fogli, ossia l’aver parlato di un presunto tradimento della moglie dell’ex componente dei Pooh durante la trasmissione ‘L’isola dei famosi’. Comportamento definito “non congruo” dal giudice di sorveglianza, per una persona come Fabrizio Corona che sta scontando la pena in affidamento terapeutico.
Nel provvedimento vengono elencate una serie di violazioni delle prescrizioni territoriali, commesse prima di aver ricevuto nelle scorse settimane una diffida con cui gli è stato imposto di non lasciare più la Lombardia. Precedentemente come riporta il giudice, Corona, malgrado avesse l’autorizzazione per andare soltanto in un posto, andava spesso anche in altri luoghi senza passare dal commissariato di zona, dove avrebbe dovuto indicare la sua presenza. Inoltre, per due volte è risultato assente di notte dalla sua abitazione, non rispettando, quindi, gli orari imposti.
Il punto centrale, comunque, è la “insofferenza alle prescrizioni“ e la “incomprensione” della misura dell’affidamento manifestate esplicitamente in un video su Instagram e nella prima intervista a ‘Non è l’Arena’ di Massimo Giletti, nella quale, in sostanza, l’ex agente fotografico di gossip, che non avrebbe potuto neanche parlare dell’affidamento in atto, ha detto, in sostanza, che lui era stanco di tutti quegli obblighi. E così facendo ha dichiarato, dunque, esplicitamente che tutte quelle violazioni erano volute.
La Procura generale della repubblica di Milano, aveva chiesto per due volte la revoca dell’affidamento, mettendo in luce le presenze di Corona al ‘boschetto della droga’ di Rogoredo e il fatto che continuasse ad abitare in una casa già confiscata dalla magistratura. Per la Sorveglianza, però, questi ultimi due aspetti non costituiscono motivo di stop all’affidamento, perché Corona nel ‘boschetto’ è andato non per frequentare tossicodipendenti ma per realizzare servizi giornalistici e nella casa di via De Cristoforis, poi, sta ancora legittimamente, perché l’ordine di lasciarla scadrà tra qualche mese e in precedenza pagava l’affitto al demanio.
Alla fine dello scorso febbraio lo stesso giudice Luerti aveva emesso una diffida nei confronti di Corona, stabilendo che fino al 30 marzo non avrebbe potuto lasciare la Lombardia per partecipare a trasmissioni televisive. Una prescrizione che aveva già violato in più occasioni. Ieri sera è comparso nel programma televisivo ‘Non è l’Arena’ – ma in collegamento – per parlare della morte di Imane Fadil, la testimone dei processi Ruby deceduta per cause ancora non note.
Nel frattempo nei mesi scorsi l’Avvocato generale Nunzia Gatto della Procura generale milanese , oltre a fare ricorso fino in Cassazione per chiedere la revoca dell’affidamento, ha presentato alla Sorveglianza una nuova istanza di revoca della misura alternativa alla detenzione e su questa si era in attesa della fissazione di un’udienza per la discussione (anche in Cassazione dovrà esserci un’udienza). Tra i vari punti, il pg Gatto aveva elencato le numerose violazioni dell’affidamento, compreso il fatto che, lo scorso 10 dicembre e poi anche successivamente, Corona si era recato nel ‘boschetto della droga’ di Rogoredo, alla periferia sud di Milano, a fare “l’agente provocatore”, a fingere di acquistare stupefacenti, nonostante tra le prescrizioni del suo programma ci sia il divieto di frequentare tossicodipendenti.
Adesso entro 30 giorni il Tribunale Sorveglianza di Milano dopo un’udienza da fissare in composizione collegiale, dovrà decidere se revocare definitivamente l’affidamento o farlo proseguire e si capirà, quindi, se Corona resterà in carcere o meno.