ROMA – Sul fronte Cinque Stelle, dopo l’incontro tra i due leader emergono solo e soltanto le pretese grilline: “Noi reggiamo l’accordo con il Pd solo con Conte presidente del Consiglio”, fanno sapere . Di Maio ha riproposto un nuovo incarico a Conte come Presidente del Consiglio, Zingaretti ha ribadito la necessità di un governo di svolta, precisando che non si tratta di una questione personale. Il confronto, ha fatto sapere Zingaretti, continuerà nelle prossime ore. “O il Pd fa come diciamo noi oppure salta tutto”, è il ragionamento che il capo politico del M5S ha condiviso con gli uomini a lui più vicini.
Stasera si è svolto a cena in una casa privata un incontro a Roma fra Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti. Il capo politico M5s ha messo sul tavolo i due punti “chiave”, o meglio le pretese del Movimento 5 stelle affinché la trattativa decolli: il taglio dei parlamentari entro settembre e l’irrinunciabilità a Giuseppe Conte nel ruolo di presidente del Consiglio. Richieste accolte con freddezza da Zingaretti e parte del Pd ben consapevole che accettandole, di fatto spaccherebbe in due il partito democratico.
Fonti vicine al segretario del Pd hanno descritto l’incontro “molto cordiale”, ribadendo in merito alla proposta relativa al premier “la necessità di un governo di svolta, non per una questione personale ma per rimarcare una necessaria discontinuità”.
La riunione tra le delegazioni Pd e M5s
Si era concluso in meno di due ore il primo incontro della trattativa tra le delegazioni di Cinquestelle e Pd per un possibile governo giallo-rosso. E l’esito sembrava essere positivo, sebbene con il passare delle ore siano emersi segnali di tensione. Terminato il vertice, il capogruppo del Pd al Senato Andrea Marcucci ha dichiarato: “La riunione si è svolta in un clima positivo e costruttivo, che ci fa ben sperare sulle prospettive“. E Graziano Delrio, presidente dei deputati dem, assieme al vicesegretario Andrea Orlando, anche loro componenti della delegazione dem, hanno aggiunto: “Non c’è niente di insormontabile“. Ma l’ex ministro della Giustizia ha chiesto al M5s di chiarire “che questa è l’unica interlocuzione possibile“.
Anche la delegazione M5s – composta da Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli, con i loro vice, Francesco Silvestri e Gianluca Perilli – all’uscita ha giudicato positivamente l’incontro: “Clima costruttivo, abbiamo chiesto garanzie sul taglio dei parlamentari“. E poi hanno assicurato: “Non abbiamo in calendario altri tavoli in corso con altre forze politiche”. Orlando però ha continuato a insistere: “Mi pare sia importante che questo sia detto in modo chiaro al capo dello Stato”. Chiarendo in una nota congiunta con Delrio e Marcucci di essere “favorevoli” al taglio dei parlamentari ma “accompagnato da garanzie costituzionali e da regole sul funzionamento parlamentare“.
Il tempo a disposizione è poco, perché il presidente Sergio Mattarella ha già manifestato tutta la sua insoddisfazione per l’inconcludenza mostrata finora dai partiti nelle consultazioni. La scadenza è martedì, quando riprenderà – per 24 ore – il secondo round di incontri al Colle. Per 48 ore.