ROMA – Con una nota, la Lega ha annunciato l’inizio dell’iniziativa in corso a Palazzo Madama e Montecitorio: “Restiamo a oltranza in Parlamento, che è il nostro luogo di lavoro, finché non ci saranno risposte per tutti i cittadini. Madri, padri, imprenditori, commercianti, lavoratori non sanno cosa fare, non hanno certezze, non sanno se possono riaprire i loro negozi, non sanno quando i figli torneranno a scuola“.
“È ora che si torni a essere una democrazia compiuta”, continua il documento della Lega. “Non rallenteremo, né impediremo il regolare svolgimento dei lavori programmati, porteremo nelle aule, dove resteremo anche quando la seduta è conclusa, le voci dei lavoratori, di chi soffre, dei disabili, di chi è più fragile“. Al termine della riunione dei capigruppo a Palazzo Madama, la presidente del Senato Elisabetta Casellati ha dato mandato ai questori di sgombrare l’Aula ma i senatori della Lega si sono rifiutati di uscire.
Matteo Salvini dopo aver annunciato l’iniziativa in tv ha raggiunto l’aula del Senato in serata dalla quale ha inviato un tweet: “Tanti di voi ci hanno chiesto di rimanere in Parlamento fino a che dal governo non arriveranno risposte concrete agli Italiani su mascherine e protezione sanitaria per tutti, cassa integrazione non ancora arrivata ai lavoratori, soldi veri a commercianti e imprenditori, certezze per le famiglie coi figli a casa e le scuole chiuse, sospensione vera dei mutui, sostegno per affitti e bollette, mafiosi da riportare in carcere“.
Successivamente la Lega ha fatto sapere che auspica che tutti i suoi alleati all’opposizione si uniscano all’iniziativa. “Ci auguriamo che tutte le opposizioni di centrodestra sostengano l’iniziativa di restare in Aula in nome della libertà, democrazia e sicurezza del popolo italiano” hanno dichiarato i capigruppo della Lega Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari rivolgendosi agli alleati del centrodestra.
I presidenti regionali di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia — che governano 12 Regioni su 20 — hanno condiviso un documento sulla Fase 2 con il quale vengono formulate richieste molto chiare al Governo guidato dal premier Giuseppe Conte. In primo luogo, criticano l’uso dello strumento del Dpcm e chiedono che la fase di “normalizzazione dell’emergenza coronavirus” ripristino il ritorno dell’”equilibrio democratico” dei poteri tra Stato-Regioni, come indicato e previsto dal dettato Costituzionale.
Poi chiedono di avere maggiore autonomia e competenze nel deliberare le aperture che, a loro giudizio, devono tenere conto della “differenziazione” dei territori e della diffusione del virus nelle varie Regioni. Un chiaro e netto atto “politico” contro il Governo Conte, anche se portatore di obiettivi propositivi.