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27 Dicembre 2024 00:31

Fase2 Covid19. Fatturato in calo di oltre il 50% per i pubblici esercizi

La quasi totalità di bar e ristoranti ha riaperto o sta per farlo. Migliora leggermente la percentuale di chi valuta positivamente l’andamento della fase 2 passando dal 9,9% della prima settimana al 17,2% attuale, ma ancora più della metà (circa il 54%) da un giudizio molto negativo. Circa il 65% delle aziende ha fatto ricorso al DL liquidità ma solo poco più della metà ha già ottenuto il prestito richiesto

ROMA – Dopo 3 settimane dalla riapertura permangono grandi difficoltà per i pubblici esercizi con cali del fatturato che si attestano in media intorno al 53%. Ecco quanto emerge dall’indagine condotta dal Centro Studi della Fipe, Federazione Italiana Pubblici Esercizi, per analizzare l’andamento di bar e ristoranti in questo primo periodo della fase 2. Incassi più che dimezzati rispetto al periodo pre-Covid. La situazione resta critica anche per l’occupazione: solo nel 30% delle aziende è tornata al livello pre-covid, mentre nel 31,5% il personale impiegato è ancora inferiore del 50% o più.

Poche luci e molte ombre tre settimane dopo la riapertura. Il 94,9% dei bar e l’89,4% dei ristoranti risultano in attività mentre rispettivamente il 3,1% e il 7,3% sono in procinto di farlo. Il 2% dei bar e il 3,3% dei ristoranti dichiarano di restare ancora chiusi anche nel prossimo futuro.

Pur in presenza di un miglioramento del “sentiment” degli imprenditori sull’andamento dell’attività (9,9% della 1 settimana vs. il 17,2% della terza), più della metà degli intervistati (circa 54%) dà ancora un giudizio fortemente negativo e meno della metà degli intervistati (46,1%) si dichiara soddisfatto di aver riaperto.

Forte incertezza anche sul futuro: il 66,5% ritiene che non riuscirà a tornare ai volumi di attività pre-Covid. Come detto, il calo medio del fatturato registrato in questo periodo è stato del 53,5%, nel dettaglio parliamo del 54,8% per i ristoranti e del 49,9% per i bar. Per il 53,5% delle aziende intervistate a mancare sono soprattutto i turisti, in particolare stranieri, ma il restante 46,5% lamenta anche la mancanza di clientela residente.

Il focus dell’indagine si è poi spostato sugli aiuti messi in campo dalle Istituzioni, con particolare riferimento ai prestiti garantiti previsti dal DL liquidità. Il 65,1% delle aziende ha fatto ricorso a questa misura, il 51,7% per un importo fino a 25.000 euro, il 13,4% per un importo oltre i 25.000 euro. per i quali solo il 56,8% dei richiedenti ha ottenuto il prestito richiesto.

Il bilancio a tre settimane dalla riapertura conferma tutte le nostre preoccupazioni sulla capacità di tenuta delle imprese dinanzi ad una ripartenza difficile e per molti aspetti attesa. – dichiara Aldo Cursano, Vicepresidente Vicario di Fipe – Con un calo del fatturato di oltre il 50% nessuna impresa riuscirà ad andare avanti a lungo senza misure di sostegno sul versante dei costi e senza una robusta capacità finanziaria. Per questo stiamo continuando a chiedere interventi sul costo del lavoro, su canoni di locazione e Imu e sulle scadenze fiscali in attesa che la domanda torni ad un livello che permetta alle imprese di reggersi sulle proprie gambe. Ma sapendo che di turisti stranieri – prosegue Cursano – ne vedremo pochi per un periodo ancora lungo dovremo necessariamente puntare sulla domanda interna con una comunicazione rassicurante e con iniziative di promozione stimolanti”.

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