di REDAZIONE CRONACHE
Intervenendo al congresso di Firenze dei medici internisti ospedalieri di Fadoi che gli hanno consegnato il premio Internal Medicine Research Award 2021, l’immunolgo e consigliere scientifico della Casa Bianca Anthony Fauci ha spiegato che “A 15 giorni dalla somministrazione della terza dose del vaccino Moderna rispetto a più varianti possiamo vedere un aumento della protezione di 23 volte rispetto alla mutazione D614G (la prima rilevante rispetto al ceppo originario di Wuhan), di 32 rispetto alla mutazione B.1.351 (sudafricana) e di 44 volte rispetto alla mutazione P.1 (brasiliana). Dati simili a quelli rilevati per il booster Pfizer e indistintamente in giovani e anziani, nei quali si sono avuti drastici aumenti dei livelli anticorpali e della protezione da forme gravi e infezioni“.
“La trasmissibilità della variante Delta è molto più efficiente delle altre varianti e la carica virale nelle vie aeree superiori delle persone infette è fino a mille volte superiore rispetto ad altre varianti. Negli Stati Uniti questo ha comportato un calo di efficacia dei vaccini contro forme gravi di malattia con conseguenti ricoveri, che è dal 91 all’81% per Moderna e dall’85 al 75% per Pfizer“, ha aggiunto l’esperto.
È anche sulla base di questi numeri che, come ricordato dallo stesso immunologo, l’Fda americana ha recentemente autorizzato la dose di richiamo del vaccino Pfizer per le persone di età pari o superiore a 65 anni e per quelle dai 18 anni in su con alto rischio di sviluppare una forma grave di infezione da Covid-19, o ancora, per persone esposte al rischio.
Fauci a proposito del long Covid ha detto“Ci sono anche condizioni post Covid-19 riconducibili alla disfunzione residua degli organi, dovuta dal danno, come quello polmonare, che porta ad anomalie della funzione. Tuttavia dal 15 al 30% circa di individui ha una persistenza di segni e sintomi, da settimane a mesi, che non sono completamente spiegabili. Alcuni di quelli riportati come Long Covid sono affaticamento estremo, a volte debilitante, inspiegabile mancanza di respiro, dolori muscolari, disautonomia (malfunzionamento del sistema nervoso) caratterizzata da sbalzi della temperatura e tachicardia inspiegabile, disturbi del sonno, depressione e ansia, e una condizione molto curiosa denominata ‘nebbia del cervello’, che provoca nelle persone difficoltà a focalizzare o concentrare i propri pensieri”.
L’immunologo americano ha voluto rassicurare chi è preoccupato dalla velocità con cui i vaccini sono stati creati e poi messi in commercio.”La velocità e l’efficienza con la quale sono stati sviluppati questi vaccini in grado di salvare milioni di vite – spiega- sono in realtà dovuti a uno straordinario sforzo multidisciplinare, che ha coinvolto la scienza preclinica e clinica di base, messo in atto fuori dai riflettori per decenni, prima della pandemia di Covid-19″.
Uno nuovo studio pubblicato su MedRxiv (e quindi non sottoposto a revisione)i ricercatori di Oxford confermano che i vaccinati non contagiano come i non vaccinati. Gli scienziati hanno misurato le cariche virali di individui contagiati da Delta, tre volte più trasmissibile rispetto al ceppo originario. L’analisi, pubblicata il 29 settembre, conclude che le persone vaccinate sono meno infettive anche con Delta. Inoltre ipotizza i bambini siano meno infettivi e meno suscettibili, anche con la mutazione rilevata per la prima volta in India. I ricercatori hanno analizzato i dati dei tamponi tra il 2 gennaio 2021 e il 2 agosto 2021 in Inghilterra.