La relazione dei commissari sulla gestione di Ferrovie Sud Est, su delega ricevuta dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, alla luce della due diligence effettuata dalla Deloitte, è stata trasmessa questa mattina alla Procura generale della Repubblica di Roma, alla Procura regionale della Corte dei Conti per il Lazio e all’Autorità Nazionale Anticorruzione.
Il sub-commissario delle Ferrovie Sud Est Domenico Mariani, accompagnato dall’avvocato Michele Laforgia, ha consegnato ieri nelle mani del Procuratore capo della repubblica di Bari, Giuseppe Volpe, affiancato dal procuratore aggiunto Lino Giorgio Bruno, coordinatore del pool pubblica amministrazione degli uffici inquirenti baresi, la relazione sulle presunte consulenze d’oro e sprechi nella gestione dell’azienda di trasporti pugliese . Mariani ha annunciato che sono in corso “approfondimenti sugli investimenti e seguirà una relazione aggiuntiva. Il procuratore ha assicurato che darà corso alle indicazioni individuate nella relazione” ha poi aggiunto che è venuto alla luce – “un sistema che partiva a raggiera e confluiva sull’amministratore unico, quindi era lui che si interfacciava con le singole aree e i singoli uffici.Il nostro compito – ed ha concluso – era quello di chiudere questa prima fase della relazione perché questo era il mandato ricevuto dal ministro. Ora dobbiamo preoccuparci solo del futuro di Fse“”
La relazione della Deloitte, che ha individuato numerose irregolarità nella gestione del denaro pubblico da parte dell’ ex-amministratore unico, l’avvocato tarantino Luigi Fiorillo , costituisce per la magistratura barese un punto basilare di partenza dell’indagine penale che dovrà individuare ed accertare eventuali reati a carico degli ex amministratori. Accertamenti che la Guardia di Finanza di Bari sta svolgendo da mesi a seguito della delega ricevuta dai magistrati della Corte dei Conti.
Infatti la sezione pugliese della Corte dei Conti aveva già aperto un nuova inchiesta, affidandola al vice-procuratore Pierpaolo Grasso che nei giorni scorsi ha incontrato ed ascoltato per oltre un’ora il commissario Andrea Viero. Dopo aver attivato il recupero di oltre 5 milioni per i vagoni d’oro, il procuratore Grasso dovrà ad occuparsi anche della gestione “allegra” dell’ex amministratore Luigi Fiorillo, e con qualche problematica in quanto la Corte di la Cassazione dovrà stabilire se la competenza giuridica sulla vicenda spetta alla magistratura civile o quelli contabili . Infatti l’unica via per cercare di recuperare le somme distratte dalle casse delle Ferrovie SudEst è quella di attivare delle azioni di responsabilità, che però dovrebbero limitarsi – al contrario dei poteri della Corte dei Conti – anche a degli eventuali dipendenti e collaboratori responsabili delle distrazioni economiche.
Il “crack economico” scoperto dal commissario Andrea Viero, affiancato da due sub commissari nominati anche questi dal ministro Graziano Delrio, ammonta a 280 milioni di euro, frutto -come si legge nella relazione – di sprechi e clientelismi, come le consulenze, costate in circa 10 anni la somma complessiva 132 milioni di euro a fronte dei 150 milioni all’anno incassati dall’azienda. Dalle indagini interne effettuate per conto dei commissari dalla Deloitte, sugli ultimi vent’anni di “malagestione” Fiorillo, sono emersi non poche intrallazzi di natura politica, arrivando addirittura a collegamenti con ambienti romani collegato al Vaticano.
Analizzando la natura ed i destinari delle consulenze d’ “oro” affidate dall’ex-amministratore unico la Deloitte si è giunti alla “Fondazione Italiani” , dell’avvocato Angelo Schiano che ha incassato 27 milioni di euro, fondazione, che come si legge anche sul suo sito Internet, si pregia di collaborare con il Pontificio Consilio per i Laici e persino con l’ex premier russo Michail Gorbaciov, nonchè di aver costituito l’ Ocmie organismo di conciliazione e mediazione Italo-Estero e non è un caso quindi se Fiorillo sottoscrive proprio davanti a questo organo nel 2012 e successivamente nel 2015 degli accordi che riconoscono a Schiano la non indifferente somma di 15 milioni di euro, delle quali 10 milioni pagate a rate annuale di 500mila euro.
Nella sua relazione, la Deloitte spiega che “la Fondazione è stata costituita il 22 giugno 2004, tra gli altri, dall’avv. Angelo Schiano, che – in quanto rappresentante di un socio fondatore – siede nel cda dell’ Ocmie. La Fondazione Italiani, inoltre, ha nominato come (proprio) revisore dei conti il dott. Fausto Vittucci”, cioè lo stesso commercialista che certifica i bilanci delle Ferrovie Sud-Est e contemporaneamente nella mediazione ha “certificato” i crediti vantati da Schiano. Ma gli intrecci non sono finiti, in quanto le Ferrovie Sud-Est nella procedura di mediazione si fa assistere guarda caso….dall’avvocato Domenico Giampietruzzi, un “professionista che risulta – come spiega la Deloitte – avere avuto rapporti di collaborazione con l’avv. Angelo Schiano e Pino Laurenzi “. Quest’ultimo, il collega di studio di Schiano.
Sarebbe sempre riconducibile all’ avv. Schiano anche folle gestione contrattuale, dell’inutile sede a Roma delle Ferrovie Sud-Est, che senza alcun motivo e valida ragione funzionale, avevano un ufficio nella Capitale sino al 2014, che costava 280mila euro l’anno. Il contratto di locazione venne sottoscritto nel gennaio 2013 e disdetto l’anno successivo a seguito delle contestazioni e pressioni del collegio sindacale delle FSE, che ritenevano ingiustificata la locazione di 6 stanze all’interno dell’immobile romano ubicato via Severano. Ad affittare la sede romana era la Sogea, una società romana riconducibile all’ingegnere Sandro Simoncini il quale “ha avuto rapporti professionali diretti con Fse – come ha accertato la Deloitte – almeno dal 2004 al 2015″ arrivando a maturare al 31 dicembre scorso dei crediti vantati per 730mila euro. Andando a curiosare che è l’ ing. Simoncini si scopre qualcosa di inquietante. L’ingegnere romano risulta coinvolto, come l’ avvocato Schiano, nell’indagine penale sul cosiddetto “Madoff dei Parioli“, il broker finanziario che ha truffato mezza Roma, Gianfranco Lande, il quale aveva proprio Schiano e Fiorillo tra i suoi clienti.
In un processo a stralcio della vicenda processuale sul “Madoff dei Parioli“, nel maggio 2015 Schiano è stato condannato con rito abbreviato a due anni per “bancarotta fraudolenta” sentenza che è stata appellata dai suoi difensori, mentre invece l’ing. Simoncini, che ha scelto di farsi giudicare con il giudizio ordinario, ed è attualmente sotto processo dovendo rispondere anch’egli di bancarotta . Secondo il pubblico ministero romano capitolino Luca Tescaroli, come si evince dalle carte processuali Simoncini era il “fiduciario” di Schiano in un’operazione immobiliare milionaria. E quindi questo groviglio di interessi ed affari incrociati spiegano molte cose sulla consulenze “allegre” delle Sud Est.
Ricapitolando, Schiano, avvocato “vicino” ad ambienti al Vaticano riceve dalle Ferrovie Sud-Est incarichi di consulenza per 27 milioni di euro. Fiorillo, quale amministratore unico delle Ferrovie Sud-Est incarica la certificazione del loro bilancio al commercialista di fiducia della Fondazione creata da Schiano, e sempre lo stesso commercialista viene chiamato incaricato anche di certificare i crediti dell’avvocato romano vantati nei confronti dell’azienda ferroviaria pugliese. Ciliegina sulla torta le Sud-Est aprono la propria inutile sede romana in un immobile riconducibile a un ingegnere ( Simoncini n.d.r.) considerato “fiduciario” dell’avvocato Schiano, e Simoncini riceve anch’egli dalle Sud-Est consulenze ed incarichi per centinaia di migliaia di euro.
Una vicenda torbida dove siamo pressochè certi la Magistratura e la Guardia di Finanza faranno luce al più presto.