di REDAZIONE POLITICA
Fincantieri, ArcelorMittal Italia e Paul Wurth Italia hanno firmato un Memorandum d’intesa per l’eventuale realizzazione di un progetto finalizzato alla riconversione del ciclo integrale esistente dell’acciaieria di Taranto condotta in locazione da Arcelor Mittal secondo tecnologie ecologicamente compatibili. Resta da chiedersi cosa ne pensano il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti ed il Premier Mario Draghi. Per Giorgetti infatti “l’ingresso dello Stato nell’ex Ilva come socio minoritario rispetto ad ArcelorMittal, oltre a essere un atto doveroso di controllo perché lo Stato investirà dei soldi pubblici nell’azienda servirà anche a verificare ed eventualmente correggere alcune politiche distorsive che sono state segnalate“. E’ quanto ha affermato il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti che ha incontrato oggi in video conferenza le aziende legate all’indotto ex Ilva.
“In ogni caso l’ingresso pubblico – aveva avvertito il ministro Giorgetti – non sarà pretesto per nessun comportamento improntato al lassismo come in passato ma avrà il compito di vigilare sulla correttezza di scelte e comportamenti da parte di tutti”.
Nel comunicato diffuso in serata Fincantieri, ArcelorMittal Italia e Paul Wurth Italia spiegano la suddivisione dei ruoli delle parti all’interno dello sviluppo del progetto : Paul Wurth Italia fornitore tecnologico la cui cultura impiantistica deriva da una compagnia storica quale Italimpianti, si occuperà di verificare la fattibilità tecnica dell’implementazione di nuove tecnologie nell’impianto esistente per migliorare l’impatto ambientale e definirà gli input necessari all’analisi di fattibilità economica. Thomas Hansmann, Amministratore delegato di Paul Wurth Italia S.p.A. ha dichiarato : “La riconversione green del sito di Taranto riveste un’importanza strategica tale da richiedere il concorso delle migliori risorse del Paese; il successo di un’operazione di questa importanza passa necessariamente attraverso la collaborazione fra aziende, che all’interno del proprio campo di lavoro, rappresentino l’eccellenza. Si sta giocando una partita fondamentale per consentire all’Italia di continuare a rivestire un ruolo cardine nella produzione di acciaio di alta qualità in Europa. Come Paul Wurth Italia, degna erede di Italimpianti che tanto ha contribuito negli anni passati allo sviluppo economico del Paese, siamo orgogliosi di portare avanti quella tradizione di supporto al cliente che storicamente ci contraddistingue”.
ArcelorMittal Italia si occuperà, quale gestore del sito industriale, della verifica di fattibilità produttiva delle nuove soluzioni tecnologiche e dei relativi impatti economici-normativi-legali; l’ Amministratore delegato di ArcelorMittal Italia, Lucia Morselli, a sua volta ha commentato: “Dobbiamo essere in grado di migliorare le nostre imprese, farle essere campioni di sostenibilità, capitalizzare su questi processi, su queste tecnologie e avremo così un driver di sviluppo per il paese con un potenziale di esportazione di tecnologia straordinario, essendo la domanda di queste competenze in continua crescita in Europa e nel mondo”.
Fincantieri, in grado di operare come general contractor nei settori civile, strutturale, ambientale, impiantistico, elettronico e manutentivo, verificherà la fattibilità dei progetti, con riferimento in particolare a investimenti, tempistica, costi di gestione, in un’ottica di integrazione delle differenti attività di project management. Giuseppe Bono, Amministratore delegato di Fincantieri, ha commentato: “Le collaborazioni tra preminenti attori nazionali vanno oltre la crescita delle singole aziende, innescando benefici per l’intero tessuto economico del Paese. Questa convergenza con ArcelorMittal e con una società dalla solida tradizione come Paul Wurth, potrà valorizzare fortemente la filiera siderurgica. Questa rappresenta una risorsa fondamentale per la manifattura italiana, che ambisce a rimanere la seconda in Europa, e il nostro impegno è rivolto ad aumentare la competitività del prodotto acciaio, soprattutto sotto il profilo della sostenibilità ambientale, aspetto che acquista sempre maggiore rilevanza per tutti gli stakeholder coinvolti nei processi industriali”. Bono ha concluso: “Siamo anche lieti che per la prima volta per l’acciaieria di Taranto siano coinvolti, oltre ad ArcelorMittal, importanti realtà industriali del Paese, che potranno quindi dare un contributo alla soluzione degli annosi problemi che hanno pregiudicato il mantenimento e lo sviluppo di questo sito che, ricordiamolo, è il primo d’Europa”.
Nell’accordo è compresa l’individuazione di progetti innovativi per il contenimento delle emissioni, nonché attività per lo studio e lo sviluppo di nuovi modelli di business congiunti, come la realizzazione di acciai ad alta resistenza per la produzione di navi e grandi infrastrutture, oltre alla fornitura di acciaio.
Nel frattempo circola sempre più forte il nome di Franco Bernabè ex presidente di Eni e amministratore delegato di Telecom, che sarebbe l’asso nella manica del ministro Giancarlo Giorgetti – con il placet di Mario Draghi – per imprimere la svolta decisiva all’infinita vertenza del gruppo siderurgico. Ed in quel caso sarebbe l’anticamera dell’uscita dell’ attuale Amministratore Delegato di Arcelor Mittal Italia, Lucia Morselli che difficilmente potrebbe continuare a fare la “zarina” dello stabilimento siderurgico. Anche perchè in prossimità del nuovo aumento di capitale previsto contrattualmente nel 2022, cioè fra pochi mesi il controllo sarebbe completamente statale e consentirebbe a Bernabè di prendere in mano la guida del gruppo nelle intenzioni (come nelle intenzioni di Giorgetti e Draghi . E la Morselli nel frattempo potrebbe fare le valigie e cercare un nuovo incarico.