ROMA – È stato sottoscritto questo pomeriggio a Roma, nella sede del Ministero della Giustizia, il protocollo d’intesa integrativo a quello sottoscritto il 25 gennaio 2018 finalizzato alla realizzazione del ‘Polo della giustizia di Barì nell’area delle ex caserme dismesse “Capozzi” e “Milano“.
Il Comune di Bari si farà carico degli interventi di carattere urbanistico/viario per l’accesso, il transito e la sosta nei pressi della zona della caserme. Il Ministero ha confermato la disponibilità di 94,7 milioni di euro.
Il ministero della Giustizia ha dato attuazione ai relativi impegni finanziari per una quota di 22.181.000 euro. Ulteriori risorse sono state disposte nella ripartizione del Fondo finalizzato al rilancio degli investimenti delle amministrazioni centrali dello Stato e allo sviluppo del Paese, per una quota pari a 72.519.000 euro.
I rappresentanti degli Enti coinvolti, coordinati dal ministero della Giustizia, istituiranno un Tavolo tecnico per accelerare l’attuazione del protocollo e per porre repentine soluzioni ad eventuali criticità che dovessero verificarsi.
Attualmente Procura e Tribunale Penale sono ospitati nella cosiddetta soluzione provvisoria con contratto di 6 anni rinnovabili per ulteriori sei anni nell’ ex Palazzo Telecom in via Dioguardi, nel quartiere Poggiofranco di Bari, in attesa della realizzazione del Polo ma sopratutto dopo lo sgombero, avvenuto un anno fa, per inagibilità e rischio crollo dell’ex Palagiustizia di via Nazariantz.
“Mi auguro questa firma rappresenti un vincolo sul futuro – ha dichiarato il sindaco di Bari, Antonio Decaro – chiunque nei prossimi anni sarà sindaco o ministro o siederà ai vertici della giustizia cittadina non potrà tornare indietro e annullare gli sforzi, il lavoro e i sacrifici fatti fino ad oggi per giungere a questo obiettivo. Il Polo della Giustizia barese oggi deve essere una certezza“.
“Un anno fa a Bari la giustizia si celebrava nelle tende, – ha commentato a margine della firma il Guardasigilli Bonafede – .dopo un anno e dopo aver sistemato gli uffici in una soluzione ponte, c’è la prospettiva di una cittadella giudiziaria. Una soluzione che serve anche a recuperare immobili inutilizzati appartenenti allo Stato, creando così sinergie fra istituzioni, risparmio sui costi e sostenibilità”