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5 Novembre 2024 05:18

Firmato l’accordo sul grano fra l’Ucraina e la Russia con la mediazione della Turchia ed Onu

"Oggi rappresenta un faro nel Mar Nero, un faro di possibilità, di speranza e sollievo in un mondo che ne ha davvero bisogno" ha commentato il segretario generale dell’Onu. Guterres

L’Ucraina e la Russia hanno firmato l’accordo sul grano con la Turchia e l’Onu. Per l’Ucraina il documento è stato firmato dal ministro delle Infrastrutture ucraino Oleksandr Kubrakov, dal ministro della Difesa turco Hulusi Akar e dal segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. Per la Russia, l’intesa è stata siglata dal ministro della Difesa di Mosca Serghei Shoigu. Non si tratta di un accordo diretto fra Kiev e Mosca ma di un accordo di entrambi i governi con la Turchia e l’ Onu. Secondo l’accordo, il controllo dei porti di Odessa, Chornomorsk e Yuzhny rimane a Kiev.

Il premier italiano Mario Draghi

“Gli accordi firmati oggi a Istanbul da parte dell’Ucraina, della Russia, della Turchia e delle Nazioni Unite sono un’ottima notizia per tutta la comunità internazionale. Lo sblocco di milioni di tonnellate di grano ferme nei porti del Mar Nero è essenziale per permettere a questi carichi di raggiungere i cittadini di molti Paesi a medio e basso reddito e evitare una crisi alimentare mondiale. Il successo di questo piano dipenderà dalla rapida e piena attuazione degli accordi firmati oggi. L’Italia si è fortemente impegnata negli scorsi mesi per sostenere l’iniziativa di mediazione della Turchia con il ruolo centrale delle Nazioni Unite. Auspichiamo che questi accordi rappresentino un primo passo verso concrete prospettive di pace, in termini che siano accettabili per l’Ucraina” ha scritto in una nota Mario Draghi.

“Oggi rappresenta un faro nel Mar Nero, un faro di possibilità, di speranza e sollievo in un mondo che ne ha davvero bisogno” ha commentato il segretario generale dell’Onu. Guterres ha ringraziato tutte le parti che hanno contribuito alla firma e in particolare ha detto grazie a Erdogan per quella che ha definito una “perseveranza fondamentale“. Il segretario dell’Onu ha sottolineato che “raggiungere l’accordo non è stato facile” , evidenziando che “l’accordo va nell’interesse del mondo intero e che i prezzi saranno stabilizzati e questo pone fine a un incubo per i Paesi in via di sviluppo“.

“Le consegne verso tutti mercati saranno ripristinate facendo abbassare i prezzi”, ha aggiunto ancora Guterres, aggiungendo che “contiamo su Istanbul per mantenere un ruolo di mediatore in futuro“. Il segretario dell’Onu lo ha poi definito un “accordo senza precedenti perché le parti sono coinvolte in un conflitto armato” e ha concluso con la speranza che questo accordo sul grano possa guidare verso la pace.

In cosa consiste precisamente l’accordo ed a quali condizioni è stato raggiunto ? Innanzitutto va evidenziato che ha una durata di 3 mesi e riguarda al momento il grano fermo nei silos dei porti ucraini di Odessa, Chernomorsk e Yuzhny. Una condizione resa nota già la scorsa settimana riguarda la costituzione di un centro di coordinamento a Istanbul, in cui rappresentanti di Russia, Ucraina e ovviamente Turchia e ONU monitoreranno il passaggio delle navi attraverso un tragitto libero dalle mine che infestano il Mar Nero e controlleranno il rispetto dell’accordo. Non vi saranno scorte da parte di navi militari. Questo si è reso necessario sia per la natura umanitaria dell’intesa, sia perché la presenza di navi militari avrebbe creato problemi sia per la Russia che per l’Ucraina.

Anche l’oligarca Roman Abramovich era presente alla cerimonia di firma dell’accordo sul grano, come si vede nelle foto della cerimonia pubblicate dal Guardian, era seduto nelle prime file di sedie nella sala allestita per la cerimonia dove separatamente la Russia e l’Ucraina hanno firmato l’accordo.

L’accordo contiene la garanzia reciproca che non vi saranno attacchi alle navi e non vi saranno operazioni militari durante le operazioni di carico e trasporto. La garanzia è estesa ovviamente alle circa 80 navi che dai porti di Pivdenny e Chirnomorsk partiranno per caricare il grano seguendo alcune imbarcazioni che fungeranno da apripista in un tragitto sicuro. Sono previste tre diverse rotte in uscita dai porti di Odessa, Chernomorsk e Yuzhny che poi convergeranno in un unico tragitto nella rotta verso Istanbul. Le navi fermeranno a Istanbul, dove scaricheranno le derrate per poi tornare indietro, previo via libera che sarà dato dopo un’ispezione mirata a controllare che non portino armi in Ucraina, una condizione voluta dalla Russia. Mosca non ha voluto l’invio di ulteriori navi provenienti da altri porti, proprio nel timore che potessero trasportare armi. Un’altra garanzia richiesta e ottenuta dalla Russia riguarda la sicurezza delle proprie navi che transitano attraverso il Mar Nero per motivi commerciali e trasportano frumento e fertilizzante. Alla fine è stata accettata, ma Kiev ha chiesto e ottenuto che le navi russe non passino attraverso le proprie acque.

Quindi nessuna nave che rientra in questa iniziativa e che passerà attraverso i canali stabiliti potrà essere attaccata. Un punto sul quale si sono impegnate sia l’Ucraina, sia la Russia. Nel caso in cui questo patto venisse infranto, “in caso di incidente“, interverrà direttamente il Centro di coordinamento congiunto per individuare una soluzione. I dettagli dell’accordo sono stati affinati anche grazie ai rappresentanti dell’Organizzazione marittima internazionale, che hanno messo a punto le reti di navigazione.

Le Nazioni Unite prevedono che ogni mese 5 milioni di tonnellate di grano potranno essere esportate dai porti ucraini. “Puntiamo a esportazioni mensili di circa 5 milioni di tonnellate”, ha affermato un alto funzionario delle Nazioni Unite ai giornalisti presenti a Istanbul, come riportano le agenzie russe, osservando che questo era il livello prima dell’inizio dell’operazione speciale russa. Secondo una fonte Onu, però, ci vorranno ancora alcune settimane prima che l’accordo sia pienamente operativo. L’Ucraina infatti ha bisogno di circa 10 giorni per preparare i porti e ha anche bisogno di tempo per “identificare e fare chiarezza sui corridoi sicuri”. La fonte precisa che un primo movimento di navi potrebbe essere possibile anche prima di allora ma “solo per dimostrare che può funzionare“.