di Silvia Signore
Nei primi sette mesi dell’anno corrente le entrate fiscali fanno segnare un incremento, ed il gettito presumibilmente aiuterà a mettere insieme le risorse in vista della prossima legge di bilancio. Nel periodo gennaio-luglio 2024, certifica l’ultimo bollettino, le entrate erariali accertate ammontano a 328.365 milioni di euro, con un aumento di 19,2 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2023 (+6,2%).
Per le imposte dirette si registra un aumento di 14.024 milioni di euro mentre per le imposte indirette si evidenzia un incremento di 5.177 milioni di euro. Il gettito legato agli accertamenti per il recupero dell’evasione invece si è attestato a 8.441 milioni (+2.046). Il Mef però predica prudenza verso la stesura del piano di stabilità di medio termine e della manovra. “Nessun tesoretto, la cifra è vicina a quella prevista. Quindi siamo prudenti”, riferiscono fonti del Ministero del Tesoro in merito all’andamento delle entrate fiscali. Del resto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sin dal suo insediamento ha sempre parlato di approccio prudente e responsabile ai conti pubblici. Anche perché il debito pesa come un macigno, ed è lanciato a raggiungere a breve la cifra simbolo di 3mila miliardi.
Entro metà del corrente mese il ministro Giorgetti presenterà in Consiglio dei ministri il piano strutturale di bilancio con cui il governo punta a definire la traiettoria per la spesa netta, coerente con il nuovo Patto di stabilità e l’orizzonte stabiliti dall’Unione Europea per il rientro dal deficit eccessivo da realizzare attraverso un piano di rientro che ha una durata di 4 anni, estendibile fino a 7 anni. Il governo italiano, anticipa Bloomberg, punta a portare il deficit al di sotto del 3% entro i prossimi due anni per rassicurare i funzionari Ue che stanno esaminando l’impatto dell’enorme debito pubblico del Paese. I tecnici del Tesoro, secondo una bozza con delle simulazioni riferita a Bloomberg, puntano a un deficit del 2,9% nel 2026 che garantirebbe al Paese di arrivare appena al di sotto del tetto richiesto dalle regole fiscali dell’Unione Europea.
La manovra, si parla di un documento poco superiore ai 25 miliardi di euro, dovrebbe prevedere la conferma del taglio del cuneo fiscale e contributivo per i redditi fino a 35mila euro per contrastare l’inflazione. Tra le ipotesi allo studio ci sarebbe anche quella di provare a estenderlo ai redditi fino a 50-60mila euro. Ma le risorse sono limitate. E bisogna fare i conti con il piano di rientro dal deficit eccessivo per cui l’Ue ha aperto una procedura di infrazione. L’Ufficio Parlamentare di Bilancio in estate ha stimato che solo per confermare gli interventi finanziati lo scorso anno nella manovra occorrono circa 18 miliardi, di cui poco meno di 11 per il taglio del cuneo. Per altri interventi, dunque, lo spazio di manovra appare limitato. Le opposizioni intanto prevedono una legge di bilancio con tagli alla spesa sociale e chiedono maggiori investimenti sulla sanità e sul lavoro.