Raffaele Fitto, commissario europeo designato a vicepresidente esecutivo della Commissione Ue per la coesione e le riforme, ha affrontato nell’ambito delle audizioni dei candidati commissari, diverse questioni centrali per il futuro delle politiche regionali dell’Unione Europea, evidenziando una volontà di cambiamento rispetto agli approcci del passato. Fitto ha delineato nel suo discorso introduttivo, le sue priorità, soffermandosi sulla necessità di intervenire in modo deciso sulle sfide demografiche, offrendo nuove opportunità ai giovani affinché possano rimanere e prosperare nelle loro terre d’origine. Questo messaggio si allinea con un concetto di “Europa delle regioni“, in cui l’azione della Commissione mira a potenziare il ruolo delle comunità locali come motore di sviluppo sostenibile e inclusivo.
Fitto ha sottolineato la sua intenzione di utilizzare un “approccio basato sul territorio” per avvicinare le politiche comunitarie alle realtà locali e rispondere in modo flessibile alle esigenze dei cittadini. La sua visione propone un’Europa in cui le aree rurali, le isole e le periferie non siano marginalizzate ma protagoniste del cambiamento, attraverso soluzioni mirate che tengano conto delle peculiarità di ciascun territorio. Questo approccio è visto come una risposta alla crescente necessità di politiche che non siano “calate dall’alto”, ma che nascano dalla collaborazione e dall’ascolto diretto delle autorità locali e delle comunità. Per realizzare questa visione, il nuovo portafoglio assegnato a Raffaele Fitto, che include la semplificazione burocratica, rappresenta una sfida centrale per accelerare il processo decisionale e rendere le politiche europee più vicine ai cittadini.
Semplificazione con trasparenza e controllo democratico
Nel corso della propria audizione, Fitto ha posto l’accento sull’urgenza di una semplificazione burocratica, che renda la politica di coesione più flessibile e adattabile alle diverse situazioni delle regioni europee. Tuttavia, ha chiarito che questo non significherà ridurre i controlli democratici o diminuire la trasparenza. L’inclusione di un portafoglio dedicato alla semplificazione testimonia, infatti, la volontà della Commissione di intervenire sugli oneri amministrativi, che rappresentano uno dei principali ostacoli all’accesso ai fondi europei per molte realtà locali. L’obiettivo è rendere più efficiente la distribuzione delle risorse senza compromettere la sicurezza dei fondi, affidandosi agli strumenti di controllo della Procura europea (EPPO) e dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) per garantire una gestione trasparente dei finanziamenti.
Le dichiarazioni di Fitto riflettono l’intenzione di rispondere a due richieste fondamentali emerse dalle istituzioni e dai cittadini europei: da un lato, una riduzione della complessità burocratica che spesso scoraggia l’accesso ai fondi, e dall’altro, la garanzia che ogni euro stanziato sia utilizzato per lo scopo prefissato, senza compromessi sul fronte dell’etica e della legalità. Fitto ha sottolineato in questo senso l’importanza di mantenere e rafforzare i legami tra l’Ue e le autorità nazionali e locali, affinché l’implementazione delle politiche sia realmente inclusiva e partecipata.
Il ruolo delle regioni nella costruzione dell’Europa
Un altro punto chiave dell’audizione ha riguardato il rapporto tra la politica di coesione e gli enti locali, con Fitto che ha ribadito il suo impegno a promuovere soluzioni che valorizzino le competenze specialistiche degli attori locali e siano abbastanza flessibili da rispondere alle specifiche necessità dei territori. La sua visione implica un cambiamento di paradigma, in cui le regioni non sono meri destinatari passivi delle decisioni europee, ma partner attivi nella costruzione dell’Europa del futuro. Questa collaborazione, ha aggiunto, sarà decisiva anche nel contesto della politica industriale locale e del turismo, settori strategici per molti territori, soprattutto in paesi a forte vocazione turistica come l’Italia e la Grecia.
Nella sua visione, la coesione regionale diventa una risposta concreta alle sfide della globalizzazione, che ha spesso causato un aumento delle disparità tra le regioni. Per sostenere le aree più vulnerabili, come le regioni rurali, Fitto ha individuato alcune priorità essenziali, tra cui lo sviluppo di occupazioni di alta qualità, il rafforzamento delle infrastrutture digitali, la capacità amministrativa locale e l’espansione dei servizi pubblici. Un impegno che si tradurrà in azioni mirate, a partire dal Fondo per una transizione giusta, strumento pensato per mitigare gli impatti socio-economici della transizione ecologica, soprattutto nelle aree più fragili.
L’attenzione alle isole e alle città in transizione
Fitto ha inoltre toccato un tema particolarmente rilevante per molti stati membri dell’Ue, come la Spagna, la Grecia e l’Italia: il sostegno alle isole e alle regioni frontaliere. Durante l’audizione, ha citato la propria esperienza come deputato europeo per evidenziare quanto sia fondamentale sviluppare politiche coordinate nei settori dei trasporti, dell’agricoltura, della pesca e del turismo per sostenere le comunità insulari e fronteggiare le loro specifiche sfide.
L’impegno di Fitto si estende anche alle città, con un’agenda che guarda a questioni come l’alloggio, la digitalizzazione e l’inclusione sociale. Questo approccio globale alla politica urbana risponde a una visione dell’Europa come entità unitaria, dove le opportunità sono distribuite equamente e le città e le regioni, indipendentemente dalle loro caratteristiche geografiche, possano crescere insieme. Il suo intervento ha richiamato anche le aree di confine dell’Europa orientale, territori che necessitano di una particolare attenzione per evitare l’isolamento e promuovere l’integrazione con i paesi vicini.
Stato di diritto e trasparenza
L’audizione di Fitto ha toccato anche il tema dello Stato di diritto, argomento sensibile soprattutto in relazione alle passate posizioni dei partiti italiani sul meccanismo di condizionalità dei fondi europei. Durante la sessione, Fitto ha ribadito il proprio impegno a rispettare lo Stato di diritto come valore fondamentale dell’Unione, assicurando di sostenere il meccanismo che protegge i fondi europei dalle violazioni. Il riferimento alla sua esperienza di dialogo con i commissari europei sul tema rafforza l’immagine di Fitto come rappresentante non solo dell’Italia, ma di un’Europa coesa e pronta a difendere i suoi principi fondanti.
In risposta alle domande dei deputati che hanno messo in discussione la sua appartenenza a un partito di destra, Fitto ha ribadito il proprio impegno europeista, sgombrando il campo dai dubbi sollevati dalle critiche politiche. Ha dichiarato fermamente di rappresentare in questa nuova veste l’Unione Europea e non interessi nazionali, esprimendo una disponibilità al dialogo e alla collaborazione con tutte le forze politiche nel rispetto della pluralità democratica.
PNRR e la sfida della resilienza
Fitto ha anche risposto alle critiche legate alla gestione italiana dei fondi del PNRR, chiarendo che la posizione del governo Meloni, a cui appartiene, si è evoluta e che, da ex ministro per gli Affari Europei, si impegna a rispettare i tempi previsti dal regolamento della Recovery and Resilience Facility, che stabilisce l’uso dei fondi entro il 2026. Ha inoltre rimarcato come la Guardia di Finanza, con il suo operato trasparente e rigoroso, sia un esempio di controllo che l’Italia offre agli altri paesi europei, confermando la validità dei sistemi antifrode nazionali e della cooperazione con gli organismi europei.
Al termine dell’audizione di Raffaele Fitto, i coordinatori dei gruppi politici nelle commissioni per lo sviluppo regionale (Regi) e per gli affari esteri (Afet) del Parlamento Europeo hanno scelto di posticipare le riunioni previste per valutare le performance dei candidati, inclusi Fitto e Kaja Kallas. La decisione di rimandare le valutazioni è stata confermata via social dalla portavoce del Parlamento Europeo, Delphine Colard, indicando un rinvio che lascia in sospeso la definizione di eventuali criticità o approvazioni. Questo passaggio aggiunge un ulteriore elemento di attesa rispetto alla composizione della nuova Commissione e alla possibilità di chiarire meglio le strategie dei candidati per i loro rispettivi portafogli.