MENU
5 Novembre 2024 01:21

Foggia. I Carabinieri arrestano quattro pregiudicati pronti ad un agguato. La Polizia di Stato un pericoloso latitante

Grazie ai controlli intensificati sequestrate dai Carabinieri armi e scooter rubati dai quattro arrestati. La Polizia di Stato assicura alla giustizia un pericolo latitante appartenente al clan Libergolis della mafia foggiana-

ROMA – Erano molto probabilmente pronti a compiere un agguato i quattro pregiudicati arrestati nel tardo pomeriggio di ieri a Torremaggiore, a pochi chilometri da San Severo, dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del mando provinciale di Foggia . I militari li hanno trovati in un garage in possesso di tre armi, auto e scooter rubati.  I quattro arrestati sono stati fermati nell’ambito dei controlli intensificati dopo l’agguato avvenuto il 9 agosto a San marco in Lamis, in cui sono morti il boss Mario Luciano Romito e suo cognato Matteo De Palma e due contadini giustiziati perchè scomodi testimoni.

Gli arresti dei quattro pregiudicati sono avvenuti a Torremaggiore, a pochi chilometri da San Severo, nel corso di un controllo compiuto dai carabinieri del Comando provinciale di Foggia, in collaborazione con il personale recentemente giunto in rinforzo a seguito dell’agguato di San Marco in Lamis e altri recenti episodi di criminalità avvenuti in provincia, al termine di un servizio di osservazione e pedinamento su alcuni pregiudicati locali. L’ intuizione dei militari dell’ Arma,  supportata dall’ esperienza e la masima attenzione prestata nei controlli ha consentito di intervenire in tempo ed arrestarli.

Era da da tempo che i Carabinieri del nucleo investigativo del Comando provinciale di Foggia stavano monitorando alcuni movimenti sospetti attorno al garage in questione, di proprietà di un uomo di Torremaggiore incensurato, che lo aveva affittato ad uno dei quattro indagati. Una operazione importante quella dell’ Arma sul campo della prevenzione dei reati, che solo grazie alla professionalità ma sopratutto la freddezza e la lucidità dei Carabinieri intervenuti non è culminata in un conflitto a fuoco con i quattro pregiudicati.

I quattro pregiudicati arrestati sono Giovanni Putignano, nato nel 1978 a Torremaggiore (FG) , imprenditore e pregiudicato, Angelo Bonsanto, nato nel 1989 a Lesina (FG) , ristoratore e pregiudicato, Nicola Paradiso di Torremaggiore (FG) nato nel 1979 operaio e pregiudicato, ed il nullafacente e pregiudicato Angelo Tommaso Alessandro, nato nel 1985 a Foggia. Uno degli arrestati  viene ritenuto dagli inquirenti organico e  vicino alla “batteria” dei Moretti-Pellegrino-Lanza. I quattro pregiudicati al termine delle formalità di rito sono stati denunciati per detenzione e porto abusivo di armi alterate e ricettazione, e quindi tradotti presso la Casa Circondariale di Foggia.

All’interno del garage dove erano stati visti confluire in modo sospetto i quattro pregiudicati,  i Carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato una pistola semiautomatica Beretta calibro 9×21 con matricola abrasa e caricatore dotato di 15 proiettili pronti a fare fuoco, una Smith & Wesson calibro 38 special , e una pistola calibro 38 special, marca Renato Gamba, con 6 colpi nel tamburo, entrambe con matricola abrasa, e con 6 colpi nei rispettivi tamburi. Sulle armi sequestrate, sono già stati disposti i necessari accertamenti tecnici ad opera dei Carabinieri del  Ris di Roma per individuare eventuali tracce di Dna ed accertare, attraverso comparazioni balistiche, se le armi sequestrate siano state precedentemente utilizzate in recenti agguati o fatti di sangue.

Secondo quanto riferito da fonti investigative, i quattro pregiudicati si apprestavano “a fare qualcosa di grosso”, nel contesto della lotta in corso da tempo nel foggiano, tra gruppi criminali e mafiosi  per la spartizione delle attività illecite fra cui il business più redditizio, cioè lo spaccio della droga.

Nel garage i Carabinieri hanno rinvenuto anche Fiat 500L rubata a Gravina lo scorso 8 giugno, un T-Max Yamaha rubato Loreto Aprutino (Pescara) il 36 maggio scorso, delle targhe per auto e motocicletta contraffatte, cappucci e maschere varie per essere irriconoscibili,

nella foto il pregiudicato  Tommaso Pacilli

Questa mattina è stato arrestato dalla Polizia di Stato a Monte Sant’Angelo il 46enne pregiudicato  Tommaso Pacilli,  che deve scontare una pena residua di 8 mesi e 29 giorni di reclusione, per i reati di estorsione aggravata anche dal metodo mafioso a seguito di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello del Tribunale di Bari.L’operazione è stata condotta dalla Polizia di Stato, e in particolare personale della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Bari e Foggia, con il coordinamento del S.C.O. il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato. I fatti vennero commessi nel dicembre 2010 e nel gennaio 2011 ai danni di esercizi commerciali della zona. Elemento di spicco della cosiddetta “Mafia del Gargano“, Pacilli aveva commesso i reati oggetto della condanna insieme a un altro pregiudicato, il 32enne Matteo Pettinicchio nativo di San Giovanni Rotondo (FG), classe 1985 e residente a Monte Sant’Angelo (FG), il quale deve espiare la condanna di anni 5 e mesi 5 e giorni 21 di reclusione per i reati di estorsione e rapina pluriaggravata, anche dall’utilizzo del metodo mafioso, commessi insieme ai fratelli Pacilli.

 L’arrestato dalla Polizia è fratello del noto pregiudicato Giuseppe Pacilli, 45 anni, noto come  “Peppe u’ montanar”  elemento di spicco della mafia del Gargano, appartenente al clan Libergolis che da anni si contrappone al clan Romito, il cui boss è stato ucciso nel recente agguato a San Marco in Lamis in cui sono morte altre tre persone. Pluripregiudicato anche per associazione di stampo mafioso ed omicidio, compariva nell’elenco dei trenta latitanti più pericolosi del Ministero dell’Interno.   
TAGS

Sostieni ilcorrieredelgiorno.it: il tuo contributo è fondamentale

Il tuo sostegno ci aiuta a garantire la nostra informazione libera ed indipendente e ci consente di continuare a fornire un giornalismo online al servizio dei lettori, senza padroni e padrini. Il tuo contributo è fondamentale per la nostra libertà.

Grazie, Antonello de Gennaro

Articoli Correlati

Ronzulli in procura come teste sui furti nelle banche dati: "Mai chiesto dossier a Pazzali"
Inchiesta "dossieraggio". I carabinieri:"Anche funzionari di Palazzo Chigi negli uffici di Equalize"
Furto banche dati & dossieraggio: il progetto "porto sicuro" per allontanare i sospetti
Whatsapp, quando i messaggi diventano prove valide nei processi
Novembre inizia con alta pressione e tempo asciutto
Senza endorsment alla Harris, i giornalisti lasciano il Washington Post
Cerca
Archivi
Ronzulli in procura come teste sui furti nelle banche dati: "Mai chiesto dossier a Pazzali"
Inchiesta "dossieraggio". I carabinieri:"Anche funzionari di Palazzo Chigi negli uffici di Equalize"
Furto banche dati & dossieraggio: il progetto "porto sicuro" per allontanare i sospetti
Whatsapp, quando i messaggi diventano prove valide nei processi
Novembre inizia con alta pressione e tempo asciutto

Cerca nel sito