ROMA – Nuovo attentato atto dinamitardo a Foggia. All’alba intorno alle 5,50è stata fatta esplodere una bomba carta dinnanzi centro diurno per anziani di proprietà del gruppo “Sanità più” il cui responsabile del personale è Cristian Vigilante che aveva già subito un attentato dinamitardo lo scorso 3 gennaio. quando una bomba molto potente era stata fatta esplodere sotto la sua auto di Cristian Vigilante, chiara ripicca per aver testimoniato in un’inchiesta della Dda contro la mafia foggiana. L’esplosione aveva letteralmente sventrato la Land Rover Discovery del manager foggiano e danneggiato anche auto parcheggiate nella zona.
L’ordigno è stato fatto brillare dinanzi all’ingresso del centro “Il Sorriso di Stefano” in via Vincenzo Acquaviva, in una zona semicentrale della città (MAPPA). L’esplosione ha provocato danni esterni alla struttura, divelto l’insegna luminosa e danneggiato alcune auto in sosta. Sul posto è intervenuta la polizia. mentre una donna delle pulizie era al lavoro all’interno del centro, e fortunatamente è rimasta illesa. Assistita immediatamente dal personale del 118, che ha riscontrato il suo stato confusionale è stata trasportata al pronto soccorso.
Luca Vigilante (fratello di Christian), presidente del gruppo “Sanità Più” che gestisce il centro diurno ha mandato un messaggio ai suoi attentatori: “Basta, cambiate vita, così non si ottiene nulla. Siamo tutti esterrefatti. Questo ennesimo episodio ci preoccupa ulteriormente. Non ci aspettavamo assolutamente una cosa del genere a distanza di pochi giorni di una risposta collettiva, sociale, istituzionale” riferendosi alla marcia antimafia di Libera organizzata a Foggia lo scorso 10 gennaio portando in piazza migliaia di persone .“È chiaro che questo è un seguito alla bomba della scorsa volta”, ha detto Vigilante non appena arrivato sul posto col fratello Luca, anche lui dirigente nello stesso gruppo sanitario.
“Riapriamo subito anche perché tutte le nostre strutture sono in sicurezza” ha assicurato il Gruppo Sanità Più ” Il centro funzionerà ordinariamente: anzi è già aperto perché non ci sono stati danni strutturali. Noi lavoreremo tranquillamente. Sentiamo la fiducia e l’affetto di tutte le persone che si sono affidate alla nostra realtà che si è sempre classifica come un esempio per tutto il Sud“. Un pensiero è stato rivolto alla dipendente che si occupa della sanificazione e che al momento dell’esplosione era nella struttura: “fortunatamente sta bene è solo spaventata ed è sotto choc“.
Una vera e propria sfida dei “clan” allo Stato in occasione della presenza a Foggia di Annapaola Porzio, commissario straordinario del governo per le iniziative antiracket, che nella mattinata incontrerà i vertici delle forze dell’ ordine. Domani, venerdì 17 gennaio si terrà all’Università di Foggia un comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica .
Il premier Giuseppe Conte ha commentato su Twitter: “Lo Stato e i cittadini di Foggia non abbassano la testa. Gli inquirenti sono già al lavoro e non daremo tregua a chi pensa, con la violenza, di esiliare legalità, libertà e giustizia. Vinceremo insieme questa battaglia” .
“Noi reagiremo di fronte a queste persone che pensano di potersi appropriare della nostra vita. Provvedimenti già ci sono stati ed il ministro dell’Interno è stato molto chiaro: la reazione dello Stato sarà ancora più forte e la presenza sarà ancora più determinata. Speriamo nella presenza e nella reazione della società civile“. ha aggiunto il commissario straordinario antiracket Annapaola Porzio :”Agli imprenditori vittime delle intimidazioni voglio dire che noi siamo con loro, ancora più di prima. Alle vittime – ha aggiunto il prefetto Porzio – mi sento di dire `venite da noi, vi assistiamo, vi seguiamo´. Noi facciamo il meglio possibile, se hanno bisogno di qualcosa in più faremo anche quello”. “Questo affronto che sta subendo Foggia negli ultimi tempi è un affronto senza precedenti. Tra gli interventi – prosegue – ci sarà sicuramente una presenza maggiore, so per certo che le forze di polizia stanno operando sul territorio a tappeto, la magistratura ancora di più. Poi quello che bisogna fare è spiegare alla popolazione che deve reagire.
È chiaro che lo Stato fa la cornice e fa tanto, ma senza la collaborazione della gente, della popolazione di Foggia non si potrà avere il risultato completo». Alla domanda di alcuni giornalisti sui cittadini che chiedono la presenza dell’Esercito, Porzio ha replicato dicendo di non aver mai pensato “che l’Esercito risolva i problemi, come non li risolve la scorta o il presidio fisso o la vigilanza. Lo risolve in via definita la riscossa sociale. La voglia dalle gente di vivere in libertà la propria vita e fare liberamente impresa“. “La marcia – ha aggiunto – non è stata sufficiente, è stato un momento bellissimo, però non può essere solo quello. La riscossa deve essere nella vita di tutti i giorni. Tutti i giorni i cittadini devono dire siamo liberi, vogliamo una vita serena. Non vogliamo avere niente a che fare con criminalità organizzata e con il malaffare. Tutti insieme possiamo fare Stato”.
Sull’attentato indaga la Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, cioè gli stessi magistrati che già indagano sulla bomba scoppiata il 3 gennaio sotto l’automobile di Cristian Vigilante. L’attentato, fanno sapere dalla Questura di Foggia, è stato messo a segno alle 05 e 43.