Continua la vergognosa inqualificabile ondata di aggressioni nell’ospedale di Foggia dove nel pomeriggio il figlio di un paziente che si trovava in attesa al pronto soccorso si è scagliato contro due infermieri e un vigilante. colpendo il personale sanitario con il proprio braccio ingessato . A seguito di questo ennesimo episodio sarebbe in programma un ampliamento del numero dei presidi di polizia presso gli ospedali, teatro negli ultimi giorni di diverse aggressioni, con un orario di operatività più lungo ed un incremento del personale destinato.
Dall’1 gennaio del 2023 all’8 agosto 2024 i posti di Polizia presso gli ospedali sono aumentati con un incremento di 72 unità, pari al 57,1% passando da 126 a 198 presenze, . Nel frattempo, sono aumentati anche gli organici del personale di Polizia impegnato in divisa, passato dai 299 iniziali agli attuali 435 (+45,4%).
I fatti
Secondo quanto si apprende, il ragazzo aveva accompagnato in ospedale il padre che lamentava di non sentirsi bene. Mentre era in attesa dell’assegnazione del codice che definisce il tipo di emergenza, l’uomo ha avuto un mancamento e subito dopo è scattata l’aggressione da parte del figlio. “Disapproviamo con fermezza queste reazioni violente che non giovano affatto. Senza medici e personale sanitario non avremo più la possibilità di farci curare“, ha dichiarato all’Ansa il direttore generale del Policlinico Riuniti di Foggia, Giuseppe Pasqualone.
“Bisogna tenere presente che tutta questa rabbia non serve a nulla. – continua – La sanità in tutto il mondo risente della cronica carenza di organico. Noi abbiamo un organico dimezzato ma ci impegniamo in tutti i modi per assicurare cure a tutti“. L’ultimo episodio è avvenuto la notte scorsa quando un giovane, appena 18enne, ha sferrato calci e pugni a tre infermieri. A fermare la furia del ragazzo, arrivato in pronto soccorso per uno stato d’ansia, sono stati i carabinieri che lo hanno arrestato e portato in carcere.
L’aggressore è accusato di lesioni a personale esercente la professione sanitaria e resistenza a pubblico ufficiale. Questo episodio segue l’aggressione avvenuta il 4 settembre scorso nel reparto di chirurgia toracica dello stesso policlinico dove i famigliari della 23enne Natascha, morta durante un intervento, hanno aggredito il personale sanitario che è stato costretto a rifugiarsi in alcune stanze del nosocomio.
Dallo sciopero al porto d’armi. Le reazioni
Il presidente della Federazione degli Ordini dei medici, Filippo Anelli, ha scritto alla premier Giorgia Meloni chiedendo di “utilizzare i soldi del Pnrr per la sicurezza: abbiamo bisogno di un piano complessivo che contenga diverse misure da attuare subito – ha avvertito – altrimenti ce ne andiamo tutti. Siamo stanchi, i colleghi sono disillusi e demotivati».
All’esecutivo fa appello anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, invitandolo a “garantire la sicurezza negli ospedali aumentando il presidio delle forze di polizia: è un principio fondamentale che lo Stato deve assicurare affinché medici, infermieri e operatori socio-sanitari svolgano con serenità il loro lavoro di cura”. Peccato che Emiliano non analizzi lo stato imbarazzante in cui versa la sanità pugliese, che causa ritardi, disagi, proteste ed aggressioni.
Il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato sottolinea l’impegno del governo, durante una visita all’ospedale Perrino di Brindisi: “Dobbiamo dichiarare guerra a chi pensa di poter offendere fisicamente le persone che ci guariscono – assicura – è una cosa inaccettabile dal punto di vista etico e morale prima ancora che penale, quindi dobbiamo aumentare gli sforzi“.
Il personale sanitario, dopo l’escalation delle aggressioni in Puglia, ha proclamato lo stato di agitazione e il 16 settembre a Foggia terrà una manifestazione unitaria promossa dai sindacati di categoria. Dopo Anaao Assomed e Cimo Fesmed, ha annunciato la partecipazione anche il Sindacato dei medici di Puglia. Di recente è stato proprio il presidente nazionale dello Smi, Ludovico Abbaticchio, a chiedere il porto d’armi per il personale medico affinché possa difendersi. Una provocazione arrivata dopo le aggressioni a due dottoresse impegnate in servizi di guardia medica, a distanza di pochi giorni l’una dall’altra: la prima in provincia di Taranto, la seconda in Salento. Entrambe si sono poi dimesse. Domani mattina, nel corso di una conferenza stampa, la direzione generale del policlinico di Foggia “rilascerà alcune dichiarazioni sugli ultimi drammatici eventi“.