Altro che “Roma ladrona“… ! Dal 1988 al 2013 nelle casse del partito fondato da Umberto Bossi e oggi guidato da Matteo Salvini, dopo la parentesi di Roberto Maroni, sono arrivate la bellezza….di 179 milioni 961 mila di soldi dei contribuenti sotto la voce “finanziamento (o rimborso elettorale) pubblico ai partiti”. In pratica per i nostalgici della nostra vecchia “lira”, 348 miliardi 453 milioni 826 mila lire. Una vera e propria “festa”durata oltre 25 anni. Ma ciò nonostante nei conti della Lega oggi regna il conto in rosso, come possono confermare i 71 dipendenti licenziati qualche mese fa senza tante spiegazioni . Lo stesso destino è stato riservato anche ai giornalisti de “La Padania”, l’ organo ufficiale del partito che ha cessato le pubblicazioni a novembre dell’anno scorso senza però disdegnare di aver incassato in 17 anni oltre 60 milioni di euro (contributo a fondo perduto per l’editoria riservato ai giornali di partito) . Una crisi pagata esclusivamente dai dipendenti.
Ma sono molti quelli che aspettano che la magistratura faccia finalmente luce su certe responsabilità che non possono passare inosservate. A partire da quelle dello scandalo della distrazione dei rimborsi elettorali, che l’ex amministratore della Lega Francesco Belsito , secondo gli inquirenti, avrebbe utilizzato in parte per acquistare diamanti, finanziare investimenti tra Cipro e la Tanzania e per comprare, secondo l’accusa, perfino la laurea in Albania a Renzo Bossi, meglio noto come ” il Trota“, il figlio prediletto del Senatùr leghista . Vicenda sulla quale sono ben due i procedimenti penali pendenti, uno a Milano e l’altro a Genova.
“PACCHIA LOMBARDA”
Costituita da Umberto Bossi nel 1982 , alle politiche del 1987 la Lega Lombarda, “genitore” della Lega Nord, conquista i primi due seggi in Parlamento. E quindi dall’ anno successivo ( 1988), in cui si sono svolte le elezioni amministrative, che il leghisti hanno iniziato a incassare i soldi del finanziamento pubblico: 128 milioni di lire (oggi 66 mila euro). Un inizio “low profile” prima di superare il miliardo di lire già nel 1989, quando la Lega riesce ad eleggere anche due eurodeputati a Strasburgo, ed a incassare 1,03 miliardi del vecchio conio (oggi 536 mila euro) dei quali 906 milioni proprio come rimborso per le spese elettorali sostenute per le elezioni europee. Importo che nel 1990 “lievita” a 1,8 miliardi lire ( quindi 962 mila euro) , per poi scendere nel 1991 a 162 milioni (appena 83 mila euro) proprio alla vigilia di Mani Pulite.
La Lega Lombarda, cambia nome nel 1992 in Lega Nord, portando in Parlamento un’armata brancaleone composta da 55 deputati e 25 senatori. grazie ai quali il finanziamento pubblico sale a 2,7 miliardi di lire prima di arrivare, l’anno successivo, a 7,1 miliardi (cioè 3,7 milioni di euro). Sulla scia degli scandali di tangentopoli, con un referendum plebiscitario (il 90,3% dei consensi) gli italiani nel 1993 abrogano il finanziamento pubblico ai partiti, i quali non si perdono d’animo ed aggirano il verdetto del referendum popolare, legiferando e creando un nuovo meccanismo per il fondo per le spese elettorale (1.600 lire per ogni voto di cittadino italiano) da suddividersi in base ai voti ricevuti. Sistema questo che resterà in vigore fino al 1997 , consentendo alla Lega Nord di incassare nel 1994 11,8 miliardi di lire (6,1 milioni di euro) . Un anno di elezioni politiche fortunate che fruttano al Carroccio, grazie all’alleanza con Forza Italia, una pattuglia parlamentare di 117 deputati e 60 senatori. E nel 1995 entrano nelle tasche leghiste la somma di 3,7 miliardi di lire (1,9 milioni di euro) e nel 1996 altri 10 miliardi (5,2 milioni di euro) .
RIMBORSI D’ORO
L’anno successivo, e siamo nel 1997 attiva un nuovo riassetto per il sistema di calcolo dei finanziamenti elettorali con l’introduzione de “la contribuzione volontaria ai movimenti o partiti politici“, che consente ai contribuenti la possibilità di destinare il 4 per mille dell’Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche) al finanziamento di partiti e movimenti politici fino ad un massimo di 110 miliardi di lire (56,8 milioni di euro). Ma non basta ed infatti, nel 1997, una norma transitoria porta forfettariamente a 160 miliardi di lire (82,6 milioni di euro) la “torta” contributiva per l’anno in corso. Per la Lega, proprio per il ’97, arrivano 14,8 miliardi di lire (7,6 milioni di euro) che scendono però a 10,6 (5,5 milioni di euro) iscritti a bilancio nel 1998. Un campanello d’allarme che suggerisce ai partiti l’ennesimo blitz legislativa che,, arriva puntualmente nel 1999: eliminato il 4 per mille, arrivano i rimborsi elettorali (che entreranno in vigore dal 2001). In pratica, viene ripristinato del vecchio finanziamento pubblico, abolito dal referendum del 1993 sotto mentite spoglie: contributo fisso di 4.000 lire per abitante e ben 5 diversi fondi (per le elezioni della Camera, del Senato, del Parlamento Europeo, dei Consigli regionali, e per i referendum) ai quali i partiti potranno attingere. Con un solo limite: : l’erogazione si interrompe in caso di fine anticipata della legislatura.
E’ questo il movimento politico “nuovo”….che i pugliesi vogliono ? Speriamo per loro di no.
FINANZIAMENTI E RIMBORSI ELETTORALI ALLA LEGA NORD
(1988-2013)
1988 € 66.249,25 (128.276.429 lire)
1989 € 536.646,25 (1.039.092.041 lire)
1990 € 962.919,55 (1.864.472.246 lire)
1991 € 83.903,87 (162.460.547 lire)
1992 € 1.416.991,83 (2.743.678.776 lire)
1993 € 3.707.939,87 (7.179.572.723 lire)
1994 € 6.125.180,49 (11.860.003.225 lire)
1995 € 1.915.697,39 (3.709.307.393 lire)
1996 € 5.207.659,00 (10.083.433.932 lire)
1997 € 7.648.834,36 (14.810.208.519 lire)
1998 € 5.518.448,11 (10.685.205.533 lire)
1999 € 3.947.619,62 (7.643.657.442 lire)
2000 € 4.539.118,41 (8.788.958.807 lire)
2001 € 4.511.422,19 (8.735.332.610)
2002 € 3.693.849,60
2003 € 4.284.061,62
2004 € 6.515.891,41
2005 € 8.918.628,37
2006 € 9.533.054,95
2007 € 9.605.470,43
2008 € 17.184.833,91
2009 € 18.498.092,86
2010 € 22.506.486.93
2011 € 17.613.520,09
2012 € 8.884.218,85
2013 € 6.534.643,57
TOTALE 179.961.382,78