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22 Luglio 2024 14:08
22 Luglio 2024 14:08

Francesco Rocca si dimette dalla Croce Rossa e si candida alle Regionali nel Lazio

Il presidente della Croce Rossa rappresenterebbe anche la sintesi in grado di porre fine ad alcuni veti incrociati venuti fuori nelle ultime settimane, in grado di rappresentare tutta l'area di centrodestra (come chiedeva la Lega), condurre una buona campagna elettorale e dare sufficienti garanzie sulla sua capacità di governare e tenere unita la coalizione e la futura maggioranza.

Rocca lascia l’incarico di presidente della Croce Rossa con una lettera ai volontari pubblicata sul sito della Cri. Un primo passo verso la sua candidatura alla corsa alle Regionali per il centrodestra indicato da Fratelli d’Italia.”Ho deciso di presentare le mie dimissioni dalla carica di Presidente nazionale della Croce Rossa Italiana perché ho scelto di mettermi a disposizione del territorio. Come esperto di sanità pubblica, penso di poter portare un valore aggiunto: ho accettato una nuova sfida in cui credo fortemente“. 

Il nome di Francesco Rocca era circolato da un po’ di tempo prima, come possibile ministro della Salute del governo Meloni e successivamente come candidato civico per il centrodestra nel Lazio. Ora il saluto ai volontari della Croce Rossa Italiana. “Grazie per questo viaggio insieme. Un viaggio durato un decennio, che ha cambiato la mia vita“, come scrive Rocca nella sua lettera online. Che si conclude con “una promessa solenne: in questo nuovo capitolo della mia vita, non userò la Croce Rossa per fini elettorali nè permetterò che qualcuno lo faccia. Rimarrò sempre, invece, un volontario Cri che aderirà fermamente ai suoi Principi, portandoli con me nelle Istituzioni“.

La sua presidenza della Cri sta per scadere e quindi più agevole la decisione di mettersi “a disposizione del territorio e accettare una nuova sfida“. Quella appunto di governare la Regione Lazio. Sabato scorso la premier Giorgia Meloni, durante la festa per il decennale di FdI in piazza del Popolo, aveva annunciato: “Ho pronta una rosa di tre nomi ed entro lunedì annunceremo il nostro candidato nel Lazio”. L’indicazione del nome spetta a Fratelli d’Italia, partito di maggioranza relativa nel Paese e in Parlamento, che, forte del 26% alle elezioni politiche del 25 settembre scorso (il 32% nel Lazio), esprime il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ormai riconosciuta leader della coalizione anche da Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Nella terna di FDI, oltre a Rocca, gli altri due candidati governatori presi in considerazione sono l’ attuale vicepresidente della Camera Fabio Rampelli e l’europarlamentare Nicola Procaccini, entrambi esponenti di Fratelli d’Italia.

Il presidente della Croce Rossa rappresenterebbe anche la sintesi in grado di porre fine ad alcuni veti incrociati venuti fuori nelle ultime settimane. È romano e non delle province (come chiesto da Forza Italia), è un “tecnico ma sufficientemente politico“, in grado di rappresentare tutta l’area di centrodestra (come chiedeva la Lega), condurre una buona campagna elettorale e dare sufficienti garanzie sulla sua capacità di governare e tenere unita la coalizione e la futura maggioranza. Nessun esperimento, quindi. Oggi l’annuncio. Poi via con la campagna elettorale che durerà 55 giorni. 

Il “no grazie” di Sabrina Ferilli al M5S

Il Movimento 5 Stelle, in tandem con la sinistra (ma non con il Pd), si era rivolto anche a Sabrina Ferilli. offrendole il ruolo di candidata presidente della Regione Lazio. Lei però ha respinto l’offerta, avendo troppi impegni legati a cinema e tv. Il sogno pentastellato di piazzare il colpo è durato qualche ora, come racconta Paolo Cento, ex deputato dei Verdi, che sta costruendo la lista “rossa” che correrà insieme al M5S. “Sì quello di Sabrina Ferilli è uno dei nomi circolati, ma come altri volti noti con cui abbiamo parlato, ci ha detto che aveva molti impegni professionali” racconta Cento.

Il problema, per i 5S, sono i tanti no: da Bianca Berlinguer a Luisella Costamagna. Il motivo è intuibile facilmente: per il candidato governatore che arriva terzo nelle urne non scatta in automatico il seggio in Consiglio regionale.

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