di Redazione Economia
“Siamo in mezzo alla tempesta perfetta, anche se il costo dell’energia calerà: questi sono livelli eccezionali, l’effetto di tanti fattori a partire dalle manovre russe sul gas. L’inflazione però è destinata a durare, ed è il problema più grosso. I giovani non la conoscono, pensavamo di essercela lasciata alle spalle nella seconda metà degli Anni Novanta, addirittura abbiamo visto i prezzi scendere”. A parlare è Franco Bernabè, presidente di Acciaierie d’Italia, intervistato dal quotidiano LA STAMPA.
A sua opinione, l’aumento del costo della vita “porterà a una svolta nell’atteggiamento delle banche centrali, e potrebbe causare una ripresa della conflittualità e a una spirale prezzi-salari” dice Bernabè “È importante che i cittadini capiscano dove stiamo andando. Vivremo situazioni di conflittualità internazionali. La crescita della potenza economica e militare cinese rappresenta una sfida per gli Stati Uniti che alimenterà tensioni crescenti. Nei prossimi anni l’America avrà bisogno di alleati di cui fidarsi: l’Italia sarà una pedina fondamentale, deve dare garanzie all’Occidente”.
Il manager scelto da Mario Draghi per guidare l’ex Ilva evidenzia che “nel 2021 per la prima volta la produzione cinese di acciaio è diminuita, per una scelta esplicita, e Acciaierie d’Italia, come il resto dell’Occidente, di questo ha beneficiato. Se riusciamo a sfruttare queste opportunità recupereremo spazi. Se no, sarà difficile“. Ed aggiunge: “Sappiamo qual è il percorso. L’Italia non può fare a meno di produrre acciaio, che è l’unico materiale totalmente riciclabile. Bisogna lavorare in modo ambientalmente compatibile perché i cinesi arriveranno con l’acciaio verde. La transizione è un processo fondamentale, occorre accelerare ma purtroppo ci si trova di fronte una serie di lentezze“.
Bernabè parlando della siderurgia a Taranto ha detto “ArcelorMittal ha già fatto investimenti importanti per l’ambiente. Noi sappiamo esattamente cosa serve per rendere lo stabilimento di Taranto all’avanguardia e compatibile con la transizione verde. C’è un potenziale di ricerca e sviluppo importante, possiamo creare un polo della trasformazione fortemente innovativo con università e imprese locali. Tutti devono lavorare nella stessa direzione e sostenere lo sforzo dello Stato. Le acciaierie non possono essere chiuse e buttate al macero, altrimenti resterebbe un grave vulnus per il futuro”.