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22 Luglio 2024 13:59
22 Luglio 2024 13:59

Frode sulle mascherine durante il lockdown. Il Tribunale di Bari smonta le accuse della Procura: condanna solo per due imprenditori, assoluzione per gli altri tre

Due condanne e tre assoluzioni a Bari nel processo sulle presunte frodi, nei confronti delle Asl pugliesi, nella fornitura di mascherine durante il periodo del lockdown del 2020.

Era il 7 aprile 2020 quando arrivò nella nostra redazione un comunicato stampa della Guardia di Finanza di Bari riportante la notizia di un decreto di sequestro preventivo firmato dall’epoca procuratore aggiunto Roberto Rossi, all’esito delle indagini del Gruppo Tutela Spesa Pubblica, del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, guidato dal colonnello Pierluca Cassano (ora comandante provinciale a Barletta) articolazione specializzata  particolarmente nel contrasto alla corruzione e alle patologie afferenti l’impiego di denaro pubblico.

Il sequestro venne effettuato per un totale di 626.746 euro alla 3MC spa , per 244.190 euro  alla Penta srl  e di 235.929 euro alla Aesse Hospita srl . Contestualmente vennero notificati avvisi di garanzia a Gaetano Canosino, legale rappresentante della 3MC Spa e rappresentante di fatto della Penta srl; Vito Davide Patrizio Canosino, legale rappresentante della Penta; ed Elio Rubino, legale rappresentante della Aesse Hospital srl, che sulla base degli esiti delle indagini ed accertamenti delle Fiamme Gialle vendevano dispositivi di protezione individuale alle aziende sanitarie della Puglia con ricarichi che arrivavano fino al 4.100%.

Ma il processo svoltosi e conclusosi dinnanzi al Tribunale di Bari, ha pressochè riformato le accuse della procura assolvendo tre imputati su cinque. Il Tribunale ha condannato a 1 anno e 6 mesi di reclusione (pena sospesa) gli imprenditori Gaetano e Vito Davide Canosino, legali rappresentanti delle società 3MC spa e Penta srl, riconosciuti responsabili di manovre speculative su merci. Secondo il Tribunale, le due società, si sarebbero riforniti di mascherine e le avrebbero vendute applicando un ricarico tra il 92 e il 4000%. Gli imprenditori sono anche stati condannati al pagamento di una multa da 10mila euro e interdetti (anche l’interdizione è sospesa) dall’esercizio di un’attività per la quale sia chiesto uno speciale permesso o una speciale autorizzazione, mentre sono stati assolti “perché il fatto non sussiste”  dall’ipotesi di aver fatto incetta di mascherine, creando così una rarefazione delle stesse, per poter poi speculare al momento della fornitura.

Il Tribunale di Bari ha invece assolto l’imprenditore Elio Rubino della Aesse Hospital srl, dalle accuse della procura di aver compiuto manovre speculative su merci “perché il fatto non costituisce reato”. Gli imprenditori Romario Matteo Fumagalli legale rappresentante della ‘Sterimed‘, società con sede legale nel comune di Surbo in provincia di Lecce e Massimiliano Aniello De Marco della Servizi ospedalieri con sede a Ferrara sono stati assolti “perché il fatto non sussiste” dalle accuse di manovre speculative su merci, tentata truffa aggravata e frode in pubbliche forniture. 

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