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3 Luglio 2024 07:28
3 Luglio 2024 07:28

Frodi fiscali per 170 milioni, indagati pubblici ufficiali e imprenditori. Inchiesta della Dda di Bari

L' operazione abbastanza complessa si è svolta in Puglia, Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Toscana e Veneto, da parte di oltre 500 unità (donne e uomini) della D.I.A. e della Guardia di Finanza, con il contributo di personale degli Uffici e dei Reparti territoriali e speciali della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri, nonché con il supporto di mezzi aerei, unità cinofile per la ricerca di stupefacente e denaro delle Fiamme Gialle. TUTTI I NOMI DEGLI INDAGATI ED ARRESTATI

Ci sono anche i cosiddetti “colletti bianchi” tra le 86 persone coinvolte nella maxi-inchiesta “Levante” della Dda di Bari:  tre legali baresi, l’avvocato Fabio Mesto finito agli arresti domiciliari, e gli avvocati Massimo Chiusolo e Pierdomenico Bisceglie interdetti per un anno della professione.  In carcere il ragioniere commercialista Francesco Paolo Noviello. Ai domiciliari è stato ristretto anche il colonnello della Guardia di Finanza A.M. originario di Bitonto ed in servizio al Comando Generale, dopo essere stato in passato comandante provinciale delle Fiamme Gialle ad Avellino.

L’ operazione abbastanza complessa si è svolta in Puglia, Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Toscana e Veneto, da parte di oltre 500 unità (donne e uomini) della D.I.A. e della Guardia di Finanza, con il contributo di personale degli Uffici e dei Reparti territoriali e speciali della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri, nonché con il supporto di mezzi aerei, unità cinofile per la ricerca di stupefacente e denaro delle Fiamme Gialle. L’inchiesta è stata coordinata dai pm Bruna Manganelli e Fabio Buquicchio della D.D.A. di Bari con il coordinamento del procuratore aggiunto Francesco Giannella.

Il personale della Direzione Investigativa Antimafia e del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari sta dando esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali nei confronti di 75 soggetti (di cui 15 in carcere, 44 agli arresti domiciliari, 14 destinatari dell’obbligo di presentazione alla P.G. e 2 destinatari di misure interdittive), nonché del sequestro preventivo di beni per un valore di oltre 18 milioni di euro emessa dalla dr. Antonella Cafagna, Giudice per le Indagini Preliminari del locale Tribunale, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Bari,  con cui sono stati riconosciuti gravi indizi di colpevolezza (accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa) a carico dei componenti di 2 strutturati sodalizi criminali con proiezione transnazionale, operativamente collegati, dediti alla commissione di una pluralità di delitti.

Il provvedimento cautelare si fonda su un compendio gravemente indiziario a carico di soggetti indagati, a vario titolo, per le ipotesi di reato di associazione per delinquere, aggravata dalla transnazionalità, finalizzata alle frodi fiscali, al riciclaggio e all’autoriciclaggio dei relativi proventi nonché al trasferimento fraudolento di valori, al “contrabbando” di prodotti

L’esecuzione dell’ordinanza costituisce l’epilogo di un’articolata attività di indagine svolta dalla D.I.A. e dal Nucleo PEF della Guardia di Finanza di Bari attraverso l’incrocio dei dati risultanti da segnalazioni di operazioni sospette, dalle intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, dalle escussioni di persone informate sui fatti e di collaboratori di giustizia, dalla documentazione e dagli smartphone sottoposti a sequestro a seguito delle perquisizioni locali eseguite, nonché dall’attività dinamica di osservazione, controllo e pedinamento.

Secondo l’impostazione accusatoria della D.D.A. di Bari accolta dal G.I.P. dr.ssa Cafagna del Tribunale di Bari, fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo delle difesa degli indagati, le ipotesi di reato contestate riguardano allo stato innanzitutto, le presunte condotte illecite di soggetti organici a una prima associazione criminale attiva nel capoluogo pugliese e in Lombardia, la cui operatività è stata disvelata dalle attività investigative effettuate dalla D.I.A.

Dalle indagini  è emerso che attraverso un sistema di aziende consorziate, l’organizzazione criminale avrebbe sviluppato un volume di affari illecito pari a circa 170 milioni di euro mediante ingenti frodi fiscali poste in essere attraverso l’indicazione di crediti IVA fittizi creati grazie ad operazioni passive inesistenti che venivano indicate nelle dichiarazioni fiscali in assenza delle relative fatture. Tali crediti, asseverati da professionisti compiacenti, sarebbero stati poi utilizzati dal sodalizio – per il tramite di prestanome – per compensare poste attive o i versamenti relativi ai contributi previdenziali e assistenziali, alle ritenute fiscali e alle altre somme dovute. I guadagni per i membri del consorzio sarebbero risultati enormi, perché attraverso il meccanismo della creazione di crediti IVA fittizi non avrebbero versato le imposte nonché i contributi previdenziali e assistenziali dovuti.

Numerosi i riscontri operativi eseguiti durante le indagini, dalla Dia che hanno permesso di sottoporre a sequestro circa 186 chilogrammi di stupefacenti (cocaina e hashish), oltre 4,4 milioni di euro in contanti abilmente occultati nelle intercapedini ricavate nella muratura delle abitazioni nella disponibilità dei vertici dei sodalizi, nonché 43.000 litri di miscele lubrificanti destinati all’autotrazione in totale evasione delle accise. Sono in corso di esecuzione sequestri di beni, tra i quali abitazioni di lusso, autovetture di grossa cilindrata, denaro contante, disponibilità finanziarie e compendi aziendali, per un valore complessivo di oltre 18 milioni di euro.

I proventi illecitamente realizzati sarebbero, quindi, stati reimmessi nel circuito economico attraverso articolate operazioni di riciclaggio. Proprio nella fase della “monetizzazione” dei proventi illeciti sarebbe emerso il coinvolgimento della criminalità organizzata barese, in grado di reclutare numerosissimi “fiduciari” a cui intestare carte di credito con le quali drenare, secondo una tempistica prestabilita, le provviste illecitamente conseguite dal sodalizio per il successivo reinvestimento anche nel narcotraffico. In tale filone investigativo è altresì emersa una presunta vicenda corruttiva coinvolgente il colonnello della Guardia di Finanza A.M. in servizio a Roma (posto ai domiciliari) il quale in cambio di utilità economiche e di altra natura avrebbe fatto eseguire abusivi accessi al sistema informatico strumentali ad acquisire notizie da comunicare a uno dei promotori dell’organizzazione criminale.

Le ulteriori indagini delegate al G.I.C.O. e al II° Gruppo Tutela Entrate del Nucleo PEF della Guardia di Finanza Bari hanno consentito di accertare la presunta esistenza di un altro sodalizio criminale di carattere transnazionale, con base operativa in provincia di Bari, e attivo nell’illecita commercializzazione di oli lubrificanti, in evasione delle accise dovute all’Erario. In particolare, le Fiamme Gialle baresi avrebbero accertato numerose cessioni di basi lubrificanti – provenienti dall’est Europa – formalmente dirette, nella maggioranza dei casi, a società cipriote greche o maltesi, ma in realtà destinate in Italia ad uso autotrazione a favore di compiacenti imprese operanti nel settore della commercializzazione e della distribuzione stradale di carburanti, con una conseguente evasione di accise per oltre 2 milioni di euro grazie anche alla collaborazione professionale del ragioniere commercialista Francesco Paolo Noviello e dei 3 avvocati Mesto, Chiusolo e Bisceglie con studi a Bari e in provincia, tutti destinatari di misure cautelari personali.. In tale secondo filone investigativo sono state ricostruite una pluralità di intestazioni fittizie di beni da parte di un esponente di spicco del clan Parisi di Bari in favore di terzi prestanome, scevri da precedenti di polizia e penali, al fine di eludere l’applicazione di una misura di prevenzione patrimoniale da cui era stato in precedenza attinto.

L’elenco completo dei nomi:

Arrestati in carcere

Angelo Basile, nato a Taranto, residente a Riccione;  Alessandro Cereia nato a Rovasenda (Vicenza);  Domenico De Mola (Bari), Davide Giovanni  Farotti nato a Galliate, provincia di Novara, Sebastiano Gelao (Bari), Angelo Gioffreda nato a Brindisi, residente a Sossano (Vicenza), Francesco Giordano (nato a Bitonto, residente a Nerviano (Milano), Milena Georgieva Klecherova (nata in Bulgaria residente a Roma), Domenico Marotta (Bari), Giuseppe Marotta nato a Bari e residente in provincia di Roma, Francesco Paolo Noviello nato a Bitonto (Bari), Cesare Salandra (Bari), Emanuele Sicolo nato a Bitonto (Bari), Luigi Spinelli nato ad Acquaviva delle Fonti (Bari), Antonio Paolo Zefferino nato ad Acquaviva delle Fonti (Bari).

Arrestati ai domiciliari

Annunziata Aluiso nata a Bitonto e residente a Bari, Vito Luigi Amoruso (Bari), Paola Belloro (Roma), Domenico Bonasia nato a Bitonto e residente a Bari, Nicola Brescia (Bari), Maddalena Caldarola (Bitonto), Giovanni Camerino nato a Taranto, residente a Vanzago (Milano), Massimo  Camerino nato a Taranto, domiciliato a Vittuone (Milano), Luana Cervelli nata a Taranto residente a Morciano di Romagna, Fiorenza Coco nata e residente a Milano, Carlo Conte nato a Pojana Maggiore (Vicenza), Raffaele De Fonte nato e residente ad Acquaviva delle Fonti (Bari), Cosimo De Giorgio (nato e residente a Taranto), Ilario De Giorgio nato a Taranto e residente a Rho(Milano), Marisa Gaiarsa residente a Montecchio Maggiore (Vicenza), Suzana Gavric nata a Sarajevo, residente a Bitonto (Bari), Raffaella Giordano nata e residente a Bitetto (Bari) , Larisa Andrea Hangiu nata in Romania, residente a Nerviano (Milano), Paolo Lapalombella nato e residente a Bitonto (Bari), Luigi Leone nato e residente a Modugno, (Bari), A. M. nato Bitonto (Bari), Luca Mascia nata e residente a Prato, Denise Menaldo nata e residente a Burolo (Torino), Fabio Mesto nato e residente a Bari, Michele Milella nato e residente a Bari, Claudio Mimmotti nato e residente a Aprilia (Latina),  Walter Handerg Morillo Pichardo nato e residente a Genova, Antonio Nardelli nato e residente a Castellana Grotte (Bari),  Costantino Paciolla nato e residente a Cassano Murge, (Bari), Luca Petragallo nato e residente a Acquaviva delle Fonti, (Bari), Cosimo Pizzolante nato e residente a  Taranto, Pompea Pugliese nata e residente a  Galliate (Novara), Francesco Putignano nato e residente a Bitonto (Bari), Amedeo Quarinto (nato a Taranto, residente a Bareggio (Milano), Candida Rampino nata e residente a Bitonto (Bari), Martino Ravasio nato e residente a Recetto (Novara), Carolina Roati nata e residente a Prato, Giuseppe Romano Roano nato e residente a Acquaviva delle Fonti (Bari), Onofrio Sabatelli nato e residente a Monopoli (Bari), Giuseppe Spinelli (nato in Germania, residente ad Acquaviva delle Fonti (Bari), Ivano Talluto nato e residente a Riccione, Marco Tomei nato e residente a Genzano (Roma),  Paolo Vito Tuscano nato e residente a Milano, e Nicola Valletta nato e residente a Bari.

Le misure interdittive

Misura interdittiva di un anno della professione per gli avvocati Massimo Roberto Chiusolo e Pierdomenico Bisceglie, entrambi di Bari.

Obbligo di presentazione dai Carabinieri per 3 volte a settimana per i seguenti indagati: Aldo Coschiera nato e residente a Gioia del Colle (Bari), Luca  Falone nato e residente a Bitetto (Bari), Nicola  Laforgia nato e residente a Acquaviva delle Fonti (Bari), Vincenzo Mangione nato e residente a  Gravina di Puglia, (Bari), Donato Mariano nato e residente a Taranto, Luigi Milellax nato e residente a Bari, Giuseppe Naglieri nato e residente a Bitonto (Bari), Giovanni Pagano nato e residente a Villa di Briano (Cesena), Rino Raspanti nato e residente a Roma, Roberto Raspanti nato e residente a Arvea (Roma), Vito Domenico Spinelli nato e residente a Acquaviva delle Fonti (Bari), Francesco Tedesco nato e residente a Sant’Egidio del Monte Albino (Salerno), Francesco Trovato nato e residente a Arvea (Roma) e Andrea Valentino nato e residente a Bitonto (Bari).

 AGGIORNAMENTO

Il generale della GdF Mancazzo, estraneo ai fatti.

Il processo penale con riferimento alla posizione del Generale Mancazzo che sin da subito, è stato riconosciuto estraneo ai fatti, non ha mai avuto inizio . In particolare, l’Autorità Giudiziaria Romana, a cui gli atti sono stati trasmessi per competenza territoriale dai giudici di Bari, in data 14 febbraio 2023, su richiesta del Pm ha emesso un decreto di archiviazione nei confronti del Generale Mancazzo.

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