ROMA – La Polizia di Stato ha avviato accertamenti sulle “fake news” che da stamani circolano sui canali WhatsApp e sui social network relative a scontri violenti in corso a Bari dove è in corso il G7 dei ministri delle Finanze e dei governatori delle banche centrali. Gli accertamenti della Digos riguardano l’origine di bufale e false segnalazioni e si ipotizza il procurato allarme.
Tutto nasce da un audiomessaggio circolante su Whatsapp. La voce è quella di una donna, il tono è agitato ma composto. “Buongiorno, vi volevo avvisare che in via Napoli dove lavora mio marito mi ha detto che sono arrivati i greci che stanno spaccando macchine, negozi, semafori. C’è un macello e ora si stanno avviando nelle nostre strade un po’ più del centro, vi volevo avvisare di restare a casa e di non portare i bambini in quelle vie“. Ma anche sui social, soprattutto su Facebook, circolano foto di vecchi scontri relativi ad altre città e a manifestazioni passate, oltre a video
Chiaramente è tutto falso. La situazione in città è tranquillissima, nel quartiere Libertà, in via Napoli, non c’è nessuno così come non ci sono manifestanti violenti in via Capruzzi o vicino al tribunale di piazza De Nicola. Le manifestazioni autorizzate, un’assemblea promossa da Rifondazione Comunista in piazza Cesare Battisti e i laboratori delle associazioni su diseguaglianze e povertà organizzati al Politecnico, sono tutte assolutamente pacifiche. Le bufale seguono quelle dei giorni scorsi in cui si erano diffuse voci di ambulanze-bomba e di arrivi in massa dei black bloc, che sono state smentite dal Questore di Bari .
Grazie ad una segnalazione sono state trovate tre borse , risultate poi innocue nel corso di controlli compiuti dalle forze dell’ordine effettuati nei pressi del Teatro Petruzzelli di Bari dove in serata ieri si è svolta cerimonia di apertura della riunione dei ministri delle Finanze e dei Governatori delle Banche Centrali dei paesi del G7. Sono intervenuti sul posto anche i cani degli artificieri della polizia. Le borse sono state controllate e sono risultate essere di proprietà in realtà di un uomo senza fissa dimora.