La società Gallerie Commerciali Italia insieme alla società Duemari s.r.l. non mollano ed hanno depositato ricorso in appello al Consiglio di Stato, contro il Comune di Taranto per l’annullamento o la riforma della sentenza del marzo 2015 del Tribunale Amministrativo Regionale di Lecce . Le ricorrenti società milanesi (ma controllate dal gruppo Auchan) sono proprietarie di due aree ubicate all’interno del comparto n.32 in prossimità del Centro commerciale Auchan, in località Cimino chiedono che dichiari l’illegittimità dell’inerzia del Comune di Taranto e proceda alla nomina di un commissario ad acta.
Il contenzioso nasce nel 2008 allorquando la Due Mari srl depositò una proposta di Piano di lottizzazione per la realizzazione di un complesso commerciale da destinare alla grande distribuzione (Leroy Merlin e Dechatlon – n.d.r.) , nonché ad opere di urbanizzazione al Comune di Taranto . Il Piano di lottizzazione non è mai stato approvato, in quanto l’Amministrazione Comunale aveva avviato nel 2010 i lavori per la redazione di un Piano Particolareggiato. A nulla sono servite nel tempo le “pressioni” della società milanese che non intendeva rinunciare al suo progetto. L’anno scorso fu notificata al Comune di Taranto la diffida e richiesta di messa in mora , affinché l’iter amministrativo del procedimento di approvazione del Piano particolaregggiato venisse portato a termine per una conclusione nel più breve tempo possibile.
Visto il comportamento “sonnolente” del Comune di Taranto a ottobre dello stesso anno venne presentato un ricorso al Tar di Lecce e la contestuale presentazione di richiesta di nomina di un “commissario ad acta”. Buona parte dei Consiglieri comunali, nel corso di una seduta del consiglio comunale dello scorso dicembre, approvò, non senza più di qualche contrasto interno, un atto di indirizzo politico per non procedere alla redazione del Piano particolareggiato in zona Cimino. Ordine del giorno questo, contro il quale le società ricorrenti La società Gallerie Commerciali Italia e Duemari s.r.l. hanno fatto ricorso chiedendone l’annullamento.
Ad affiancare l’ Amministrazione Comunale è anche la Confcommercio di Taranto (quando fa loro comodo…) che sostiene che la realizzazione di nuove cubature da destinare al commercio, creerebbero “un ulteriore scompenso nel tessuto commerciale urbano, uno smagliamento urbanistico, un assurdo socio-economico a sfavore della vita sociale della città ed in particolare del Borgo, l’area che dovrebbe assolvere alla funzione di cuore socio- culturale urbano della città” . la realtà è che in questa materia si ostacola il diritto alla concorrenza, l’insediamento di catene commerciali internazionali che portano lavoro e si costringono i tarantini ad andare a Mesagne (BR) e Casamassima (BA) ad effettuare le proprie spese, privando la città di Taranto anche di nuovi posti di lavoro.
La Confcommercio di Taranto sta cercando di introdurre un concetto allucinante, e cioè l’applivazione del “controllo preventivo” (negato dalle normative comunitarie in materia di libero mercato e leggi sulla concorrenza) e cioè che “la tutela dell’interesse generale non può sottostare a quello specifico. E per dirla tutta, non risponde ad alcuna logica di sviluppo, se non ad interessi di parte, la realizzazione in contesti urbani periferici di nuovi insediamenti commerciali di grandi dimensioni, considerato che Taranto è l’ultima città della Puglia per i consumi e che l’offerta commerciale è già sovradimensionata rispetto alla capacità di spesa. Non si dimentichi poi che lo stesso gruppo Auchan è in crisi e che proprio la sede di Taranto è una di quelle dove è stato costretto ad operare consistenti tagli ai posti di lavoro”.
Quello che la Confcommercio di Taranto fa finta di dimenticare, in realtà è la propria crisi interna associativa, sopratutto economica, oltre al fatto che le proprie attività di promozione si sostengono ormai solo con vari finanziamenti (comunali, regionali e comunitari) utilizzando cioè soldi pubblici, e non dei commercianti tarantini. Non è quindi sicuramente colpa del Gruppo Auchan se le aziende (supermercati) del presidente dell’associazione di commercianti Leonardo Giangrande chiudono in perdita, così come la società informatica del suo vicepresidente vicario Aldo Manzulli, (professore di scuola statale n.d.r.) sia oberata di debiti con una sofferenza nel sistema bancario (Centrale Rischi – Banca d’ Italia – n.d.r. ) di circa un milione di euro !
Sentire parlare di “tagli di posti di lavoro” chi come la Confcommercio di Taranto fa fatica a pagare i suoi dipendenti, riducendo le loro ore lavorative è è a dir poco ridicolo. Sarebbe interessante chiedere ai presidente di Confcommercio Bari, e Confcommercio Brindisi, come mai non abbiano fatto le stesse “barricate” tarantine contro i raddoppi dei centri commerciali. O meglio contro il gruppo Auchan. Stranamente per il raddoppio del centro commerciale “La Mongolfiera” (Ipercoop) non ci fu alcun problema. Anzi qualcuno come il direttore della la Confcommercio di Taranto, tale Angelo Colella, in quel caso fu favorevole. Molto favorevole…
Chissà perchè ! O meglio, noi lo sappiamo…e voi , lo immaginate?