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21 Novembre 2024 21:58

“Game Over”. Maxi operazione antimafia dei Carabinieri a Foggia. I nomi degli arrestati

Le indagini così condotte dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Foggia, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e con il contributo della Direzione Nazionale Antimafia, che ha applicato un suo magistrato, hanno permesso di conoscere numerosi e dettagliati elementi caratterizzanti le complesse ed articolate dinamiche delittuose dell’organizzazione mafiosa, nonché i rapporti interni, non privi di conflittualità tra gli stessi indagati, l’accurato modus operandi utilizzato, la portata del traffico di stupefacenti commercializzato in regime di monopolio, controllato grazie al ricorso a metodi mafiosi, ed in ultimo anche la ripartizione e destinazione finale dei profitti illecitamente realizzati, per alimentare, senza soluzione di continuità, il “Sistema” della “Società foggiana”.

Dalle prime ore della notte è in corso la più vasta operazione antimafia mai eseguita nella città di Foggia, convenzionalmente denominata “Game Over”. Circa 500 militari dell’Arma dei Carabinieri del Comando Provinciale di Foggia, con il supporto operativo altresì dei militari degli altri Comandi Provinciali dell’Arma della Legione Carabinieri “Puglia”, dello Squadrone Eliportato Cacciatori di “Puglia”, dei Nuclei Cinofili Carabinieri di Modugno (BA), Chieti e Tito (PZ), nonché del Nucleo Elicotteri Carabinieri di Roma e dell’11° Reggimento Carabinieri “Puglia”, hanno eseguito una misura cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Bari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, con il supporto dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, nei confronti di svariate decine di soggetti di vertice, affiliati e contigui alla violenta organizzazione criminale di matrice mafiosa nota come “Società Foggiana” costituita dalle tre “batterie”: “Moretti-Pellegrino-Lanza”, “Sinesi-Francavilla” e “Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese”.

Arresti e perquisizioni oltre che in Capitanata, anche in altre province del Territorio Nazionale. I dettagli dell’operazione, sono stati forniti nel corso di una conferenza stampa presso gli uffici della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, alla presenza altresì del Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, dott. Giovanni Melillo, dei Magistrati della DDA di Bari e dei vertici dell’ Arma dei Carabinieri.

L’ indagine antimafia denominata “Game Over”, condotta dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Foggia e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, trae origine dal procedimento relativo all’omicidio di matrice mafiosa di Roberto Tizzano e al contestuale ferimento di Roberto Bruno, entrambi esponenti di rilievo della batteria “Moretti-Pellegrino-Lanza”, sotto-articolazione dell’organizzazione mafiosa nota come “Società foggiana”, attinti con colpi d’arma da fuoco il pomeriggio del 29 ottobre 2016.

Per tale delitto di mafia sono stati condannati, in via definitiva, Patrizio Villani, Cosimo, Damiano e Francesco Sinesi, tutti appartenenti alla batteria antagonista “Sinesi-Francavilla”. Le sentenze hanno accertato che mandante dell’efferata azione era stato Francesco Sinesi, in risposta al tentato omicidio perpetrato, in data 6 settembre 2016, ai danni di suo padre Roberto Sinesi, capo storico dell’omonima batteria mafiosa. Il luogo del delitto, bar “All’H24” di Foggia, si è rilevato, a seguito delle indagini compiute, la base operativa centrale del traffico di sostanze stupefacenti.

Dagli sviluppi investigativi svolti al riguardo, mediante l’uso massivo di attività tecniche , anche di ultima generazione, è stata possibile, nei periodi successivi, l’esecuzione tra le altre di due importanti inchieste antimafia coordinate sempre dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e precisamente:

Decima Azione”: inchiesta giudiziaria conclusasi con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare a carico dei maggiori 30 esponenti della consorteria mafiosa della “Società Foggiana” , che ha riguardato il contesto criminale delle estorsioni in danno del tessuto imprenditoriale cittadino, praticate “a tappeto” e con criteri di sistematicità nei confronti delle relative vittime;

“DecimaBis”: inchiesta giudiziaria conclusasi con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 40 soggetti appartenenti sempre alla predetta consorteria, che ne ha accertato gli ambiti operativi criminali e le infiltrazioni nel tessuto sociale ed economico ed in particolare le estorsioni realizzate con metodo mafioso, la turbata libertà degli incanti ed anche gli agguati compiuti con armi, il tutto al fine di esercitare un violento controllo del territorio, di natura “militare”, espressione tipica di
quella forza di intimidazione tipica dell’agire mafioso.

L’operazione eseguita oggi, convenzionalmente denominata “Game Over”, rappresenta la
prosecuzione, sul versante investigativo, nell’azione di contrasto nei confronti dell’organizzazione
mafiosa “Società Foggiana”. Si è in particolare focalizzata sulle fonti di guadagno illecite di tale
struttura criminale che, secondo le indagini, sono derivanti da due canali: le sistematiche estorsioni, compiute ai danni al tessuto imprenditoriale e ricostruite nei dettagli dalle indagini Decimazione e Decimabis, praticate con lo scopo di far confluire i proventi illeciti nella “cassa comune”, utilizzata per il sostentamento, l’assistenza e la sopravvivenza del sodalizio mafioso.

Un contrasto anche al fiorente traffico di sostanze stupefacenti, perpetrato con aggressivo e minuzioso sistema di regole, che hanno garantito, ai vertici operativi del sodalizio, non a caso coincidenti con i vertici delle “batterie” mafiose, la possibilità di un controllo capillare e di una posizione di monopolio nella vendita della cocaina, attraverso l’imposizione dell’obbligo, a pena di pesanti ritorsioni anche armate, di commercializzare esclusivamente la sostanza stupefacente fornita dal sodalizio stesso. Tale imposizione, attuata con le caratteristiche tipiche delle organizzazioni mafiose, ha assicurato all’associazione consistenti profitti illeciti ed ulteriori 7 Euro per ogni grammo di cocaina venduta a Foggia. Profitti, questi, utilizzati anche per alimentare la “cassa comune”, funzionale al perseguimento degli scopi criminali della “Società Foggiana”.

Secondo quanto emerso e ritenuto dal Gip (fatta sempre salva la valutazione nelle fasi successive), i delitti contestati sarebbero stati perpetrati con metodologie organizzative ed operative che ricalcano fedelmente quelle praticate in materia di estorsioni. Le tre articolazioni componenti l’aggregato mafioso della “Società Foggiana”, infatti, hanno esercitato la loro “pressione mafiosa” per la monopolizzazione del traffico di cocaina sul territorio cittadino. Per tali narcotraffici, infatti, il sodalizio in questione aveva pianificato dettagliatamente l’organizzazione del traffico di cocaina attraverso continue riunioni in cui sono state determinate rigide regole contenute nel “cartello del narcotraffico”.

Ha imposto il monopolio della vendita di cocaina nella città di Foggia, mediante una forza intimidatrice propria, derivante dal riconosciuto nonché temuto spessore criminale dei soggetti al vertice dell’ organizzazione stessa, direttamente investiti dagli storici capoclan, che si sono avvalsi di una fitta rete informativa, utilizzata per controllare militarmente le “piazze” di spaccio. ed ha immesso sul mercato cittadino considerevoli quantitativi di sostanze stupefacenti, stimati in circa 10 chilogrammi al mese di cocaina, acquistata ad un prezzo di poco inferiore ai 40 euro al grammo, poi rivenduta, a seconda dei casi, a 55 o 60 euro al grammo. I profitti realizzati dalla consorteria mafiosa sono quantificabili in almeno 200.000 euro al mese, e le dosi di cocaina immesse sulle piazze di spaccio corrispondono, invece, a circa 50.000 al mese.

Le tre articolazioni componenti l’aggregato mafioso della “Società Foggiana” hanno usufruito di depositi sorvegliati per la custodia ed il confezionamento della cocaina; ha “governato” le piazze di spaccio con una fitta rete di venditori, tutti pienamente consapevoli di operare illecitamente nell’ambito di contesto associativo asservito a scopi mafiosi attraverso la finalizzazione mafiosa del narcotraffico, inquadrati in vere e proprie “squadre operative” e ripartiti, secondo il livello operativo, nella “lista dei grossi” e nella “lista dei piccoli”, a cui venivano distribuiti con cadenza regolare quantitativi prestabiliti di cocaina, nell’ordine delle centinaia di grammi i primi e delle decine di grammi invece i secondi.

Veniva mantenuta una minuziosa contabilità della droga distribuita alle “squadre di spaccio” e dei
relativi corrispettivi realizzati, riscuotendoli mediante gli “addetti al giro inverso” presso gli spacciatori ed elaborando così vere e proprie “liste della contabilità”, funzionali alla gestione del narcotraffico. Le tre articolazioni componenti l’aggregato mafioso della “Società Foggiana” hanno raccolto i profitti del traffico di droga e, in analogia con la gestione dei profitti delle estorsioni, ha alimentato la “cassa comune”, utilizzata per distribuire i guadagni illeciti, assicurare somme ai sodali, denaro devoluto al mantenimento dei familiari ed accoliti in stato di detenzione, anche al fine di scoraggiare il fenomeno del pentitismo.

Le tecniche investigative utilizzate dagli investigatori dell’ Arma dei Carabinieri hanno portato alla luce l’essenza e la natura dei vincoli che univano a vario titolo tutti i soggetti coinvolti nel core business del “Sistema”, vale a dire l’esercizio in forma “imprenditoriale” della cessione di cocaina. La strategia criminale dei componenti dell’organizzazione presupponeva – come è risultato da talune conversazioni chiare ed esplicite – la sussistenza “a monte” di un “pactum sceleris”, siglato dai capi storici dei clan componenti le batterie mafiose confederate nella “Società Foggiana”. I metodi di gestione del traffico di stupefacenti (a cui gli stessi indagati avevano dato, a loro volta, il nome di “Sistema”), prevedevano l’attribuzione, all’interno del sodalizio, di ruoli ben definiti e per ciascuno dettagliatamente ricostruito agli esiti del vaglio del materiale investigativo raccolto.

I nomi di indagati arrestati

Ciro Albanese nato a Foggia il 10 marzo 1992 detto ‘Pipistrello

Francesco Battiante nato a Foggia il 17 gennaio 1997

Vincenzo Bevilacqua nato a Foggia il 16 settembre 1993 detto ‘Sgangà

Angelo Bruno nato a Foggia il 20 settembre 1968 detto ‘Il Pirata

Angelo Bruno nato a Foggia l’8 novembre 1997 detto ‘La ciotta

Carmine Bruno nato a Foggia il 5 febbraio 1975 detto ‘Uba Uba

Giuseppe Bruno nato a Foggia il 1° aprile 1966

Leonardo Bruno nato a Foggia l’8 settembre 1988

Marianna Bruno nata a Foggia il 19 luglio 1977

Roberto Bruno nato a Foggia il 4 ottobre 1995 detto Robertino

Vincenzo Bruno nato a Foggia il 9 agosto 1983 detto ‘Enzuccio il cantante

Giuseppe Caggiano nato a Foggia il 15 ottobre 1974

Luciano Calabrese nato a Foggia il 10 giugno 1999 detto ‘Cupptil

Nicola Cannone nato a Foggia il 17 aprile 1990

Ciro Carretta nato a Foggia il 20 ottobre 1985

Francesco Carretta nato a Foggia il 6 dicembre 1973

Anna Catalano nata a Santa Ninfa il 15 settembre 1946 (arresti domiciliari)

Marcello Cavallone nato a Foggia il 23 aprile 1971 detto ‘Il Fornaio’

Filippo Ciavarella nato a Foggia il 28 settembre 1986

Francesco Compierchio nato a Cerignola il 29 agosto 1956 detto Franchin ‘U nerg

Arnaldo Consalvo nato a Foggia il 16 luglio 1982 detto ‘Nanduccio

Michele Consalvo nato a Foggia il 1° marzo 1969 detto ‘Mezza lingua’

Michele Consalvo nato a Foggia il 23 novembre 1984 detto ‘Autosalone

Domenico D’Angelo nato a Foggia il 5 aprile 1982

Fabio Ciro De Leo nato a Foggia il 16 giugno 1976

Michele De Leo nato a Foggia il 6 febbraio 1976 detto ‘La Siccia

Pietro Del Carmine nato a Foggia il 7 giugno 1986 detto ‘Pierino del lavaggio’

Leonardo Di Noio nato a Foggia il 23 aprile 1984

Rocco Moretti junior nato a Foggia il 29 maggio 1997

Franco Nardino nato a San Severo il 31 agosto 1963

Marzio Padalino nato a Foggia il 20 marzo 1997

Domenico Palmieri nato a Foggia l’11 gennaio 1980 detto ‘Piscitill

Raffaele Palumbo nato a Foggia il 23 gennaio 1984

Samuele Perdonò nato a Foggia il 1° luglio 1998

Giuseppe Perdonò nato a Foggia il 1° febbraio 1988 detto ‘Scarafone

Francesco Pesante nato a Foggia il 4 gennaio 1988 detto ‘U sgarr’

Luciano Portante nato a Foggia il 28 giugno 1974

Nicola Portante nato a Foggia il 1° marzo 1976

Pasquale Portante nato a Foggia il 27 settembre 1969

Antonio Prencipe nato a Foggia il 4 novembre 1995 detto ‘Pig-li’

Francesco Ragno nato a Foggia il 7 febbraio 1985

Vincenzo Rendine nato a Foggia il 26 gennaio 1991

Giovanni Rollo nato a Foggia il 18 agosto 1987

Francesco Roma nato a Foggia il 20 giugno 1986

Luciano Russo nato a Foggia il 21 novembre 1990

Antonio Salvatore nato a Foggia il 26 febbraio 1991 detto ‘Lascia lascia’

Arnaldo Sardella nato a San Severo il 10 dicembre 1985

Mario Schioppo nato a Foggia il 17 ottobre 1980 detto ‘Autosalone

Guido Siani nato a Foggia il 20 dicembre 1991 detto ‘Guiduccio

Giuseppe Soccio nato a Foggia il 1° gennaio 1983 detto ‘Pinuccio il sammarchese

Michele Spinelli nato a Foggia il 6 maggio 1967 detto ‘Zio Michele

Antonio Spiritoso nato a Foggia il 20 novembre 1974

Giuseppe Spiritoso nato a Foggia il 16 novembre 1956 detto ‘Papanonno

Lorenzo Spiritoso nato a Foggia il 5 gennaio 1981

Francesco Tizzano nato a Foggia il 20 gennaio 1972

Ciro Torraco nato a Foggia il 16 luglio 1975 detto ‘U varvir , il barbiere

Michele Pio Vacca nato a Foggia il 24 agosto 1987

Pasquale Vacca nato a Foggia il 14 dicembre 1990

Antonio Valentino nato a Cerignola il 24 luglio 1970

Nicola Valletta nato a Cerignola il 3 luglio 1986

Carlo Verderosa nato a Foggia il 18 agosto 1982

Antonio Vincenti nato a Foggia il 13 ottobre 1982 detto ‘Il Nero’

Angelo Antonio Zagaria nato a Cerignola il 30 giugno 1984

Savino Zagaria nato a Cerignola il 3 ottobre 1968 detto ‘Sabino

Indagati deceduti

Federisco Trisciuoglio nato a Foggia il 20 ottobre 1953 detto ‘Enricuccio U Zoppo’

Alessandro Scopece nato a Foggia il 31 dicembre 1985 detto ‘Il cinghiale’

Roberto Russo nato a Foggia il 5 giugno 1979 detto ‘Il Colombiano’


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