Licenziamenti in arrivo alla Gazzetta del Mezzogiorno. La Edime, la società controllata dagli imprenditori Antonio Albanese (CISA spa) e Vito Miccolis (Ecologia), che pubblica il quotidiano a seguito di una procedura fallimentare con molti lati oscuri e non pochi conflitti d’interesse, ha infatti avviato una procedura di licenziamento collettivo che ha come scopo finale il taglio di 29 giornalisti e di 23 poligrafici.
La decisione è stata comunicata via mail ai sindacati nella tarda serata di ieri, mercoledì 16 ottobre 2024, alla vigilia di un tavolo di crisi convocato dalla Regione Puglia, nel quale si sarebbero dovuto trovare delle soluzioni alla crisi infinita del giornale che va avanti da anni, con le vendite di copie ridotte al lumicino, e degne di un piccolo quotidiano di provincia, oscillanti fra le 5 e 6 mila copie al giorno peraltro grazie all’ accoppiata in edicola con La Gazzetta dello Sport.
Una nota congiunta siglata da Federazione nazionale Stampa italiana, Associazione della Stampa di Puglia e Associazione della Stampa di Basilicata contesta il comportamento della Edime e denunci “Invece, la proprietà ha deciso di continuare unilateralmente sulla strada dei licenziamenti, dopo che un anno fa furono scongiurati grazie proprio all’impegno del sindacato che firmò un accordo sulla cassa integrazione per una parte della redazione“.
“Come sindacato riteniamo inaccettabile questo comportamento da parte dell’azienda che ha di fatto cancellato l’utilità del tavolo regionale, – incalzano le Associazioni Sindacali – infischiandosene quindi della disponibilità al confronto offerta dalle Regioni (erano presenti anche i rappresentanti della Basilicata) e dal sindacato. Ricordiamo inoltre che Edime riceve robusti contributi pubblici per sostenere la propria attività e che quindi prima di mettere in atto azioni così traumatiche dovrebbe cercare soluzioni alternative: cosa ne pensa il sottosegretario all’editoria Alberto Barachini?“.
Il sindacato “non si sottrarrà al confronto ai tavoli aziendali e istituzionali, rimarcando le mancanze dell’azienda, in particolare di un piano di rilancio vero per un quotidiano radicato in regioni importanti come Puglia e Basilicata, e chiede il ritiro immediato dei licenziamenti, perché – concludono Fnsi e Associazioni di Stampa – non si tratta sotto minaccia“.