GENOVA – In una piazza De Ferrari stracolma e profondamente commossa nel ricordo, accolti in piazza dagli applausi del pubblico Il sindaco Bucci ed il governatore della Regione Liguria Toti . “Non me lo hanno chiesto, ma se lo chiedono mi tiro su le maniche e mi darò da fare“, ha risposto il primo cittadini a chi gli ha chiesto se se sia pronto a fare il commissario. “Figuratevi se dico di no, se me lo chiedono, cosa pensa poi Genova”. Lacrime sul palco per Tullio Solenghi che ha letto il lungo elenco di vittime e lacrime tra i numerosissimi presenti (si parla di almeno 4mila persone) nella piazza gremita per l’evento commemorativo “Genova nel cuore“. Sul palco di piazza De Ferrari si sono alternati i volti e le storie della tragedia. In piazza sono tanti i genovesi che hanno deciso di indossare la t-shirt con il logo del ponte unito da mille cuori e la scritta-simbolo “Genova nel cuore“.
Un mese fa la tragedia . È trascorso un mese dal crollo di ponte Morandi , il viadotto dell’autostrada A10 che scavalcava il torrente Polcevera, nel ponente del capoluogo ligure, crollato all’improvviso alle 11.36 del 14 agosto 2018 : 43 persone sono morte nel disastro, ed oltre 500 sono rimaste senza casa.
Lunghissimi applausi sono stati rivolti in piazza agli eroi dei soccorsi, vigili del fuoco, forze dell’ordine e volontari. “Pioveva e c’era un forte odore di fango, un odore che conosciamo, quello dell’alluvione, ma non era l’alluvione: un pezzo di ponte non c’era più“, ha raccontato Alessandro Campora, capo squadra dei Vigili del Fuoco. Marco Gastaldi, assistente capo della sottosezione Ovada della Polizia Stradale: “Pensavamo a un incidente, ma abbiamo visto le persone correrci incontro in preda al panico, anche per noi c’è stato un momento di disorientamento, ma la priorità era mettere in salvo le persone che si trovavano ancora sul pezzo di ponte non crollate e le abbiamo portare vie tutte”. Nel dopo crollo sono intervenuti circa 2500 volontari. Cristina Romania è stata una delle prime ad arrivare sul posto: “C’era uno scenario surreale, sembrava impossibile che tanto caos avesse generato solo silenzio“, ha raccontato.
Nel corso della mattinata vi sono state altre commemorazioni. Alle 11,36 con il cielo lacerato dalle sirene delle navi e dai rintocchi delle campane, i genovesi sono scesi in silenzio: i negozi hanno abbassato le saracinesche, taxi e bus hanno spento i motori, la gente in strada si è fermata in raccoglimento. Un minuto di silenzio a palazzo di Giustizia dove magistrati, avvocati e cancellieri si sono fermati nell’atrio di palazzo di giustizia per ricordare le 43 vittime del crollo. Un girotondo in mezzo a piazza De Ferrari per ricordare la tragedia: lo hanno fatto alcuni figli delle vittime mischiati a decine di giovanissimi atleti genovesi, accompagnati dagli allenatori e dai dirigenti delle società in occasione del minuto di silenzio delle 11.36 in ricordo delle 43 vittime. “Ci è sembrato doveroso invitare il mondo dello sport a partecipare a questo momento così importante“, ha spiegato Rino Zappalà, delegato Coni di Genova.
Presente il presidente del Consiglio Giuseppe Conte: “A dieci giorni dall’entrata in vigore del decreto – ha annunciato – ci sarà il commissario con un mio decreto, ed è un commissario che avrà pieni poteri“. “Ho portato dei fogli pieni di fatti, di misure concrete. Qualcuno ha detto che siamo stati a litigare al Consiglio dei Ministri, No siamo stati ad operare per questo decreto“. “Martedì ho invitato Giovanni Toti e Marco Bucci a Roma per una giornata di lavoro, durante la quale, ascoltati i loro contributi, ci confronteremo su altri dettagli e vareremo definitivamente il decreto“, ha spiegato Conte, al termine della riunione con il sindaco di Genova e il governatore ligure. “Sarà uno bravo, sarà bravissimo“. Così il presidente del Consiglio ha risposto a chi gli chiedeva se il prossimo commissario straordinario sulla ricostruzione sarà ligure.
“Non credo che importi a qualcuno il nome del commissario – ha detto il governatore e commissario per l’emergenza Giovanni Toti -. Il problema è fare le cose bene e presto. Non ingarbugliare le carte. Come istituzioni ci siamo fatti carico da un mese dell’emergenza facendo un lavoro straordinario e oggi chiediamo al Governo di poter continuare, di non avere disturbi ma aiuti, perché l’unico compito ora è riaprire il ponte”. “Non sarà la caduta di un ponte a piegare Genova – ha aggiunto ancora Toti -, una città che ha voglia di tornare a correre nel più breve tempo possibile. Oggi in piazza De Ferrari, la piazza delle grandi adunate di quel popolo che ha saputo dire no ai terroristi quando fu ucciso Guido Rossa, ribadiremo a tutti questa volontà“. che ha concluso “La giustizia è la prima cosa, sapere cosa è successo, cos’ha prodotto una cosa così. La procura sta facendo uno straordinario lavoro e l’aula di giustizia ci dirà cosa è successo“.
“Per noi genovesi il crollo del Morandi è stata una tragedia terribile – ha detto il sindaco di Genova, Marco Bucci -. Come ground zero per New York, città che ha saputo uscire dal disastro molto bene. Noi vogliamo fare la stessa cosa. Genova non è in ginocchio. Oggi ricordiamo le vittime e pensiamo alla ricostruzione per uscire dalla tragedia con la città più forti e grande di prima“.
Pietro. È questo il nome del figlio di Gianluca Ardini, 29 anni, uno degli ultimi due feriti del ponte ancora ricoverati all’ospedale San Martino di Genova. “Se si è salvato è anche perché voleva vederlo, essere padre” continuava a ripetere poche ore dopo il crollo la fidanzata Giulia Organo. Ieri è stata ricoverata anche lei, ma nel reparto neonatologia di Voltri, periferia Ovest del capoluogo ligure. E nella notte, alle 23.59, un mese dopo il crollo, è nato Pietro. Ad annunciarlo è stato il primario Rodolfo Sirito. “C’è tanta emozione“, racconta dall’ospedale il padre di Giulia, Valter Organo. Nonno Valter confida: “Avrò tanto da raccontare al mio nipotino“.
L’inchiesta della Procura . Ad un mese dal crollo del Ponte Morandi, le indagini della magistratura genovese registrano due fondamentali aggiornamenti: innanzitutto si è scoperto che sono trascorsi quasi 25 anni senza che di fatto fossero compiute manutenzioni straordinarie sul ponte Morandi ; successivamente, la Procura ha studiato delle norme che consentirebbero di chiedere persino il commissariamento della società Autostrade per l’ Italia.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in un suo intervento pubblicato sui quotidiani La Stampa e Secolo XIX a un mese dal disastro “Genova non attende auguri o rassicurazioni ma la concretezza delle scelte e dei comportamenti“ ha scritto : “la città è stata colpita da una tragedia inaccettabile e ricostruire è un dovere. Ritrovare la normalità, una speranza che va resa concreta. Bisogna farlo in tempi rapidi, con assoluta trasparenza, con il massimo di competenza”.
L’immagine che la città ha dato di sé, ha continuato Mattarella “in quei giorni di lutto e di smarrimento non è stata soltanto di profondo dolore, ma anche di grande solidarietà e di forza d’animo. Quella stessa solidarietà, alta, responsabile, coraggiosa, disinteressata, che ha caratterizzato i genovesi e i soccorritori è la chiave di volta per superare la condizione che si è creata”.
Con un impegno collettivo, nazionale e locale, pubblico e privato, ha concluso il Presidente della Repubblica perché “ricostruire è un dovere. Ritrovare la normalità, una speranza che va resa concreta“.