Gianpaolo Tarantini dovrà scontare una pena pari a due anni, 11 mesi e 27 giorni , grazie a quei tre giorni mancanti, eviterà il carcere secondo quanto prevede la legge e potrà richiedere l’affidamento in prova ai servizi sociali in quanto il totale della pena da scontare è al di sotto dei tre anni. Tutto ciò è contenuto nel “decreto di computo custodia cautelare e delle pene espiate per altro reato” notificatogli dalla Procura di Bari, che ha calcolato la pena residua che Tarantini deve scontare con riferimento al patteggiamento a tre anni e tre mesi di reclusione nell’ambito del processo per bancarotta fraudolenta della società di famiglia “Tecni Hospital“.
Dalla pena complessiva di 39 mesi, è stata infatti sottratto il periodo di custodia cautelare preventiva alla quale il Tarantini è stato già sottoposto nell’ambito di altri procedimenti penali, pari a complessivi tre mesi e tre giorni. In particolare i due mesi e sette giorni ai domiciliari dal 15 giugno al 21 agosto 2010 per detenzione e cessione di droga (arresto disposto dalla magistratura barese e che è costato all’imprenditore una condanna in primo grado a 2 anni e 2 mesi di reclusione) e i 26 giorni in carcere per estorsione nei confronti di Silvio Berlusconi recentemente sentenziati dal Tribunale di Napoli.
Nelle prossime settimane a Tarantini sarà notificato un ulteriore provvedimento di sospensione dell’esecuzione della pena, proprio sulla base di questo calcolo residuo. A quel punto, attraverso il suo avvocato, Nicola Quaranta, avrà 30 giorni per chiedere di scontare la condanna con una pena alternativa al carcere. Va ricordato che nei confronti dell’ex-imprenditore barese vi sono altri sei processi penali, quattro dei quali (tra cui quello sulle escort) ancora in primo grado e i cui esiti non potrebbero in ogni caso compromettere il beneficio della sospensione.