ROMA – L’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno è stato condannato in primo grado a 6 anni reclusione – un anno in più rispetto alla richiesta della Procura – per i reati di “corruzione” e “finanziamento illecito”, nel processo stralcio di Mafia Capitale. L’accusa mossa dal pm Luca Tescaroli della Procura di Roma, nei confronti dell’ ex-ministro ed ex-sindaco di Roma Capitale, è quella di aver percepito da Salvatore Buzzi e da soggetti che agivano in suo accordo , soldi in contanti ed erogazioni alla Fondazione Nuova Italia, da lui presieduta, per un ammontare totale di lui 298mila e 500 euro.
Per la precisione 228mila euro di erogazioni indirette alla fondazione, e 70mila euro diretti in contanti in varie tranche. A disporre la condanna i giudici della seconda sezione collegiale del tribunale romano, che hanno disposto la confisca di 298mila euro. Alemanno, quindi, sarebbe stato corrotto per il compimento di atti contrari ai doveri di ufficio. Secondo i magistrati capitolini Buzzi, che agiva in concorso con l’ ex-terrorista “nero”Massimo Carminati, avrebbe pagato fior di quattrini per far nominare dei dirigenti apicali in Ama, per poter pilotare l’appalto per l’organico indetto dalla stessa municipalizzata a favore delle cooperative controllate dal Buzzi e per far sbloccare i suoi crediti vantati con la pubblica amministrazione, la stessa Ama e l’ Ente Eur spa.
I giudici della II sezione penale del Tribunale di Roma hanno quindi condannato Alemanno alla confisca di 298.500 euro e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Alemanno, inoltre, è stato interdetto dal poter stipulare contratti con la pubblica amministrazione per due anni. Fissata anche una provvisionale di 50mila euro sia per Ama che per il Comune di Roma. Disposto anche il risarcimento dei danni per 10mila euro nei confronti delle parti civili CittadinanzAttiva, Assoconsum e Confconsumatori federazione regionale Lazio.
Durante l’udienza dell’8 febbraio scorso, il pm Tescaroli aveva chiesto una condanna a 5 anni. Le accuse erano pesantissime. Alemanno, secondo i magistrati, era: “L’uomo politico di riferimento dell’organizzazione Mafia Capitale all’interno dell’amministrazione comunale, soprattutto, in ragione del suo ruolo apicale di sindaco, nel periodo 29 aprile 2008 – 12 giugno 2013 (e successivamente di consigliere di minoranza in seno al Pdl)“.
Così si difende l’ex primo cittadino Gianni Alemanno: “Sono innocente non c’è una vera prova certa contro di me. Mafia capitale ha creato dei danni anche a me. Leggeremo le motivazioni per capire come si è arrivati a questa condanna. C’era un clima negativo. Ho avuto l’impressione che ci fosse la volontà di andare oltre anche a quanto chiesto dal pm. Non solo l’uomo di riferimento di mafia capitale, visto che sono stato prosciolto dall’accusa di associazione mafiosa”
Alemanno si professa innocente e annuncia il ricorso in appello: “Una sentenza sbagliata. Ricorreremo sicuramente in appello dopo aver letto le motivazioni. Io sono innocente l’ho detto sempre e lo ribadirò davanti ai giudici di secondo grado“.