di Antonello de Gennaro
A pochi giorni dalla chiusura della campagna elettorale, mi trovavo a Taranto, dove ne ho viste veramente di tutti i colori. Partiamo con ordine per ricostruire il tutto. Nella sala consiliare del Comune di Taranto, è stato presentato un libro su Forza Italia, scritto dal deputato forzista Fabrizio Cicchitto, un ex socialista della sinistra, risultato iscritto nella loggia massonica deviata di Licio Gelli, che è stato introdotto da Giuseppe De Tomaso, direttore della Gazzetta del Mezzogiorno quotidiano barese attualmente confiscato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania che ha mandato a processo il suo editore Mario Ciancio di Sanfilippo accusandolo di “concorso esterno in associazione mafiosa“. Presente anche l’ Avv. Paolo Sisto di Bari, “nominato” ( cioè eletto senza bisogno di venire votato personalmentedai cittadini) in Parlamento dal suo “cliente” Silvio Berlusconi, che difende quale imputato nel processo a suo carico sulle escort baresi che frequentavano (lautamente ricompensate) le “eleganti cene” berlusconiane di Palazzo Grazioli a Roma e Villa San Martino ad Arcore.
Seduto in prima fila il caposervizio della redazione di Taranto, Mimmo Mazza, condannato anni fa a 7 mesi di carcere per dei brogli elettorali compiuti (allorquando faceva il presidente di seggio elettorale in rappresentanza del PCI – n.d.a) ) salvatosi successivamente in appello ( tribunale-giudizio di 2° grado) grazie all’intervenuta sopraggiunte “prescrizione“. Quella stessa prescrizione che lo ha salvato nel mesi scorsi anche da un procedimento disciplinare a suo carico dinnanzi al Consiglio di Disciplina dell’ Ordine dei Giornalisti di Puglia, composto guarda caso…da due collaboratori (pagati a 5 euro ad articolo) della Gazzetta del Mezzogiorno: tale Vittorio Ricapito da Taranto, ed il bitontino Raffaele Capaldi. Un’ archiviazione disciplinare per “prescrizione” che è costata una denuncia penale al Collegio di Disciplina dei Giornalisti pugliesi, già manifestatosi nella sua illegalità con la precedente nomina illegittima e quindi illegale (da noi denunciata) Nicola Colajanni, che a seguito del nostro articolo fu costretto alle dimissioni.
LA FAKE NEWS DELLA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (edizione di Taranto)
Ma il più “bello”….(si fa per dire) è arrivato fra giovedì e venerdì quando la Gazzetta del Mezzogiorno, nella sua “deficitaria” ed ormai intangibile edizione di Taranto e provincia (dove vende appena circa 1.000 copie al giorno) ha pubblicato un “selfie” fornito loro dal consigliere comunale Mario Cito mandato a processo per una squallida storia di rimborsi e truffe al Comune di Taranto, integrandolo in un “articoletto” chiaramente privo di firme in cui si ipotizzava un accordo fra Cito e la Lega alle elezioni europee di domani.
Una FAKE NEWS questa immediatamente smentita dai vertici regionali della LEGA , come di seguito riportiamo testualmente: “Con riferimento all’articolo odierno pubblicato nell’ edizione di Taranto della Gazzetta del Mezzogiorno, si smentisce ogni e qualsiasi ipotesi di candidatura nella Lega dell’ attuale consigliere comunale Mario Cito e di appartenenti al movimento politica At6. La fotografia pubblicata, prosegue la nota, è uno delle migliaia di selfie fatti da Matteo Salvini ad Ostuni in occasione della sua presenza elettorale di martedì scorso. Non si scambi dunque la partecipazione libera e spontanea da cittadino con accordi politici che smentiamo categoricamente. Tanto dichiarano il coordinatore regionale e quello provinciale di Taranto della Lega Puglia On. Luigi D’Eramo e Sen. Roberto Marti.”
Ma le “fake news” dei pennivendoli tarantini della Gazzetta del Mezzogiorno sono continuate. Infatti ieri il quotidiano barese che i magistrati siciliani hanno confiscato, ha proseguito nella propria disinformazione politica, circostanza a dir poco grave, sopratutto in quanto esercitata a sole 48h dal voto, sostenendo e scrivendo che “la foto ha naturalmente creato molti mal di pancia all’interno della Lega, specie in chi ha timore di perdere lo strapuntino appena conquistato in vista delle elezioni regionali dell’ anno prossimo” aggiungendo, peraltro senza alcun documento o dichiarazione probatoria da parte di nessuno: “Confermiamo da parte nostra i contatti fra la Lega e Cito“.
Evidentemente alla Gazzetta del Mezzogiorno sono incapaci di leggere e documentarsi, allorquando parlano di uno “strapuntino” inesistente: D’Eramo e Marti sono infatti entrambi parlamentari e quindi non hanno alcun interesse personale alle prossime regionali pugliesi e tantomeno cercano uno “strapuntino”. Quindi cosa confermano dalla Gazzetta di Taranto? Di scrivere falsità ? Questo era già molto ben noto. Nessuna meraviglia.
Un’altra giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno di Taranto, tale Maristella Massari, che ha “origini” e simpatie di Forza Italia (salvo poi fare la sindacalista sinistrorsa nella sua professione) si è dilettata in uno pseudo editoriale, degno al massimo di qualche giornaletto di campagna o di condominio, lamentando la mancanza di attenzione per Taranto da parte dei “leaders” nazionali in campagna elettorale per le Europee. Qualcuno le ricordi, probabilmente non se ne è accorta, che che qualche settimana fa sono venuti a Taranto il vicepremier Luigi Di Maio e 5 ministri del Governo Conte, ma sopratutto le spieghi che i “leaders” nazionali dei partiti , quando ci sono degli “Election Days” (cioè si vota per più elezioni, cioè comunali, regionali, con nazionali o europee) , vanno soltanto in quelle città in cui il voto è molteplice.
Non a caso Matteo Salvini si è recato a fare dei comizi elettorali in Puglia soltanto laddove si votava anche per le elezioni comunali, e cioè Bari, Lecce, Gioia del Colle (BA) ed Ostuni (BR). Il destino, purtroppo per Cito e gli esperti scribacchini esperti di “FAKE NEWS” della Gazzetta del Mezzogiorno di Taranto ( O se preferite..La Mazzetta del Mezzogiorno, come la definì anni fa con uso titolo il quotidiano LA REPUBBLICA) ha voluto che il sottoscritto fosse a Lecce ed a Ostuni, nel backstage del palco, unico giornalista, regolarmente accreditato dalla Lega ed autorizzato dal Ministero dell’ Interno, e posso garantirvi che a partire da Matteo Salvini, il capo della sua segreteria Andrea Paganella e per finire ai deputati pugliesi e responsabili territoriali presenti ad Ostuni, Lecce, Bari, Gioia del Colle, nessuno di loro ha mai incontrato o parlato con Mario Cito.
Quindi la FAKE NEWS della Gazzetta del Mezzogiorno nella sua edizione in questo caso non soltanto è eclatante, ma doppia, e testimoniale. Altro che “Confermiamo da parte nostra i contatti fra la Lega e Cito” che ha farfugliato ieri qualcuno della redazione tarantina della Gazzetta in veste rigorosamente “anonima”.
E poi alla Gazzetta del Mezzogiorno si lamentano che hanno 35 milioni di euro di debiti e che vendono soltanto 17mila copie al giorno in un bacino di circa 5 milioni di lettori (Puglia e Basilicata ) e non ricevono da mesi i loro stipendi. Sarà per questo che i giornalisti Mimmo Mazza e Maristella Massari, rispettivamente caposervizio ( e non caporedattore come ama farsi chiamare ) e vice capo servizio della redazione tarantina, della Gazzetta si prestavano ad intervistare il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci in eventi e manifestazioni di piazza, pubblicando le interviste sul loro giornale nelle pagine speciali (cioè quelle delle “markette” pubblicitarie a pagamento) , a fronte del pagamento di 3mila euro ?
Eh si cari lettori, questa è la vera stampa “monnezza”, altro che l’inquinamento ambientale di Taranto…