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22 Dicembre 2024 03:26

Giornalismo e pennivendoli a “comando”

Se i lettori latitano e le edicole chiudono, tutto dipende dalla pessima confezione dei contenuti dei quotidiani e della mancanza di volontà di quei giornalisti che non hanno alcun senso di dignità ed orgoglio personale per onorare la tessera di giornalista che hanno in tasca, e sopratutto non sanno rispettare i lettori a cui non forniscono un'informazione libera ed indipendente.
di Antonello de Gennaro

C’era una volta il giornalismo, quello vero. Potrebbe cominciare così il racconto della storia di un giornalismo pugliese ormai diventato letteralmente “schiavo” del proprio padrone-editore, osservando ed analizzando quanto avviene pressochè quotidianamente in due giornali pugliesi i cui direttori sono direttamente orientati (se non manipolati) dagli interessi dei rispettivi editori. Un modo di intendere il giornalismo che nei precedenti decenni non si sarebbero mai visti. E che onestamente non condividiamo.

Direttori che scrivono i loro editoriali dimenticando… di rendere noto ai propri sempre più sparuti lettori, che stanno scrivendo su fatti ed affari del proprio editore e datore di lavoro. E direttori che nascondono i processi e le vicende giudiziarie che vedono coinvolto il loro editore, scodinzolando al loro cospetto pur di mantenere incollato il proprio fondoschiena alla propria poltrona.

Sindacalisti che fanno carriere alle spalle dei loro colleghi spediti in cassa integrazione da un editore vorace di appalti pubblici ed aste fallimentari, dopo aver cercato di fare carriera scodinzolando dietro l’ego smisurato di aspiranti editori che confondono l’ interesse personale con un articolo, andando alla ricerca di contributi pubblici nonostante i fatturati milionari di cui si vantano

Un giornalismo lasciatecelo dire squallido e servile, di cui molti dovrebbero vergognarsi, mentre restiamo fieri ed orgogliosi della nostra libertà, di poter scrivere di tutto e di tutti senza alcun problema in totale libertà, e che ci ha spinto a preparare lo sbarco a Bari del nostro giornale, e del nostro giornalismo di approfondimento, di analisi, di indagine e di inchieste (quelle vere) che darà filo da torcere a quei giornalisti che la penna autorevole dell’ editorialista di Repubblica, Giampaolo Pansa identificò in suo libro antesignano negli anni ’70 dal titolo eloquente: “Comprati e venduti”.

Se i lettori latitano e le edicole chiudono, tutto dipende dalla pessima confezione dei contenuti dei quotidiani e della mancanza di volontà di quei giornalisti che non hanno alcun senso di dignità ed orgoglio personale per onorare la tessera di giornalista che hanno in tasca, e sopratutto non sanno rispettare i lettori a cui non forniscono un’informazione libera ed indipendente. E sentire dire ad un presunto editore: “A noi il nostro direttore va più che bene perchè gli facciamo scrivere quello che vogliamo” ci fa venire il voltastomaco ed abbiamo vergogna del servilismo latente sotto gli occhi di tutti.

Noi da parte nostra continuiamo nel nostro percorso di libertà di giornalismo indipendente, sempre al servizio della verità per offrire ai nostri lettori un informazione affidabile e veritiera. Siamo e saremo sempre dalla parte della giustizia giusta ed accanto agli ultimi, agli indifesi, senza avvertire il bisogno di andare a braccetto con il potere politico, e sopratutto senza mai inginocchiarci al potere economico. Un giornalismo senza padroni e senza padrini.

© CDG1947MEDIAGROUP – RIPRODUZIONE RISERVATA |

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Grazie, Antonello de Gennaro

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