ROMA – I giornalisti italiani da Bolzano a Palermo si sono ribellati alle volgari accuse del M5S espresse attraverso gli insulti e le minacce alla libertà di stampa manifestate da Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio , sono scesi in diverse piazze italiane con un flashmob al grido: “Giù le mani dall’informazione”, dove il presidente della FNSI, Beppe Giulietti ha invitato tutti i giornalisti italiani a riappropriarsi della propria dignità e non farla calpestare da una classe politica (il M5S n.d.r.) , se vogliamo chiamarla tale, che crede di poter imporre la propria linea politica scappando ai confronti, partecipando a programmi televisivi e conferenze stampa, sottraendosi alle domande dei cronisti.
A sostenere il diritto di fare informazione liberamente senza minacce e ritorsioni da certa politica, è arrivata anche la solidarietà espressa ai giornalisti italiani da parte dei colleghi dell ‘ Associazione Stampa Estera in Italia.
Anche l’AGCOM, l’ Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni “sottolinea l’esigenza di un’informazione libera, pluralista, rispettosa della dignità delle persone, del ruolo delle forze politiche e dell’autonomia professionale dei giornalisti”, segnalando che pertanto “che ogni attacco agli organi di stampa rischia di ledere il principio costituzionale di libera manifestazione del pensiero, che è alla base del pluralismo dell’informazione e del diritto di cronaca e di critica”.
Il premier Giuseppe Conte ha cercato di metterci come si suol dire una pezza anche se parziale, ed a Palermo risponde ad una domanda, applaudita dai giornalisti presenti e rassicura: “Non dovete assolutamente temere. La libertà di stampa non sarà mai messa in discussione”. Ma subito dopo aggiunge: “Come voi a volte attaccate, può capitare che veniate attaccati anche violentemente con qualche manifestazione lessicale anche eccessiva”.
Dagli insulti alle “black list” prosegue la campagna del M5S contro la libertà di stampa. Il sito del Movimento ha pubblicato “i top 5 giornali italiani con i conflitti di interesse grossi come una casa, ma su cui tutti fanno finta di nulla“.
“Di seguito – scrivono in un post anonimo – riportiamo i top 5 giornali italiani con i conflitti di interesse grossi come una casa, ma su cui tutti fanno finta di nulla. La loro informazione, secondo voi, è libera?”
La Repubblica, Marco De Benedetti – interessi industriali – figlio di Carlo De Benedetti, tessera numero uno del Pd
La Stampa, Marco De Benedetti (idem come sopra)
Il Giornale, Paolo Berlusconi – fratello di Silvio Berlusconi, presidente di Forza Italia
Il Messaggero, Francesco Gaetano Caltagirone – interessi industriali
Libero Quotidiano, Antonio Angelucci – interessi industriali
“In post successivi approfondiremo il profilo di ogni singolo editore citato, – continua il blog grillino – quindi gli interessi industriali e gli intrecci con il partito di riferimento, e anche di altri che non sono affrontati in questa sede. E’ importante infine ricordare che quasi tutti questi editori possiedono anche molte testate locali, ma anche questo sarà occasione di approfondimento successiva”.
La FIEG, la Federazione Italiana degli Editori dei Giornali , per tutta risposta ha annunciato che nei prossimi giorni tutti i quotidiani italiani pubblicheranno una pagina che riprodurrà l’articolo 21 della Costituzione.
Anche nel Movimento 5 Stelle c’è anche chi non condivide questo attacco ai giornalisti. O quanto meno ne vuole discutere democraticamente. Per esempio la senatrice Elena Fattori, propone: “Coerenza vorrebbe che per dimostrare la loro verginità tutti i giornalisti eletti col 5 stelle si dimettessero. Se una forza politica sostiene con forza la necessità di non avere giornalisti faziosi come conseguenza la coerenza imporrebbe di non candidare giornalisti. Sbaglio?“.
Critica anche un’altra senatrice del M5S Paola Nugnes, (guarda caso in odore di espulsione….) la quale dopo avere lasciato l’aula al momento del voto di fiducia sul decreto sicurezza, ha così commentato la vicenda attuale :”Tremo sempre un po’ quando si usano espressioni quali ‘spese morali’ o ‘editori puri‘, la purezza o la morale sono valori, certo ma la valutazione di questi valori può essere soggettiva e quindi dipendere dalla valutazione di alcuni a discapito d’altri”.
Ma tutto ciò non sembra fermare l’onda dei Cinquestelle contro i media, e rilancia infatti l’impegno per portare un “progetto di legge in Parlamento” che “incentiva i cosiddetti editori puri, quelli che non hanno interessi economici e politici”, dimenticando che lo Stato da oltre 10 anni ha eliminato i contributi a organi di stampa che non siano editi da cooperative giornalistiche
Se le posizioni del leader del M5s iniziano lentamente a smussarsi per ritornare su un piano politico, chi invece ha deciso di non cambiare idea è Alessandro Di Battista. “È partita la difesa corporativista, puerile, patetica, ipocrita, conformista e oltretutto controproducente di una parte del sistema mediatico”, scrive su Facebook l’ex deputato grillino , che il nostro direttore ha querelato per diffamazione. “Quando per orgoglio e malafede non sanno chiedere scusa per le menzogne scritte sulla Raggi, per la difesa a spada tratta di un sistema morente, per aver avallato il neoliberismo e tutte le sue nefandezze, partono con la solita litania: “giù le mani dall’informazione”, oppure “nessuno tocchi la libertà di stampa””, attacca. Anche Di Battista’ stila la sua lista di “buoni”, inserendo i nomi di Franco Bechis, Massimo Fini, Fulvio Grimaldi, Alberto Negri, Luisella Costamagna, Marco Travaglio e Pietrangelo Buttafuoco, dimenticando stranamente di citare… i giornalisti eletti in Parlamento nelle liste del M5S . E con una faccia come il c……il signor Di Battista adesso pretenderebbe addirittura le scuse dai giornalisti italiani !
Una cosa è certa: lo scontro tra M5S e media è partito, e questo è solo l’inizio. ed anche questo giornale, libero ed indipendente, e che non richiede (pur avendone diritto) contributi pubblici allo Stato, sarà in prima fila a tutelare la libertà di stampa.