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22 Dicembre 2024 18:35

Giustizia civile: secondo trimestre 2016 positivo su pendenze, arretrato e mediazioni

I procedimenti pendenti al 30 giugno 2016 restano ben al di sotto della soglia dei 4 milioni (3.886.285) e in calo rispetto al I° trimestre, così come le pendenze in tema di esecuzioni e fallimenti (577.498)
nella foto il Guardasigilli Andrea orlando
nella foto il Guardasigilli Andrea Orlando

 La cura per la giustizia civile continua a produrre effetti positivi e migliora il settore in efficienza e performance”. Commenta così il ministro della Giustizia Andrea Orlando i dati del monitoraggio ministeriale relativi al II° trimestre 2016 pubblicati sul sito internet Giustizia.it (vedi QUI).   Gli indicatori in esame – ai numeri su pendenze e arretrato si aggiungono ora quelli su durata e mediazioni – si confermano infatti tutti positivi. I procedimenti pendenti al 30 giugno 2016 restano ben al di sotto della soglia dei 4 milioni (3.886.285) e in calo rispetto al I° trimestre, così come le pendenze in tema di esecuzioni e fallimenti (577.498). Stesso trend in discesa per l’arretrato dei procedimenti ultra-triennali in tribunale (la cosiddetta giacenza patologica, a rischio condanna per la legge Pinto), ora a quota 447.375, in calo anche rispetto ai numeri del I° trimestre.

Scende ancora il dato sulla durata effettiva dei procedimenti in tribunale: 992 giorni nel I° semestre 2016, per la prima volta al di sotto dei mille giorni; così come continua a migliorare l’indice complessivo di durata di tutti gli affari di tribunale, secondo la formula utilizzata dalla Cepej: 390 giorni nei primi sei mesi di quest’anno (confermando la proiezione di 367 giorni a fine 2016 negli affari civili di primo grado), rispetto ai 427 del 2015 e ai 487 del 2014. Si conferma in aumento, infine, il dato sulle mediazioni civili e commerciali, che nel 2015 ha sfiorato le 200mila iscrizioni e che, nel primo trimestre 2016 supera già le 52mila unità.

CdG aula tribunale

Già, perché la lentezza della giustizia è uno scandalo, ma anche un costo. Quando le cause civili non vengono risolte nel giro di 3 anni, scatta per il cittadino il diritto al risarcimento come prevede la cosiddetta legge Pinto. E non è un caso se qualche giorno fa il ministro Guardasigilli lamentava: Abbiamo speso quasi un miliardo per pagare i risarcimenti previsti dalla legge Pinto e dovuti ai processi troppo lunghi“.

Il sistema giustizia dovrebbe acquisire forze fresche, dopo vent’anni senza concorsi. Nello scorso luglio è stato infatti approvato in commissione Giustizia alla Camera un emendamento (inserito nel decreto legge che proroga il processo amministrativo telematico) che promette l’assunzione di mille nuovi amministrativi, che si aggiungerebbero al personale già approdato nei tribunali con le procedure di mobilità. Ancora ferma è invece la riforma complessiva della giustizia civile, veicolata dalla legge delega già approvata alla Camera e da marzo in attesa di iniziare l’esame al Senato. Il ministro Orlando punta ad approvarla entro ottobre ma, intanto, una novità che dovrebbe ridurre di molto i tempi del primo grado, vale a dire l’estensione del procedimento sommario di cognizione a tutte le cause in cui il tribunale decide in composizione monocratica, potrebbe trovare una corsia più rapida. Le disposizioni potrebbero infatti essere inserite in un decreto legge che dovrebbe anche ridare fiato alla Cassazione (destinandole 70 giudici in pensione) e che il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare a breve.

 

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