Il sostituto procuratore della repubblica di Roma, Eugenio Albamonte è il nuovo presidente dell’Associazione nazionale magistrati. Il passaggio di consegne con il precedente incaricato Piercamillo Davigo è stato ufficializzato nella riunione del Comitato direttivo centrale dell’Anm, che contestualmente ha rinnovato anche le altre cariche all’interno della Giunta, poche ore dopo il sì della Camera dei Deputati alle nuove norme su toghe e politica. E per destino proprio lunedì mattina è prevista alla sezione disciplinare del Csm. l’udienza sulla vicenda di Michele Emiliano . Un incastro di concomitanze impegnative se non proprio uno strano scherzo del destino.
Vicepresidente è Antonio Sangermano di Unicost. attuale procuratore per i minori di Firenze, precedentemente pubblico ministero a a Milano, dove ha sostenuto l’accusa nel processo Ruby. L’incarico di segretario generale è andato al consigliere della Corte di Appello a Napoli, Edoardo Cilenti rappresentante di Magistratura Indipendente . La nuova Giunta dell’ ANM rimarrà in carica per un anno. L’incarico di vicesegretario generale sarà di Francesco Valentini di Autonomia e Indipendenza, attualmente giudice del Tribunale di Latina. In Giunta entrano anche Silvia Albano di Area, giudice della prima sezione civile del Tribunale di Roma, Stefano Buccini pm a Venezia, Rossana Giannaccari di Unicost, giudice della prima sezione civile del tribunale di Lecce, Tommasina Cotroneo di Unicost, consigliere della Corte di Appello di Reggio Calabria, e Michele Consiglio di Autonomia e Indipendenza, giudice al Tribunale di Siracusa. Un gruppo equilibrato, ma che sarà chiamato a dover affrontare le divergenze che l’uscita di Davigo renderà assai meno tollerabili.
Eugenio Albamonte è del ’67, veneziano, e in magistratura dal ’95, appartiene al gruppo di Area, il cartello delle toghe di sinistra di Magistratura Democratica e Movimento per la giustizia. . Proprio la storica corrente di “sinistra” è assai meno preclusiva sulla partecipazione dei colleghi al dibattito pubblico, tanto da aver sostenuto il No al referendum. Area, edin particolare Md , sono i soggetti più disponibili dell’associazionismo giudiziario, ad aperture agli avvocati nei Consigli giudiziari, e spingono per dialogare con i sindacati degli amministrativi mentre diffidano di certi eccessi polemici nei confronti del Csm.
Da otto anni è pubblico ministero alla procura di Roma, specializzato in indagini su crimini informatici e cyberterrorismo, nell’utilizzo a fine investigativo di strumenti informatici e trojan e nella collaborazione internazionale finalizzata al contrasto di questo tipo di reati. Il suo nome è strettamente legato alla recente inchiesta sui fratelli Occhionero, accusati di una colossale operazione di cyberspionaggio. Albamonte nel suo intervento al Comitato direttivo centrale dell’ ANM. si è soffermato sul mondo dell’informatica e del web con tutte le grandi innovazioni ad esse collegate.
Che la presidenza dell’ Associazione Nazionale Magistrati dovesse toccare a tutte e quattro le correnti ( le altre due sono e Unicost e appunto Magistratura indipendente) un anno ciascuno è stabilito sin dall’ aprile 2016. Dopo un anno di incessanti incursioni mediatiche di Davigo, e di continui attacchi sferrati alla politica (che “nemmeno si vergogna più di rubare”), dare seguito al programma oggi sicuramente non è impresa facile.
“La politica dia risposte sui grandi temi dei nuovi diritti, dal fine vita alla stepchild adoption, al fenomeno dell’immigrazione” chiede il nuovo leader dell’Anm sottolineando che “il legislatore è chiamato a dare risposte che però non arrivano. Le domande dei cittadini, invece, ci sono e il giudice non può non rispondere. Si crea quindi un corto circuito perché la politica poi non accetta la soluzione scelta dal giudice. La Magistratura così rischia di essere delegittimata perché la politica non dà risposte”. Il leader del sindacato delle toghe, dunque, sottolinea che “non vogliamo fare supplenza, il legislatore faccia il suo ruolo, vogliamo norme da applicare“.
il neopresidente dell’Anm rispondendo ad una domanda sul post del pm di Trani Michele Ruggero, affidato al social network Facebook ed amplificato dal blog di Beppe Grillo : “Sicuramente tra le varie cose che l’Anm dovrà fare – ha detto Albamonte – è un po’ di training ai colleghi sull’uso dei social network, nel senso che bisogna stare molto attenti perché sembra a volte una dimensione privata ma in realtà privata non è” ed ha aggiunto “Il costume del magistrato, per quelli che sono i parametri etici e deontologici, e anche dell’Associazione, presuppongono che il magistrato possa dire qualunque cosa purché si esprima con toni corrispondenti alla dimensione professionale e alla serietà. Qualsiasi tesi può essere liberamente sostenuta dal magistrato e non credo l’Anm o altri organismi possano censurare nel merito. Il problema è come si rappresentano le cose, allora forse un pò più di attenzione bisogna farla. Salvo il fatto che ci sono poi alcune persone che si rivolgono direttamente agli organi di stampa facendo lettere aperte: lì non c’è neanche un problema di educazione all’uso del social network…“.