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1 Ottobre 2024 09:12

La ‘Ndrangheta e gli affari sporchi tra gli ultrà di Inter e Milan, arresti a Milano

Alla curva nerazzurra anche l'aggravante di favorire la 'ndrangheta. Il procuratore nazionale antimafia: «Negli stadi propaganda razzista e antisemita. Un'inchiesta che costringe ad aprire gli occhi»

Estorsioni sulla vendita dei biglietti delle partite di Inter e Milan, ed un pizzo mensile imposto sui parcheggi attorno allo stadio di San Siro, accordi raggiunti tra gli ultrà nerazzurri e quelli rossoneri sulla vendita delle bibite e dei gadget allo stadio, risse violente e lesioni tra i gruppi, ma anche intestazioni fittizie di beni. Le indagini dei pubblici ministeri Paolo Storari e Sara Ombra della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, svolte dalla Squadra Mobile di Milano e della Sisco (Sezione investigativa dello Sco, il servizio centrale operativo) guidati dal dirigente Alfonso Iadevaia e dal vicequestore Nicola Lelario, sotto la supervisione della Dda e il contributo in uno dei filoni d’indagine da parte della Guardia di finanzahanno fatto luce sugli ultimi sei anni di avvenimenti dentro e fuori dal Meazza. Gli indagati sono quasi tutti riconducibili alle tifoserie ultras delle due principali squadre milanesi e i reati connessi al giro d’affari legato al contesto calcistico.

Le 500 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare fanno emergere un “patto di non belligeranza sugli spalti a prima vista connesso a una tranquilla gestione della vita di stadio ma, a ben vedere, caratterizzato da legami fra gli apicali esponenti delle curve al fine di conseguire profitto, in un contesto in cui la passione sportiva appare mero pretesto per governare sinergicamente ogni possibile introito che la passione sportiva vera, quella dei tifosi di calcio, genera”.

Le parole, intercettate e registrate dagli investigatori, sono quelle dei capi ultras della Nord (interisti) e della Sud (milanisti). E restituiscono uno spaccato delle spartizioni affaristiche tra i vertici delle tifoserie, i patti di non belligeranza tra gli ultras delle due squadre milanesi, così come delle tensioni interne fra i gruppi che guidano le curve. “Non mi tradire sennò mi tocca ammazzarti”, dice uno degli intercettati. E poi ancora, in riferimento agli accordi tra le due tifoserie: “Io capisco che c’è una sorta di rivalità che va oltre il patto…però secondo me c’è da capire un po’ tutti. Tutto bene tra i direttivi, questa roba qua è super palese che c’è un patto di non belligeranza che va avanti da un sacco di anni….perché siamo tutti ragazzi seri, per bene, in gamba”.

Gli ultrà dell’ Inter arrestati

Vasta operazione all’alba di questa mattina, che ha visto i gruppi dirigenti delle tifoserie organizzate delle curve delle due squadre di calcio cittadine stati portati via dalla Polizia e la Guardia di Finanza, sedici arrestati tradotti in carcere e due posti ai domiciliari su disposizione del giudice delle indagini preliminari Domenico Santoro a seguito di una inchiesta della Procura di Milano che ha valorizzato e concretizzato spunti provenienti da quattro differenti filoni. In particolare dopo la scarcerazione di Vittorio Boiocchi, ritornato nel 2018 a guidare la tifoseria interista dopo aver fatto 26 anni di carcere, venendo in seguito ucciso a colpi di pistola sotto casa sua a Figino nell’ottobre di due anni fa. Un omicidio rimasto irrisolto ma secondo gli investigatori legato proprio ai dissidi per la spartizione degli introiti in curva e alle scalate di potere. Boiocchi era stato protagonista di estorsioni e intimidazioni legate alla gestione dei parcheggi.

Tra gli arrestati tutti i nomi più in vista del direttivo tra cui Renato Bosetti, fresco di nomina quale “reggente” della curva dopo l’omicidio Bellocco e l’arresto di Beretta, il pugile Matteo Norrito detto «Chuck» e Mauro Nepi

La curva dell’Inter senza coreografia nel derby per l’ultrà ucciso in un regolamento di conti

Vengono colpiti il leader ufficiale della Nord (ovvero i tifosi dell’Inter) Marco Ferdico insieme al padre Gianfranco, il nuovo capo pro-tempore Renato Bosetti e altri appartenenti al direttivo quali Matteo “Chuck” Norrito Mauro Nepi. E ancora il 54enne Pino Caminiti, calabrese di Taurianova (vicinissimo sia allo ’ndranghetista Giuseppe “Dutturicchiu” Calabrò che ai Fidanzati, aristocrazia di Cosa Nostra) e addetto agli ambitissimi parcheggi sotterranei, la contabile Debora Turiello o il palermitano Francesco “Buzzero” Intagliata, pregiudicato per rapina, droga, armi, lesioni e rissa, che entra ed esce dal vertice del secondo anello verde

Nel caso della curva Nord degli ultrà dell’Inter per i quali le misure cautelari hanno raggiunto tra gli altri il “capo” Andrea Beretta e il suo “vice” Marco Ferdico) a cui viene contestata una associazione a delinquere che avrebbe agevolato la cosca di ‘ndrangheta dei Bellocco, il cui rampollo 36enne Antonio Bellocco un mese fa era stato ucciso a coltellate proprio da Andrea Beretta con il quale aveva giocato a calcetto appena la sera prima, a seguito di un improvviso e acceso confronto esploso in auto sulle reciproche pretese economiche. 

Gli ultrà del Milan arrestati

Nel caso della curva Sud degli ultrà del Milan è stata contestata un’altra associazione a delinquere ma in questo caso senza aggravante dell’agevolazione mafiosa, attiva soprattutto negli episodi di violenza capeggiata dall’ arrestato Luca Lucci, l’ultrà diventato noto dopo la foto il 16 dicembre 2018 insieme all’allora vicepremier Matteo Salvini alla festa per i 50 anni della Curva Sud all’Arena Civica, e che era riapparso allo stadio la settimana scorsa in occasione del derby dopo essere stato colpito da una lunga serie di Daspo e di condanne subite per aver fatto perdere un occhio a un tifoso aggredito e per traffico di droga . 

Si manifestano le “ambizioni imprenditoriali” di Lucci nel settore musicale per i suoi rapporti personali con i cantanti rap come Fedez Emis Killa, Lazza, Tony Effe, Cancun, Gue Pequeno“. Relazioni che “gli hanno consentito di aumentare, in maniera esponenziale, e con pochissimi controlli, i propri guadagni, avviando preliminari accordi tesi a gestire i concerti di tali artisti, sia sul territorio nazionale (ed in particolare in Calabria), sia internazionale, facendo leva sull’intraprendenza del suo fedelissimo Hagag Islam“, molto vicino a Federico Lucia e arrestato con Lucci, “già in contatto con alcuni imprenditori operativi nel settore, molti dei quali di origine calabrese“.

Insieme a Lucci sono stati arrestati anche suo fratello Francesco Lucci e Christian Rosiello, il bodyguard del cantante Fedez quest’ultimo resosi protagonista mesi fa della vicenda del pestaggio del personal trainer Cristian Iovino nella discoteca “The Club” . Insieme a loro è stato arrestato anche Islam Hagag, noto con il nomignolo di Alex Cologno“, anch’egli grande amico di Fedez con cui nel weekend che ha preceduto gli arresti, Iovino e Hagag hanno trascorso una vacanza insieme a Parigi., Riccardo Bonissi e Luciano Romano.

In manette “asfaltati” dagli investigatori anche altri membri del direttivo della Sud come Fabiano Capuzzo ed Alessandro Sticco detto Shrek  coinvolto insieme ad Hagag nel pestaggio di un tifoso milanista alla fine dello scorso campionato fuori dallo stadio di San SiroQui la contestazione più grave è l’associazione a delinquere semplice, finalizzata ad estorsioni, aggressioni, lesioni e resistenza.

Il gip: “Omertà come nelle organizzazioni mafiose”

Secondo il Gip Santoro, è onnipresentela forza e la capacità del sodalizio di permeare ogni attività che avesse a che fare con lo stadio di San Siro”. Lo stadio Meazza di San Siro diventa “un territorio franco, in cui il costituto associativo muove gli uomini per gli scontri violenti, determina la rarefazione delle forme di contrasto, creando le condizioni per il successivo controllo di ogni iniziativa economica che allo stadio sia connessa”. Il Meazza cometerra sottratta al controllo di legalità”, almeno fino ad oggi. Con l’aggravante, da parte Inter, di una figura della caratura criminale di Bellocco, “il quale dalla Calabria veniva proiettato nella realtà milanese e, in breve tempo, assurgeva egli stesso alla guida del sodalizio”, e cioè alla guida di “una macchina per produrre soldi” imponendo “una situazione di omertà che appare paragonabile a quella che le organizzazioni di tipo mafioso sono in grado di ingenerare nel territorio dalle stesse controllato”.

Procedimento di prevenzione verso le squadre dell’ Inter e Milan

La Procura di Milano, che ha sgominato i traffici illeciti delle curve di Inter e Milan ha avviato anche un cosiddetto “procedimento di prevenzione” nei confronti di Inter e Milan, società al momento non indagate ma che dovranno dimostrare, in un contraddittorio, di aver reciso i legami con il mondo degli ultrà, soprattutto sul fronte della gestione dei biglietti per le partite. Altrimenti davanti alla Sezione misure di prevenzione del Tribunale, si potrebbe arrivare, ad un provvedimento di amministrazione giudiziaria.

La Figc acquisisce gli atti

Il procuratore federale della Figc, Giuseppe Chinè, ha chiesto ai pm della Procura di Milano l’ordinanza di custodia cautelare e gli atti di indagine non coperti da segreto. L’intento è quello di accertare e verificare eventuali condotte “rilevanti” per l’ordinamento sportivo, da parte delle due società o di loro tesserati. I due club al momento non risultano indagati. Il procuratore capo di Milano Marcello Viola ha già assicurato che “pur essendoci dei profili di criticità, siamo certi della loro collaborazione” aggiungendo “sono visibili tentativi di avvicinamento da parte della criminalità organizzata anche nella curva milanista che è comunque caratterizzata da forme di violenza di straordinaria gravità“. Le società “sono danneggiate, nessun loro funzionario è indagato” sottolinea il magistrato. Il gip Domenico Santoro scrive che “le indagini condotte hanno evidenziato che la società interista si trova in una situazione di sudditanza nei confronti degli esponenti della Curva Nord, finendo, di fatto, per agevolarli seppur obtorto collo”.

Indagato il consigliere regionale Manfredi Palmeri

Tra gli oltre 50 destinatari del decreto di perquisizione emesso dalla Dda di Milano compare anche il consigliere regionale Manfredi Palmeri (gruppo Lombardia Migliore), indagato per corruzione tra privati nella maxi indagine sul mondo delle curve di Inter e Milan e i presunti affari illeciti legati allo stadio. Secondo gli inquirenti Palmeri, già manager di ‘M-I Stadio srl’, la società compartecipata da Milan e Inter che gestisce la concessione comunale dello stadio, si sarebbe attivato in cambio di utilità per far ottenere alla società ‘Kiss and Fly‘ dell’imprenditore Gherardo Zaccagni, indagato, la gestione dei parcheggi attorno allo stadio durante la stagione 2024 dei concerti.

Le pressioni su Inzaghi, Materazzi e Zanetti per avere biglietti

Ci sarebbero state da parte di Marco Ferdico, uno degli ultrà arrestati pressioni su vecchi calciatori, MaterazziZanetti e sull’allenatore Simone Inzaghi , per ottenere più biglietti possibili per l’ingresso alla finale di Champions League Inter-Manchester City. Scrive il gip Domenico Santoro: “Nell’approssimarsi dell’evento sportivo, erano state rilevate delle criticità che avevano creato disappunto nel direttivo interista in quanto, inizialmente era stato raggiunto un accordo con gli SLO (i funzionari della società che trattano con la curva, ndr) della squadra per ottenere 1500 biglietti da porre in vendita per la sola curva; tuttavia, la società nerazzurra aveva messo a disposizione un quantitativo più esiguo di titoli d’ingresso, corrispondente a 800 biglietti. Pertanto, Ferdico, consapevole che gli introiti che avrebbe potuto acquisire dall’evento sportivo sarebbero stati ingenti, non aveva esitato a esternare forti pressioni sullo SLO dell’Inter, Claudio Sala, su giornalisti (Barzaghi), su vecchi calciatori (Materazzi, Zanetti-dirigente Inter), sull’allenatore (Inzaghi) chiedendo la ratio della scelta societaria e minacciando la possibilità che il tifo organizzato da lui rappresentato, la Curva Nord, potesse decidere di non presenziare e non tifare la squadra, ventilando l’ulteriore eventualità che questo potesse accadere non solo alla finale di Champions ma anche a quella di Coppa Italia che si sarebbe disputata da lì a pochi giorni”.

Nelle carte si legge che Marco Ferdico, “ha esplicitamente chiesto a Inzaghi“, l’allenatore dell’Inter, “di intervenire con la Società, o meglio direttamente con Marotta, presidente nerazzurro, “al fine di ottenere ulteriori 200 biglietti” per la finale di Champions di Istanbul dello scorso anno. Nell’ordinanza cautelare sul blitz contro gli ultras, che fa riferimento ad intercettazioni del maggio del 2023. Ferdico, si legge ancora negli atti, avrebbe ottenuto “la promessa di Inzaghi di intercedere con i vertici Societari”. Inzaghi che gli avrebbe detto: “parlo con Ferri con Zanetti con Marotta“.

Nell’intercettazione del 26 maggio 2023 Ferdico spiega chevista la situazione di stallo sulla vicenda biglietti” hanno “attuato uno ‘sciopero del tifo’ in occasione della finale di Coppa Italia”. E dice a mister Simone Inzaghi: “te la faccio breve Mister…ci hanno dato 1.000 biglietti…noi ci siam fatti due conti…ne abbiam bisogno 200 in più per esser tranquilli…ma non per fare bagarinaggio mister (…) arriviamo a 1200 biglietti? Questa è la mia richiesta”. E Inzaghi : “ne parlo con Ferri con Zanetti con Marotta … parlo con quelli (…) verrò su…poi ti faccio sapere qualcosa…gli dico…che ho parlato con te e che tanto avevi già parlato con Ferri e Zanetti (…) Marco io mi…mi attivo e ti dico cosa mi dicono”. Ferdico insiste: “è il direttore Marotta…bisogna parlare con lui…perché lui ha l’ultima parola…tutto qua“. Agli atti anche un incontro tra Ferdico e Mauro Nepi, altro ultrà interista finito in carcere, con Skriniar, ex calciatore nerazzurro, ora al Psg. “Gli tremava la voce“, dicevano gli ultras intercettati, dopo quell’incontro che sarebbe servito per parlare, riassume il Gip Santoro, “di vicende di ‘calciomercato’ (quali la possibile cessione del giocatore ovvero del mancato rinnovo del contratto), o comunque anche solo per acquisire tali informazioni, argomenti notoriamente di specifica competenza della Società calcistica“. In quei giorni, risulta sempre dagli atti, anche un vocale “concordato” con Ferdico e inoltrato da Nepi a Inzaghi, nel quale l’ultrà diceva: “mister noi avremmo bisogno di parlarti di persona quando hai tempo”.

Il patto trasversale per i biglietti della finale di Istanbul

A riprova del patto di non belligeranza tra la Curva Nord dell’Inter e quella Sud del Milan ci sarebbe stato anche un accordo verbale tra la triade Ferdico-Bellocco-Beretta e il duo Lucci-Cataldo sulla spartizione del ricavato del bagarinaggio dei biglietti della finale di Champions League a Istanbul del 2023/24 a prescindere di quale due squadre avesse vinto il derby in semifinale.

“Stavo pensando nella mia testolina bacata, ma se ci dovesse essere un derby di semifinale – dice Marco Ferdico a Andrea Beretta intercettati – non possiam … potrebbe andare a parlare con quello là e dirgli, oh qualsiasi cosa succede facciamo meta’ per uno, se passate voi ci tirate in mezzo a noi se passiamo noi vi tiriamo in mezzo a voi conti alla mano, organizziamo tutto insieme cosi’ non esci mai perdente“. La proposta sarebbe stata accettata da Lucci dopo un incontro – documentato da un servizio di osservazione della Squadra mobile di Milano – nel suo negozio di tatuaggi a Cologno Monzese. Dalle intercettazioni ambientali emerge che i vertici della Sud avrebbero deciso di piazzare i tagliandi ottenuti a 925 euro cadauno.



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