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22 Dicembre 2024 13:10

Gli ecologisti tarantini in “silenzio stampa”…nel report di Legambiente sullo smog Taranto non compare fra le città fuori legge.

La ricerca di Legambiente sulla vivibilità ambientale dei capoluoghi di provincia italiani realizzata in collaborazione con l'Istituto di Ricerche Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore.

Attraverso la campagna “Pm10 ti tengo d’occhio“, Legambiente stila ogni anno la classifica dei capoluoghi di provincia che hanno superato, con almeno una centralina urbana, la soglia limite giornaliera di 50 microgrammi per metro cubo di polveri sottili. Nel redigere questa classifica, spiegano  dall’associazione ambientalista, “si è presa come riferimento la centralina peggiore (cioè quella che ha registrato il maggior numero di superamenti fino a questo momento) presente nella città, a partire dai dati disponibili sui siti delle Regioni, delle Arpa e delle Provincie. È stato scelto questo criterio per il confronto tra le città perché le Regioni scelgono modalità diverse nella comunicazione dei dati e nel conteggio dei superamenti. La centralina peggiore – precisa Legambientesicuramente non è indicativa della qualità media dell’aria di tutto il perimetro urbano, ma riporta la situazione più critica di cui gli amministratori locali e gli abitanti devono essere a conoscenza e di cui devono tenere conto”.

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E’ Milano dall’inizio dell’anno ad oggi , con 86 giorni, in vetta alla classifica delle città che hanno superato il limite stabilito dalla legge di 35 giorni all’anno con concentrazioni superiori a 50 microgrammi per metro cubo per le polveri sottili PM10.  Seguono Torino con 73 giorni, Napoli con 59, Roma con 49 e Bologna con 35. Nel capoluogo emiliano negli ultimi quattro giorni si sono infatti registrati valori di polveri sottili superiori al limite di legge. Alla centralina di porta San Felice, dove si registrano i valori più critici, ieri c’è stato il 35/o sforamento del 2015, ovvero l’ultimo di quelli consentiti dalla normativa. Il record nazionale però appartiene a Frosinone: 101 giorni oltre i limiti. Sono questi i dati allarmanti presenti nel 

La Lombardia “maglia nera”.  lo scenario non accenna a migliorare: nessuna precipitazione in arrivo nei prossimi giorni sulla Lombardia, con condizioni meteo neutre o debolmente favorevoli all’accumulo di inquinanti. Lo prevede il bollettino con previsioni fino al 21 dicembre emesso dal Servizio meteorologico regionale di Arpa Lombardia. Ormai da 25 giorni a Milano e in Lombardia lo smog è alla stelle. Le centraline  hanno fatto registrare una concentrazione media di Pm10 di 110 microgrammi per metro cubo, oltre il doppio del valore limite di 50 microgrammi.

Per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico, nel 2014, grazie anche a condizioni metereologiche favorevoli alla dispersione degli inquinanti, scendono a 27 (6 in meno rispetto all’anno precedente) le città in cui almeno una centralina ha rilevato concentrazioni medie annue di biossido di azoto (NO2) superiori al limite di legge, mentre sono 4 i comuni che non rispettano il limite della concentrazione media annua di PM10. La situazione rimane più critica, anche se in miglioramento, per quanto riguarda i superamenti giornalieri di polveri sottili (PM10): passano da 40 a 33 i capoluoghi in cui almeno una centralina supera i 35 giorni di sforamento consentiti dalla normativa nell’arco dell’anno e cinque di questi arrivano a oltre 75 giorni di superamenti. Da segnalare in negativo:Frosinone (110 superamenti), Torino (94) e Alessandria (86). Il miglioramento più evidente è quello dell’ozono (O3) dove sono 28 i capoluoghi che superano i limiti consentiti (contro i 51 della passata edizione), ma sono ancora sei le città che, almeno in una centralina, fanno registrare superamenti della soglia di guardia per la salute pari o maggiori a due volte il valore obiettivo. Da segnalare i picchi negativi di Genova (87 giorni all’anno di superamento del limite giornaliero) e di Rimini (64 giorni).

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I dati – La produzione pro capite di rifiuti urbani nel 2014 interrompe la progressiva diminuzione registrata negli ultimi anni di crisi economica e si attesta sui valori del 2013, con una media di 540 kg pro capite a fronte dei 561 kg/ab del 2012. La percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti registra inoltre un valore medio di 43,90% (era di 41,15% nella passata edizione e di 39,26% due anni fa). Pordenone è l’unico capoluogo a superare l’80% di rifiuti raccolti e differenziati (85,4%), seguito da Trento (79,3%), Belluno (78,8%), Mantova(76,7%), tutti oltre il 75%. Bene anche il Sud Italia come Benevento e Salerno entrambe oltre il 65%, e Oristano e Teramo che superano il 60%.

 

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Per quanto riguarda l’ inquinamento atmosferico, nel 2014, grazie anche a condizioni metereologiche favorevoli alla dispersione degli inquinanti, scendono a 27 (6 in meno rispetto all’anno precedente) le città in cui almeno una centralina ha rilevato concentrazioni medie annue di biossido di azoto (NO2) superiori al limite di legge, mentre sono 4 i comuni che non rispettano il limite della concentrazione media annua di PM10. La situazione rimane più critica, anche se in miglioramento, per quanto riguarda i superamenti giornalieri di polveri sottili (PM10): passano da 40 a 33 i capoluoghi in cui almeno una centralina supera i 35 giorni di sforamento consentiti dalla normativa nell’arco dell’anno e cinque di questi arrivano a oltre 75 giorni di superamenti. Da segnalare in negativo:Frosinone (110 superamenti), Torino (94) e Alessandria (86). Il miglioramento più evidente è quello dell’ozono (O3) dove sono 28 i capoluoghi che superano i limiti consentiti (contro i 51 della passata edizione), ma sono ancora sei le città che, almeno in una centralina, fanno registrare superamenti della soglia di guardia per la salute pari o maggiori a due volte il valore obiettivo. Da segnalare i picchi negativi di Genova (87 giorni all’anno di superamento del limite giornaliero) e diRimini (64 giorni).

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Ecosistema Urbano registra anche una sostanziale stabilità del parco automoto circolante che interessa quasi l’80% dei comuni capoluogo, mentre le politiche di mobilità mostrano invece un trasporto pubblico in grande affanno, con il 68% dei comuni che vede diminuire il numero di passeggeri, e una sostanziale stabilità della rete di piste ciclabili e isole pedonali. Soltanto a Bolzano le politiche di mobilità sono riuscite a limitare gli spostamenti motorizzati privati al di sotto di un terzo degli spostamenti complessivi, mentre in 46 città questa percentuale supera ancora il 50%. I viaggi effettuati con il servizio di trasporto pubblico in media fanno registrare complessivamente un lieve calo. Tra le grandi città spicca solo Venezia che cresce ancora (629 viaggi per abitante annui, erano 592 l’anno passato). Milano cala (457 viaggi per abitante all’anno rispetto ai 474 dello scorso anno), mentre Catania, Messina, Palermo e Taranto non raggiungono i 50 viaggi per abitante all’anno. Tra le città medie superano i 150 viaggi/abitante annui solo Brescia e Trento, come lo scorso anno, i valori peggiori invece sono per Alessandria, Brindisi, Grosseto, Latina che non arrivano nemmeno a 15 viaggi per abitante nell’arco dei 12 mesi.

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Con questo non vogliamo dire che Taranto sia un’isola “verde” ecologica, ma soltanto provare e documentare che il catastrofismo di presunte associazioni ambientaliste, i cui componenti non hanno alcuna competenza specifica e professionale (un nome per tutti : Peacelink) è amplificato dalla “stampa amica”, cio è da quegli stessi pennivendoli onnipresenti ai loro convegni seduti al tavolino dei relatori. Altrimenti come farebbero a credere di essere “autorevoli”…..

Questa è Taranto, cari lettori, città del lamento e dell’approssimazione.

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