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22 Novembre 2024 09:45

GOITINI ALLA GUIDA DI BNL-PARIBAS. ABETE LASCERA’ LA PRESIDENZA A MUNARI AD APRILE

Una cosa è ricoprire un ruolo importante e di rappresentanza ma essere il capoazienda, quella che decide ed ha l'ultima parola, è tutt'altra cosa . Da questo punto di vista il mondo del credito ha dimostrato di essere particolarmente rigido prima di aprirsi,

di Francesca Lauri

Ventidue anni dopo Luigi Abete lascia la presidenza della BNL. Ma la decisione “vera” che fa notizia nel comunicato di una donna, Elena Patrizia Goitini della banca controllata dalla francese BNP Paribas è la scelta della nomina ad amministratore delegato . Sarà la prima donna-manager a ricoprire una carica operativa di vertice in una grande banca italiana – non a caso a controllo francese -che potrà ritenersi alla guida di una banca di così importanti dimensioni. L’ attuale Ad Andrea Munari, nella banca dal 2015, prenderà a fine aprile il posto di Luigi Abete , allorquando con l’assemblea per il bilancio 2020. ci sarà il rinnovo delle cariche del consiglio di amministrazione.

La Goitini è entrata in BNL-PARIBAS come responsabile della divisione Private Banking e Wealth Management solo nel 2019. Nata a Milano nel 1969, laureatasi alla Bocconi, ha iniziato la sua carriera in Pwc per poi passare al gruppo Unicredit, dove ha ricoperto vari incarichi in Italia, Germania, Austria, Turchia e Polonia.

Rientrata in Italia nel 2013 era già in posizioni di vertice. Da questo punto di vista Unicredit è stata una buona “palestra” : per 30 anni ci ha lavorato un’altra donna “forte” nel mondo della finanza, Marina Natale, attuale amministratore delegato di Amco; una quasi-banca, una struttura dedicata alla gestione dei crediti in difficoltà che escono dai bilanci delle banche.

È il ruolo che più si avvicina a quello di amministratore delegato di un istituto di credito di dimensioni rilevanti, e non a caso una recente ricerca del sindacato Uilca aveva censito una donna ad tra le banche popolari e 12 alla guida di Bcc. Nessun’altra donna finora ha mai guidato un istituto di credito in Italia, l’unico parziale precedente è quello di Alessanda Perrazzelli, che era stata Country manager di Barclays Italia prima di diventare vice direttore generale della Banca d’Italia .

Hanno una posizione di grande rilievo altre donne manager come Maria Luisa Gota, ad di Fideuram vita, Anna Tavano, capo del Global banking di Hsbc Italia. Fuochino. Il panorama migliora sul lato femminile se si considerano i presidenti di banche: a partire da Patrizia Grieco, che ha fatto staffetta in Mps con Stefania Bariatti, a Letizia Moratti (ex presidente del consiglio di gestione di Ubi) o in un settore contiguo a Claudia Parzani attuale presidente Allianz Italia.

Una cosa è ricoprire un ruolo importante e di rappresentanza ma è cosa ben diversa essere il “capoazienda”, cioè colei che decide ed ha l’ultima parola, è tutt’altra cosa . Da questo punto di vista il mondo del credito ha dimostrato di essere particolarmente rigido prima di aprirsi, che a parte Ana Botin, potente presidente esecutivo del Gruppo spagnolo Banco Santander, non è facile trovare altri ruoli di comando anche in Europa.

Ovviamente è un discorso a parte il ruolo di Christine Lagarde, alla presidenza della Banca Centrale Europea. Non a caso l’Eba (l’Autorità di controllo delle banche) ha analizzato in uno studio del febbraio scorso 834 banche europee, verificando che soltanto il 41,61% aveva adottato iniziative sulla diversità di genere e che soltanto 2/3 delle banche dell’ Unione Europea avevano solo uomini ai vertici. Al punto tale che l’Eba aveva concluso la ricerca raccomandando maggior equilibrio di genere.

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