Giorgia Meloni in silenzio e senza clamore si è chiusa nel suo ufficio di via della Scrofa a Roma ed ha cominciato a lavorare alla squadra di governo, cominciando ad appuntarsi le aspettative e richieste provenienti degli alleati. Ma avrebbe spiegato a tutti un concetto basilare : le tessere di partito non mi interessano, né tantomeno ha intenzione di assegnare i posti utilizzando il “manuale Cencelli”. La Meloni vuole scegliere per ogni ministero i migliori rappresentanti per singolo settore, ben consapevole di stare i riflettori e che none l verrà perdonato alcun errore.
Ad ascoltare il pensiero della Meloni, che sta esplorando l’ipotesi di dare una presidenza delle Camere alle opposizioni come importante segno di rappresentanza istituzionale, sono stati delegati da Silvio Berlusconi il suo plenipotenziario Gianni Letta, ed il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani, entrambi in visita (ma separatamente) in via via della Scrofa. E dopo numerosi contatti telefonici prosegue il confronto con Matteo Salvini che ha più di qualche problema in casa Lega, dove è finito sotto processo dopo la batosta elettorale, che è stata la più pesante. Salvini, nel suo consueto stile diretto ha ribadito di voler entrare al governo: “Credo che potrei far bene soprattutto agli Interni, ma mi affido a te“. Ed oggi la Meloni incontra Salvini.
Una cosa è certa e cioè che la Meloni è intenzionata a chiedere agli alleati “una rosa di nomi con le migliori figure per ogni ministero“, su consiglio di Guido Crosetto il suo braccio destro . Con la legge di bilancio da preparare e l’emergenza energia che ha messo in crisi aziende e famiglie, l’intenzione della vincitrice delle elezioni è quella di “fare presto per avere un governo operativo entro la fine di ottobre“.
Un’ urgenza che anche il presidente Mattarella sembra condividere. Infatti il capo dello Stato potrebbe avviare le consultazioni già sabato 15 ottobre e potrebbe conferire l’incarico alla Meloni entro il 18 o il 19 se, come appare sicuro, tutto il centrodestra la indicherà per la guida del Governo. In quella sede, la leader di FdI discuterà con Mattarella dei dicasteri più delicati: Esteri, Difesa, Economia, Interni essendo in gioco gli equilibri e la collocazione geopolitica dell’Italia nel quadro dell’Unione europea e dell’Alleanza atlantica. Mentre sull’Economia sono puntati i fari della Commissione Ue e dei mercati finanziari.
Fonti confidenziali di via della Scrofa raccontano che la Meloni abbia solo preso nota della richiesta del leghista senza però al momento fornire alcuna risposta. Da quello che filtra tra gli uomini più vicini alla leader di FdI, Salvini “non ha alcuna possibilità di andare al Viminale“. Perché la futura premier di palazzo Chigi vuole tenere per il suo partito la “sicurezza nazionale”, ritenendolo un tema identitario. Ma anche perchè Salvini è attualmente indagato per “sequestro di persona” nel processo Open Arms. Ma non solo per questo. Giorgia Meloni è fortemente decisa a evitare scontri inutili e controproducenti con la Commissione Europea, e quindi non ha intenzione di affidare a Salvini la delicata questione dei migranti.
La Meloni è decisa a gestire un rifiuto con garbo diplomatico. Salvini può contare su 99 parlamentari si è fatto dare mandato dal Consiglio federale leghista a richiedere un “ministero di peso” , e quindi “non va umiliato per non innescare fibrillazioni” spiega un autorevole esponente di FdI. Circola con molta prudenza un’ipotesi che vedrebbe Salvini vicepremier. e la nomina agli Interni dell’attuale prefetto di Roma Matteo Piantedosi, già capo di gabinetto di Salvini quando era ministro degli Interni, e di concedere alla Lega qualche “compensazione“, come ad esempio la poltrona di ministro dell’Agricoltura (in corsa c’è già Marco Centinaio) anche se “Salvini non scalpita per questo dicastero“, oltre a confermare Massimo Garavaglia al ministero Turismo (dov’è candidata anche Daniela Santanché, FdI) e Erika Stefani alla Disabilità. Giorgia Meloni potrebbe concedere, per accontentare Salvini, eventualmente il ministero della Giustizia per Giulia Bongiorno. Ma a via della Scrofa dicono prudenti: “Qui è in pole position il nostro Carlo Nordio, vedremo…“.
Per gli Esteri, il nome più accreditato è quello di Crosetto, ed in alternativa quello dell’ ambasciatrice Elisabetta Belloni, ex segretario generale della Farnesina, attualmente al vertice del Dis( Servizi) o del forzista Antonio Tajani già presidente del Parlamento Ue. Ma si parla anche di Franco Frattini, in passato ministro degli Esteri ed ora presidente del Consiglio di Stato. Per la Difesa c’è pronto Adolfo Urso (FdI) attuale presidente del Copasir.
Più delicate la scelte su dicasteri economici. Meloni corteggia da mesi Fabio Panetta, membro del board direttivo della Bce e “promesso” governatore di Bankitalia, che però fa più di qualche resistenza. Così, “se Mattarella non riuscirà a convincerlo ad accettare“, si valuta l’ipotesi di dividere il dicastero in due, ritornando al passato con un ministero per il Tesoro ed uno per le Finanze per il quale sembra destinato Maurizio Leo, attuale responsabile economico di FdI. Per il Tesoro i nomi più accreditati sono il docente di economia Cesare Pozzi, l’economista Luigi Buttiglione, l’ex ministro Domenico Siniscalco. Ma anche Alessandro Rivera, attuale direttore generale del Mef in via XX Settembre.