“Io sono un perdente e non sono legato a correnti di potere all’interno della magistratura. Per questo non so se saro’ nominato procuratore e, soprattutto, dove eventualmente lo faro‘”. Lo ha detto il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri come racconta la giornalista Illaria Calabrò su un giornale online.
“L’anno scorso – ha aggiunto Gratteri – potevo fare il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria. Non mi hanno fatto e mi e’ dispiaciuto. Da qui a breve si libereranno i posti di Procuratore della Repubblica in sedi importanti come Catanzaro, Catania, Caltanissetta, Bologna e Genova. Io faro’ domande per tutte queste sedi ma e’ chiaro che preferirei restare in Calabria, la regione che ho scelto quando ho cominciato a fare il magistrato e ho deciso di andare a Locri. Non so pero’ come finira‘”.
“Nicola Gratteri ha ragione, per fare antimafia non c’è’ bisogno di finanziamenti pubblici – dice in una nota Mario Nasone, leader di Libera, noto attivista antimafia – Le più’ belle iniziative a cui ho partecipato in questi anni sono state tutte a costo zero per lo Stato”
“Anzi, quando è’ stato necessario per le piccole spese organizzative si è’ ricorso all’auto finanziamento da parte dei partecipanti – ha continuato Nasone – Penso per esempio ai campi di lavoro estivi dei giovani organizzati dalla Caritas, da Libera, Arci ed altri dove i ragazzi stessi hanno contribuito di tasca propria alle spese vive del campo. Per le manifestazioni più’ importanti al max i Comuni potrebbero fornire servizi ( es. palco energia elettrica, acqua) ma evitando di dare soldi. Anche l’educazione antimafia va ripensata. Gli studenti,non possono essere trattati da truppe cammellate da trasportare nei cortei o negli auditorium vari per sorbirsi in modo passivo interventi di vari esperti antimafia”
“L’educazione, non solo quella antimafia, deve partire dai giovani, dal loro protagonismo, da quello che sentono dentro rispetto a questo tema – ha concluso Nasone – Presentando l’antimafia non come un problema a se’ stante ma come un tutt’uno con i temi del lavoro che manca,del clientelismo, del racket,della violenza in genere,della povertà. Dove gli adulti e gli esperti, rigorosamente a costo zero,invece di imbottire i ragazzi di discorsi si mettano ad ascoltare ed essere facilitatori della loro ricerca personale.I temi delle mafie e delle altre forme di violenza, devono entrare nell’insegnamento normale curricolare, da fare nel normale orario scolastico e con esperienze di laboratori pomeridiani. Non servono i musei antidrangheta ne le università’ antimafia, con gli stessi soldi, ha ancora ragione Gratteri, finanziamo invece le scuole per acquistare libri, sussidi e attrezzature multimediali“.
Cari lettori, confessiamo un magistrato come Gratteri saremmo felici di vederlo a Taranto come Procuratore Capo. Finalmente in Procura cambierebbero tante cose….e Taranto ha bisogno di legalità e trasparenza . Che al momento manca, e per rendersene conto basta vedere quante inchieste tarantine finiscono sul tavolo della DDA di Lecce egregiamente diretta dal procuratore dr. Cataldo Motta, e ricordarsi di quanti procedimenti e scheletri nell’armadio, conflitti d’interesse hanno molti magistrati in servizio nel capoluogo jonico.