Il Ministro della Giustizia Andrea Orlando ha firmato il decreto – adottato di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze – Padoan che disciplina le modalità di compensazione dei crediti vantati dagli avvocati per l’attività svolta a seguito di ammissione al patrocinio a spese dello Stato, con quanto da essi dovuto per ogni imposta o tassa ovvero a titolo di contributo previdenziale per i loro dipendenti.
La disciplina in questione – dice una nota del Ministero di Giustizia – affronta il problema del ritardo nella corresponsione, da parte dello Stato, dei pagamenti relativi agli onorari degli avvocati difensori ammessi al patrocinio a spese dello Stato, riconoscendo in tal modo due principi fondamentali: da un lato quello alla difesa da parte dello Stato anche dei meno abbienti, fornendogli (art. 24 Costituzione) “i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione”, dall’altro, il diritto del difensore a vedere compensata la propria attività professionale.
Gli avvocati, quindi, che vantino crediti per spese, diritti e onorari, maturati e non ancora saldati, e per i quali non sia stata proposta opposizione, potranno – attraverso la piattaforma elettronica di certificazione predisposta dal Ministero dell’economia e delle finanze – esercitare il diritto utilizzare il credito in compensazione. Tale facoltà potrà essere esercitata dal 17 ottobre al 30 novembre, per l’anno 2016, e dal 1 marzo al 30 aprile per gli anni successivi. L’autorità preposta alla liquidazione dei crediti è quella giudiziaria e la spesa autorizzata per l’anno in corso è di 10 milioni di euro.
“Si tratta di una promessa mantenuta” ha affermato il Ministro Orlando “che mira ad un sostegno dell’avvocatura più impegnata nel patrocinio a spese dello Stato, il più delle volte composta da giovani professionisti che con questa misura potranno compensare il loro crediti. È un segnale di attenzione verso una categoria di professionisti che sta attraversando una grande trasformazione. Questa misura, come le altre di sgravio fiscale per le risoluzioni alternative alla lite, sono inserite nel più ampio progetto che vuole contribuire ad aiutare la professione forense in questa fase di grandi cambiamenti delle giurisdizione e dopo la crisi che ha colpito duramente anche i professionisti”.
(fonte: ufficio stampa Ministero di Giustizia)